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BASTA SFASCIARE TUTTO, BASTA VLAHOVIC. DOPO COMMISSO SONO COMINCIATI GLI ATTACCHI A ITALIANO. FASE DIFENSIVA DA MIGLIORARE. DATE TEMPO AI NUOVI. IKONE DEVE GIOCARE. CASTROVILLI È UN PROBLEMA

di Enzo Bucchioni

Capisco che la traumatica cessione di Vlahovic possa in qualche modo essere una sorta di lutto sportivo e debba essere elaborata, ma a tutto c’è un limite e il limite è stato oltrepassato.

Volete sfasciare tutto?

Volete far saltare una stagione finalmente positiva dopo tanti anni?

Ognuno risponda serenamente a queste due domande che altrettanto serenamente sto ponendo e ognuno provi a ragionare con la sua testa.

Dico queste cose perché già durante la settimana scorsa, ma soprattutto dopo la brutta, bruttissima, sconfitta con la Lazio ho ascoltato e letto cose eccessive che vanno ben oltre l’analisi di un momento difficile e le normali critiche.

Si sta rimettendo in gioco tutto.

Si sta dimenticando tutto.

Un atteggiamento che va oltre la normale dialettica calcistica fiorentina sempre molto arguta e acuta e che, sinceramente, certe volte fatico a capire. Un atteggiamento che sfiora l’autolesionismo, tafazziano se vi piace di più.

Dopo le tante critiche e le offese (poche per fortuna) a Commisso per aver venduto Vlahovic, invece definito un grosso affare da tutta Italia e dal sottoscritto per quel che vale, per la prima volta sono arrivate pesanti bordate anche contro Italiano. Attacchi ben oltre la normale discussione attorno a una formazione che piace o non piace, a un atteggiamento tattico condiviso o meno, tesi a mettere in discussione un modo di fare calcio.

Ma Italiano non è lo stesso allenatore che ha guidato fino a sabato scorso la squadra rivelazione della stagione?

Mi sembrava fossimo tutti d’accordo, a Firenze e fuori, nell’attribuire a lui i meriti per aver portato la Fiorentina in zona Europa, più o meno quella stessa squadra che l’anno scorso s’è salvata a stento.

Basta una partita pessima a buttare tutto?

Leggo fra le righe dei criticanti la paura o (peggio) la certezza che tutto quello che è successo fino alla ventitreesima giornata fosse merito di Vlahovic e adesso senza di lui crollerà tutto. Se ho capito la genesi di questo ragionamento, non ne usciamo più fuori e soprattutto non s’è compreso (scusate) cosa ha fatto Italiano fino ad oggi e quali sono i suoi concetti di calcio.

Italiano può fare bene o sbagliare come tutti, ma ha dato alla Fiorentina un gioco e una personalità, ha costruito una squadra che può andare oltre i singoli e attorno a questi concetti e a questa squadra dobbiamo ragionare.

Ma secondo voi con Vlahovic la Fiorentina avrebbe battuto la Lazio?

Chi lo pensa e lo dico con affetto, deve cominciare a parlare di un altro sport che non sia il calcio.

E’ chiaro che il Traditore (come lo chiama qualcuno) fosse qualcosa di straordinariamente importante, che abbia portato via con sé il furore, i muscoli e la capacità di fare gol, ma la Fiorentina ha preso quattro gol dal Torino e lui c’era. Ha perso a Venezia e lui c’era. C’era sempre nelle sconfitte pre-Cagliari.

E allora?

E’ chiaro, ovvio, che il suo addio abbia reso questa Fiorentina nell’immediato meno forte in assoluto e stia costringendo l’allenatore a cambiare qualcosa, a modificare movimenti e distanze, ma la sconfitta con la Lazio è simile ad altre. Racconta di una fase difensiva che non sempre funziona, di meccanismi da oliare, di giocatori meno pronti di altri e di una distanza tecnica complessiva ancora marcata fra la Fiorentina e le squadre che oggi le stanno davanti in classifica.

Allora diciamo altre cose e ammettiamo onestamente che le difficoltà ci sono da diverse settimane, non a caso la Fiorentina nelle ultime sei ha vinto solo con il Genoa, pareggiato tre e perso due volte. Una flessione che durante la stagione ci sta, che tutte le squadre hanno, accentuata dal caso-Vlahovic che di sicuro turbava l’ambiente, dall’arrivo di due, ora tre, giocatori da inserire in un telaio di gioco per loro nuovo.

E’ chiaro che senza la vicenda Vlahovic, se tutto fosse rimasto tranquillo, se l’allenatore avesse potuto lavorare con lo stesso gruppo, ci sarebbero stati meno contraccolpi, più serenità e più continuità, ma proprio perché la Fiorentina è dentro a questo tipo di situazione certamente non creata dai suoi dirigenti e che in qualche modo andava risolta, andrebbe sostenuta di più, dovrebbero essere capiti e giustificati gli errori di tutti. Dell’allenatore e dei giocatori. Non all’infinito e per sempre, ovvio, ma in questo momento specifico assolutamente sì. Senza se e senza ma.

Anch’io non ho capito perché sabato ha giocato Nastasic, ad esempio, ma per questo metto in dubbio il valore dell’allenatore?

Anche per lui alcune certezze sono venute meno e deve ricostruirle attraverso alcune modifiche. Callejon è un altro esempio. Perché lo fa ancora giocare? Perché lui sa come si deve muovere in campo, in automatico, e sabato scorso non ti potevi presentare contro la Lazio con due giocatori nuovi su tre in attacco.

Ha sbagliato scelta? Forse. Verrà il tempo di Ikonè, spero anch’io arrivi prima possibile, ma una squadra che gioca un calcio organizzato come quello della Fiorentina ha bisogno di far assimilare i movimenti a tutti.

Come mai invece Vlahovic e Zakaria nella Juve hanno giocato subito? Ovvio. Quello è un calcio basato più sui singoli e meno sul collettivo. Il giocatore deve portare poco più delle sue qualità. La Fiorentina invece è cresciuta, è andata fino ad oggi oltre i suoi limiti, proprio per il gioco e il gioco va imparato. Poi, diciamola tutta, l’organico non è sicuramente completo come quello delle squadre che stanno davanti.

Sabato non ha funzionato la fase difensiva anche perché Torreira ha giocato la peggior partita della stagione. Non c’era proprio. Ma Torreira reduce da un viaggio intercontinentale e dal Covid che mette a terra anche un comune mortale figuriamoci un atleta (chiedete a chi l’ha avuto) ha dovuto giocare lo stesso perché Pulgar è stato ceduto con Amrabat in coppa d’Africa. Nell’aggressione alta alla palla per non far ripartire i contropiede e ritardare l’azione Torreira è fondamentale. Contro squadre meno forti puoi supplire, con la Lazio di sabato e giocatori come Luis Alberto e Milinkovic o Immobile non c’è partita. Diciamo anche questo nell’analisi di una gara che non c’è piaciuta affatto.

Allora, dopo aver visto cose che non funzionano, chiediamo all’allenatore di apporre correttivi, aspettiamoci prestazioni migliori e ne abbiamo viste tante in stagione, ma diamo anche il tempo per l’inserimento definitivo di Cabral, Ikonè e Piatek.

A gennaio servirebbero giocatori pronti e questi non sono pronti. Fine. Berardi? L’avrebbero voluto tutti, non solo Italiano. Ma voi li avreste spesi 35 milioni e passa per un giocatore di 28 anni? Con un obiettivo immediato tipo Champions o altro sicuramente sì, ma questa squadra deve ancora fare uno step per essere competitiva a certi livelli. Non dimentichiamo mai che l’anno scorso e l’anno prima e quello prima ancora, questa squadra era in zona retrocessione. Il salto è già da applaudire.

Tornando ai nuovi, detto e ripetuto che un altro Vlahovic non c’è, c’è da puntare su una crescita della squadra (speriamo) e nel loro inserimento più rapido possibile.

Qualcuno ha già etichettato Cabral. Non lo faccio, non sarebbe corretto. Ha fatto vedere buone cose, altre meno, cosa poteva dimostrare sempre secondo voi dopo tre giorni?

Morale: sapete cosa vorrei in un mondo viola ideale?

Che in questo momento fosse messa al primo posto la comprensione e non la contestazione.

E ve lo dice uno che quando nel calcio vede cose o persone sbagliate non guarda in faccia nessuno.

E’ un momento di svolta, il dopo Vlahovic va accettato e modellato. Siamo a una ripartenza. La critica giusta aiuta e gli errori non vanno nascosti, per nessuno, ma oggi mettiamoli in secondo piano per spingere tutti nella stessa direzione, compattare e ripartire.

Perché lo dico?

Perché vedo un progetto calcistico interessante e propositivo a medio termine, un allenatore bravo che va aiutato a crescere e può diventare un top, un presidente che può stare simpatico o antipatico, ma è ambizioso, mette i soldi, non ama buttarli, è vero, ma li mette. E c’è una squadra da migliorare, ma con buone basi.

Essere in zona Europa (c’è una gara da recuperare) non vuol dire che questa Fiorentina fosse fatta per essere lì, ora c’è per tanti meriti e i demeriti sono relativi. Ripartiamo da lì, ripartiamo senza Vlahovic è vero, ma pensando che non si poteva far niente per tenerlo e ha portato in cassa 80 milioni con  tre giocatori di buon livello in campo. Spendeteli bene quei soldi, questa ora è l’unica cosa che deve essere chiesta ai dirigenti. E basta fare paralleli, paragoni, ragionare di rimpianti.

Voltare pagina è l’obiettivo nel breve. Con le stesse armi: lavoro dell’allenatore, dedizione dei giocatori, ma anche ambiente che pensa positivo.

In questo quadro, al di là dei nuovi, mi aspetto in assoluto qualcosa di più da Nico Gonzalez. Ha la qualità per farlo. Ma anche Castrovilli deve reagire per uscire da questo limbo di giocatore che sembra chiedersi “chi sono e dove vado”. E’ cresciuto Sottil, sembra più maturo in tutto: questo è un altro frutto del lavoro di Italiano.

Credo che la partita di giovedì prossimo contro l’Atalanta, al di là del risultato, come in altre occasioni, possa arrivare al momento giusto per dare a questa squadra la spinta necessaria per rifarsi da subito. Un’occasione per tornare ad essere la Fiorentina che ci piace.