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BORJA MAYORAL PER INIZIARE. LO SPAGNOLO, UNA SOLUZIONE SEMPLICE. IL TALENTO ALVAREZ VALE UNO SFORZO. GENNAIO PUÒ FAR DECOLLARE I VIOLA. ITALIANO, ESAME MILAN SENZA DIFESA.

di Mario Tenerani

Partiamo da una considerazione: il mercato di gennaio non deve riparare nulla, ma al contrario trasformarsi in un’opportunità da non sprecare. Se la Fiorentina, come tutti si augurano, dovesse arrivare alla riapertura delle trattative nella posizione attuale di classifica, varrebbe la pena rafforzarla con intelligenza. Per provare ad irrobustire le speranze europee. Traguardo difficile, ma non impossibile. Per renderlo possibile occorre una Fiorentina più forte, corretta nel reparto che più di altri necessita di interventi. L’attacco, naturalmente. E tutto questo al di là della delicata questione Vlahovic. A prescindere, infatti, che il serbo saluti Firenze a gennaio. Eventualità al momento meno verosimile. A giugno, invece, la cessione dovrebbe essere certa. Prima fase: allargamento del reparto offensivo perché carente sul piano numerico. Seconda fase: sostituzione di Vlahovic. Sei mesi di tempo per procedere al completamento di queste due operazioni. 

Partiamo dall’attualità: Borja Mayoral è una via d’uscita interessante. Alcuni elementi sembrano convergere per il suo arrivo a Firenze: piace alla Fiorentina, lui non ne può più di stare a Roma ad ammuffire - Mourinho lo ha fatto fuori da un pezzo -, il Real non tollera che l’attaccante sia così poco utilizzato, il giocatore gradirebbe il club viola e infine, ma si fa per dire, nella stagione scorsa l’attaccante giallorosso ha realizzato complessivamente 17 reti e alcuni assist. Il valore non si discute. Poi si è imbattuto in Mourinho ed è calato il sipario. 

Borja Mayoral non deve essere il sostituto di Vlahovic, ma la sua alternativa. Non sembrano adatti a giocare assieme, entrambi punte centrali, ma in qualche spezzone di gara il doppio centravanti può diventare una carta da sfruttare. 

E non solo: se c’è da da dare un cambio al serbo in corso d’opera o per una sua assenza, la Fiorentina può contare finalmente su un subentrante. Kakorin è sempre fuori, non è escluso che a gennaio faccia le valigie. Borja Mayoral intanto per cominciare. In estate, poi, l’acquisto pesante per non rimpiangere Vlahovic. 

L’altro nome cogente della narrazione viola è quello di Alvarez, targato River Plate, una garanzia. Trequartista, esterno offensivo, seconda punta, simile a Lautaro Martinez, fate voi. Complementare a Vlahovic, non alternativo. Si stanno muovendo tutti per aggredire questo obiettivo e il River, bottega cara, si frega le mani. C’è anche la Juventus, la stessa società che vorrebbe Vlahovic. Un motivo in più per la Fiorentina per non cedere ai bianconeri il gioiello serbo. Intrecci di mercato, con missili che volano ad altezza uomo. Alvarez è un altro affare complicato, ma con decisione e convinzione, cioè spendere una cifra ragguardevole, si può portare a casa. Un colpo così servirebbe alla Fiorentina, sia per il campo che per il fuori. Sarebbe un gran segnale alla concorrenza. Una dichiarazione di intenti, una sorta di discorso programmatico, una terrazza con vista sulle ambizioni. 

Alla ripresa del campionato per Italiano ci sarà l’esame Milan e il tecnico viola lo affronterà senza difesa… Milenkovic e Quarta squalificati, Nastasic acciaccato, coi centrali la Fiorentina è messa malissimo. Resta solo Igor, poi c’è la fantasia. Venuti? Pulgar? O chi altro se non dovesse recuperare Nastasic? Lollo ci pare la soluzione meno impattante. Pulgar in gioventù ha fatto il difensore, ma non è un fulmine. In quella posizione occorre una certa rapidità. 

Italiano, ormai lo conosciamo, non cercherà alibi perché le scuse sono il bagaglio degli sconfitti. Italiano se la giocherà col Milan, come sempre. Consapevole di avere davanti una squadra fortissima allenata da un vecchio amico viola, Stefano Pioli. Il Milan lotta per lo scudetto, senza se e senza ma. La Fiorentina lotta per restare lì, in quella zona di classifica che restituisce un sogno ad una piazza stressata dagli ultimi tre anni. Sarà una bella sfida, ne siamo sicuri.