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BARONE E PRADÈ, SCOSSA AL MERCATO. TORNA DI MODA DE PAUL. BONAVENTURA, SI TRATTA. ULTIMATUM PER TORREIRA. IL MILAN NON MOLLA CHIESA. SCAMBIO BIRAGHI-SPINAZZOLA. VIA BOATENG. SBLOCCA-STADI, LA STRADA È ANCORA LUNGA. INFATTI ROCCO TACE

di Enzo Bucchioni

La brusca accelerata per il mercato della Fiorentina è finalmente arrivata, Rocco ha dato via libera, Barone e Pradè sono piombati ieri sera a Milano per mettere subito a fuoco operazioni in uscita per gli esuberi (come vuole il Presidente) e stringere su possibili obiettivi in entrata. Chi arriva? 

E’ la solita domanda classica e cominciamo proprio da questa, dagli obiettivi. L’idea di prendere Bonaventura, un parametro zero di lusso, era già circolata nei giorni scorsi, ora sta diventando qualcosa di più. C’è stato un contatto con il procuratore Raiola e le richieste economiche del giocatore, partito da un triennale a tre milioni netti, sono diventate trattabili e abbordabili. Bonaventura che era già stato vicino alla Fiorentina prima di passare al Milan diversi anni fa, ama Firenze e ha capito che fra le società che lo hanno avvicinato la Viola di Rocco Commisso è quella che in prospettiva potrà dargli maggiori soddisfazioni. Trentuno anni, esterno nei tre e nei quattro di centrocampo, interno all’occorrenza, duttile e intelligente tatticamente, sarebbe un bel colpo. Ma si ripensa anche a De Paul, un po’ a sorpresa. Il giocatore sembrava destinato a piazze più importanti, sembrava nell’orbita di Juve e Inter, ma anche di altre società. Poi queste piste si sono raffreddate e adesso è pronta a tornare in campo anche la Fiorentina. Già l’anno scorso Pradè aveva avuto l’ok del giocatore, poi tutto si arenò davanti alle richieste dell’Udinese. Quest’anno i friulani hanno deciso di vendere e la valutazione attorno ai 35 milioni, se spalmata e arricchita da bonus, può essere raggiunta. De Paul, nel frattempo e se possibile, è ulteriormente cresciuto, stabilmente in nazionale. In agenda c’è un incontro con il suo procuratore in arrivo in Italia, poi vedremo su che basi si potrà lavorare. Nel frattempo è stato lanciato una sorta di ultimatum all’Arsenal per Torreira. Aspettare va bene, ma non all’infinito. Otto milioni di prestito più riscatto a diciotto milioni fra un anno è l’ultima proposta. Il giocatore è disponibile a spalmare l’ingaggio da tre milioni.

Ma negli incontri milanesi non sfuggirà il Milan che vuole uno fra Milenkovic e Pezzella. Per Milenkovic il prezzo non cala: servono quaranta milioni. Pezzella sarebbe incedibile, ma il procuratore sarà ascoltato. Il Milan, fra l’altro lavora sempre sottotraccia, come ha fatto con Tonali, per convincere Chiesa e battere la Juve. Intermediari sono al lavoro per un prestito biennale con obbligo attorno ai quaranta milioni e l’inserimento di Paquetà che però, come già detto, non serve a Iachini.

In uscita, si sta cercando di trovare una sistemazione gradita a Boateng reduce dal prestito in Turchia. 

Prima di partire per Milano, Barone e Pradè avevano incontrato anche il procuratore di Biraghi che chiede un aumento di ingaggio. Si è parlato di aumento e di rinnovo, le parti si parlano e una soluzione si troverà. Il procuratore, però, se il giocatore vuole andare alla Roma che l’ha richiesto, ha anche mandato per lavorare su uno scambio con Spinazzola gradito alla Fiorentina.

Cambiando tema, come sapete, ieri la commissione parlamentare ha approvato nel decreto semplificazioni l’emendamento sblocca stadi firmato da Renzi e Biti, parlamentari fiorentini. Cosa buona e giusta, il nostro è un paese ingessato, le energie vanno rimesse in moto snellendo la macchina burocratica e ripartire dagli stadi, dell’ammodernamento e dal recupero è un’ottima strada. Inutile dire che tutto prende il via dal Franchi prigioniero dei troppi vincoli imposti dalla Soprintendenza e a rischio abbandono. Sottolineo ancora, a scanso di equivoci, la bontà dell’iniziativa di legge che sicuramente consentirà lo snellimento delle pratiche e interventi più rapidi di restauro, conservazione e ampliamento, a seconda dei casi. 

Ieri, però, ho visto e sentito troppa euforia che sta in piedi soltanto pensando alle elezioni regionali alle porte. Qualcuno ha cercato di far passare il messaggio che adesso Rocco potrà fare del Franchi tutto ciò che vorrà. Magari. Purtroppo la storia è un po’ diversa e sarà sicuramente più lunga. Intanto il decreto dovrà ancora passare all’esame delle Camere, ma non basta. Scordatevi che domani o dopodomani possano partire i lavori, la Soprintendenza avrà minor peso, è vero, ma ne avrà ancora e poi ci saranno da rispettare i regolamenti urbanistici. Insomma qualcuno ha detto gatto senza averlo nel sacco, direbbe Trapattoni. E allora cominciamo a porre delle domande. Il Franchi è un bene pubblico vincolato dalla Soprintendenza. Bene. Per far intervenire un privato bisognerà venderlo o darlo in concessione, giusto? Rocco, se non cambia idea, ha già detto per l’area Mercafir che la legge dei 99 anni in concessione non gli piace, se deve investire 300 milioni su qualcosa, vuole che quel qualcosa sia suo e non lo debba poi restituire al comune dopo 99 anni, appunto. E allora? Si dovrà venderlo, ammesso e non concesso che Rocco lo voglia comprare e che si possa vendere. Quanto vale il Franchi? Lo zio d’America non ha comprato la Mercafir, circa 25 milioni, perchè costava troppo. Comunque, per vendere il Franchi sempre ammesso e non concesso, servirà una valutazione prima e un’asta poi. Con i tempi burocratici che sappiamo. Per il progetto la Soprintendenza interverrà di sicuro per salvaguardare la Torre di Maratona e le Scale Elicoidali e forse altro…Poi ci saranno i vincoli regionali e comunali da rispettare. Non vige la legge per la protezione dello Skyline di Firenze? Non ci sarà nessuno che farà ricorso a qualche tribunale? Tutte domande che mi faccio da uomo della strada che con la sua testolina cerca di ragionare per non farsi abbindolare da politici e politicanti. Magari fosse tutto così bello e fattibile, magari la Fiorentina riuscisse ad avere lo stadio nel giro di 2-3 anni, ma i dubbi della ragione restano anche dopo l’emendamento. Ma non devo essere l’unico a porsi delle domande e ad aspettare certezze-certe, anche uno come Rocco che parla sempre troppo, guarda caso ieri è rimasto in rigoroso silenzio. Come mai? Riflette? Qualcuno voleva far passare il due settembre come un giorno storico, ma Rocco ha fatto finta di non sentire, memore dello slogan “fatti, non parole” e del famoso detto “vedere cammello…”.

E poi, scusate se mi allargo, ma siamo sicuri che ristrutturare il Franchi sia una operazione da buoni e lungimiranti amministratori della cosa pubblica? Ho i miei dubbi. Uno stadio come minimo deve vivere 50 anni, il Franchi ne ha quasi cento. Siamo sicuri che fra dieci-vent’anni, con lo sviluppo che ci sarà, avere uno stadio nuovo e altri annessi e connessi a Campo di Marte, nel cuore della città, con viabilità già oggi complicata, sarà gestibile o paralizzerà ancor di più tutta la zona? 

Una soluzione logica e nel completo interesse della Fiorentina, ma anche dei tifosi e dei residenti, e del futuro per me resta quella della Piana dove la città andrà a espandersi e dove dovrà essere realizzata la nuova viabilità. Il buon amministratore pensa e guarda al futuro dei figli, della gente e dei territori, non solo ai voti e ai consensi del momento. Mi fermo e lascio volentieri la palla a Rocco che deve mettere i soldi e dovrà capire se questa Cosa stavolta s’ha da fare o no. Quasi tutto dipenderà da quello che gli diranno di poter realizzare e dai costi che dovrà sostenere, un’equazione che abbiamo già visto per l’area Mercafir. In più mettiamoci i tempi. Concludendo, ieri c’è stato un buon passo avanti che spero possa essere sfruttato anche da altre città, ma siamo alla partenza, il tracciato può essere in discesa, ma anche il salita.

Rimanendo in campo diciamo politico e delle infrastrutture sportive, ieri sera sono saltato sulla sedia leggendo un’agenzia Ansa. Secondo l’agenzia, Marco Tardelli ha rinunciato a presiedere l’associazione calciatori perchè la Federcalcio gli ha offerto la Direzione del nuovo Centro Tecnico Federale che sorgerà alle porte di Roma sulle ceneri del Salario Sport Village. A commento della notizia il presidente Federale Gravina ha detto : "Questa sarà la nuova casa delle Nazionali". E le parole sono testuali sull’agenzia. Cosa significa? Nasce un doppione di Coverciano? Gli Azzurri lasciano Firenze? Coverciano sarà demansionato? 

Una dichiarazione che, non fosse altro per prudenza, andrebbe comunque precisata nei suoi termini esatti. Sono anni che la Federcalcio ritiene Coverciano logisticamente scomoda, prima si era parlato di portare tutto alla Borghesiana di Roma, ora spunta fuori questo nuovo Centro Tecnico. Magari non vuol dire nulla, qualcuno ha capito male, ma fossi il sindaco di Firenze oggi qualche rassicurazione la chiederei, della serie meglio aver paura che toccarne.