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BELLA L’AMERICA, MA ORA PARLIAMO DI CALCIO. MONTELLA STA LAVORANDO BENE, I GIOVANI CRESCONO: A PRADÈ IL COMPITO DI CAMBIARE PASSO. PERCHÉ COMMISSO NON PUÒ SOGNARE GRANDI COLPI? CHIESA È IL PRIMO. IN SETTIMANA L’INCONTRO CON BABBO ENRICO

di Leonardo Bardazzi

E ora parliamo di calcio. La tournée americana è servita per fare un po’ di pr, una specie di campagna elettorale per aumentare i ricavi e far conoscere la Fiorentina anche al di là dell’oceano. Divertente il giro in barca fino alla Statua della Libertà, bello l’abbraccio alla comunità italo-americana di New York, così come la presentazione della maglia sull’acqua, l’annuncio di Montella a Times Square e la presenza dei dipendenti della Mediacom sugli spalti degli stadi in cui ha giocato la Fiorentina. Tutte cose che potranno tornare utili per il marketing, per aumentare il famoso bacino d’utenza e l’interesse intorno a un club che rappresenta una delle città più belle del mondo ma con un fatturato immobile ormai da anni.

Il calcio però è un’altra cosa, Montella non può allenare con una temperatura di 38 gradi e con una squadra ancora tutta da costruire. Il ritorno in Toscana in questo senso potrà essere molto importante: basta giornate in stile Valtour, basta visite programmate come se la Fiorentina fosse un gruppo di vacanzieri in cerca di fotografie da far vedere ai familiari rimasti a casa. C’è bisogno di lavoro, di sudore, di tattica. Le partite vere sono ormai alle porte e il tempo stringe. Per l’Aeroplanino, come per Pradè. 

A Montecatini saranno giorni importanti, la struttura è ottima e il calore dei tifosi (ne sono previsti a migliaia in pochi giorni di allenamenti) non potrà che far bene allo spirito. Montella, nonostante le difficoltà, ha lavorato benissimo. La squadra ha già una sua filosofia, pressa, corre insieme e tiene la difesa alta. E’ lo stile che ha portato grandi risultati qualche anno fa, ma allora c’erano Pizarro e Borja, Gonzalo e Aquilani, Jovetic e poi Pepito, senza dimenticare Alonso, Ljajic, Joaquin e Cuadrado. Dagli States, questo sì, ci portiamo dietro qualche certezza in più sui giovani: Vlahovic è maturo, ha talento e fa già i movimenti da bomber di razza. E’ una risorsa straordinaria, guai darlo via. Pensare di rinunciare all’acquisto di un bomber più esperto però sarebbe un rischio. Simeone ha dimostrato di essere in difficoltà nel giocare da unica punta e Dusan, pur eccellente, ha bisogno ancora di tempo per completare la maturazione. Ci vogliono una punta, un regista di classe, un terzino, una mezzala e un altro esterno che accompagni l’azione insieme a Chiesa. Da qui non si scappa. Lo sa Pradè, lo chiede Montella e lo sa pure Commisso. 

Leggo a proposito che per la Fiorentina gente come De Paul costa troppo, che addirittura Madragora (con tutto il rispetto) sarebbe troppo caro per le casse viola: ma chi l’ha detto che Rocco non può spendere? Nessuno ha ancora capito il reale budget a disposizione e per questo occorre solo aspettare le mosse. Con fiducia. La Fiorentina in fondo è una società sana, non ha un euro di debito con nessuno e potrà permettersi di non fare troppi calcoli. Poi potremo fare un’analisi più sensata, senza ricorrere ai vecchi cliché dell’autofinanziamento o del fair-play finanziario. Che esiste ovviamente, ma che impone paletti solo nel triennio e comunque a squadre qualificate per l’Europa. Volendo insomma le possibilità per investire ci sono eccome.

E visto che Commisso è ricco, ambizioso ed entusiasta, non ci sono motivi per non pensare a un grande agosto viola. Il “Chiesa resta” a tutti i costi è già stata una gran bella dimostrazione di forza: perdo denaro? Pazienza, alla Juve non ti mando comunque. Della Valle, quand’era nel clou della sua gestione, fece lo stesso con Toni e Mutu, e non a caso la Fiorentina allora era la più bella realtà calcistica dietro ai soliti noti. Con i Chiesa comunque è atteso un altro faccia a faccia in questi giorni, giusto per ribadire la posizione di Commisso e Barone e magari per tentare di intavolare un’ipotesi di rinnovo. Difficile che babbo Enrico accetti di firmare, ma le cose potrebbero cambiare un po’ più avanti, magari con la prospettiva di firmare una clausola rescissoria o con la promessa non scritta di andarsene tra un anno. Non alla Juve comunque, almeno questo è quello che mi aspetto da Commisso.

Rocco ha già capito alla perfezione cosa significhi la Fiorentina per i fiorentini e anche per questo difficilmente cederà un suo gioiello alla Vecchia Signora. Scherzi del destino (per lui che in fondo ha sempre simpatizzato bianconero), ma anche patti non scritti per continuare a farsi amare. Chiesa sì dunque. Ora non resta che mettergli accanto quattro o cinque giocatori alla sua altezza.