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ARBITRI, UN TARLO COSTANTE ED INSOPPORTABILE. EPPURE FIRENZE HA IL DIRITTO DI SOGNARE IN PACE

di Cristiano Puccetti

Calcoliamo il rischio di passare per piagnoni, malati di dietrologia, affetti da sindrome di persecuzione e impregnati di provincialismo. Sia ben inteso, la preoccupazione della considerazione altrui è ridotta al minimo. E’ amplificata invece, ai massimi livelli, l’angoscia per lo sbarramento che si sta innalzando dinanzi ai sogni di Firenze e dei fiorentini. Non vale la regola del ‘tanto ci siamo abituati’: questo è un atteggiamento remissivo poco in linea con i tempi. Quello che sta succedendo alla Fiorentina è qualcosa di molto grave, poco casuale, gravemente destabilizzante per l’ambiente e per la squadra. Sì, il riferimento è al trattamento che riceve in ogni partita la squadra di Montella. Il discorso non verte solo su Valeri o sull’arbitro di turno, attiene a qualcosa di più generale. Si spinge fino al mercato: tenete sempre presente che il grande giocatore se annusa di trovarsi nel posto ‘sbagliato’, dove è impossibile vincere per una serie troppo complicata di motivi, batte le penne. Ci siamo capiti, vero?
Ma restiamo ancorati all’attualità. E’ mercoledì notte, 72 ore dopo, ma la rabbia non passa, anzi ribolle. Sull’1 a 0 di Fiorentina-Sampdoria, una partita giocata come sempre all’attacco dalla formazione viola, Mati Fernandez entra in area di rigore e viene atterrato da Gastaldello. L’arbitro Valeri - curiosamente un direttore di gara con cui la Fiorentina non ha mai vinto - non concede un rigore netto. E’ clamoroso che esista addirittura una parte considerevole di stampa che non ha ritenuto quell’intervento sanzionabile con la massima punizione. Smontiamo immediatamente la tesi attraverso due semplici interrogativi: il piede di Gastaldello ha colpito Mati? Sì. Nel suo intervento, Gastaldello ha colpito il pallone? No. Stop. Ci fermiamo qui. Era rigore. Qualsiasi considerazione difforme è dettata da malafede.
Valeri tornava a dirigere la Fiorentina dopo la trasferta di Parma, nella quale aveva assegnato due rigori contro i viola. Uno sacrosanto per l’irruento Facundo, l’altro molto discutibile. Punire Toni che, uscendo dall’area di rigore e in una fase molto concitata, si fa schizzare involontariamente il pallone su un braccio è stato un atto di sadismo autentico, in cui il dettame del regolamento è stato esteso al massimo consentito. E’ un rigore tirato molto per i capelli, per dirla in italiano. Che al 92’ viene assegnato in rarissimi casi e contro pochissime squadre. Ma vabbene, accettiamo.
Questo dettaglio del precedente, ovviamente Valeri non poteva dimenticarlo. E in ossequio ad una norma non scritta, ma auspicabile di coerenza avrebbe dovuto portarlo, senza esitazioni, ad assegnare il rigore a favore della Fiorentina quando Poli (e torniamo alla sfida contro la Samp) ha impedito a Cuadrado di intervenire sul pallone, addomesticandolo col braccio destro spudoratamente teso in area piccola.
Attenzione, notate bene la differenza: Toni fa mano col pallone ad uscire dall’area di rigore e senza vanificare una possibile giocata pericolosa di un avversario, Poli invece fa mano in area piccola, in una situazione limpida a campo aperto e la sua scorrettezza impedisce a Cuadrado una possibile ed agevole battuta a rete.
Pretendere quantomeno in circostanze analoghe lo stesso metro di giudizio da parte dello stesso arbitro rappresenta il minimo sindacale per chi commenta con onestà intellettuale uno sport. Vedete, il problema non è stabilire se la Fiorentina, in virtù della prestazione fornita sul campo, meritasse o meno il successo sulla Sampdoria. Questo è un ragionamento da fuori di testa, da perdenti, da gregari. Il punto è capire perché le altre squadre, quando non giocano bene come è successo domenica sera ai viola, vincono lo stesso grazie agli episodi. Se non si appura questo, resteremo sempre in mezzo al guado.
Le partite e i campionati si vincono più per gli episodi costruiti, che per i gol segnati. I punti che mancano alla Fiorentina per stare al vertice e sognare legittimamente lo scudetto sono quelli relativi proprio alle situazioni controverse. Che Juventus, Inter e Napoli hanno visto risolte sempre a proprio favore (basti pensare agli scontri diretti con le prime due della lista) e che alla Fiorentina invece si sono sempre ritorte contro. Dopo il Milan e l’Atalanta si sentiva dire: che goduria vincere contro i torti arbitrali. E dopo la Samp invece? Tutti a compiacersi per la sconfitta evitata. E’ un pensare mediocre, cari amici, che non ci porterà mai a diventare grandi.

Cristiano Puccetti

direttore sport Lady Radio