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C'È MURIEL, GLI OCCHI DEL MONDO VIOLA SONO SU MALTA. A TORINO GLI STESSI 11 DI GENOVA, IN FUTURO IL TOP SAREBBE IL TRIDENTE PJACA-MURIEL-CHIESA. IL CROATO VUOL RESTARE: UN SEGNALE DI CARATTERE CHE FA BEN SPERARE. LA COPPA ITALIA È LA NOSTRA EUROPA

di Leonardo Bardazzi

Debutta Muriel, gli occhi del mondo viola sono tutti su Malta. Il nuovo attaccante viola stimola curiosità e interesse, di talento ne ha da vendere e proprio per questo il suo acquisto è stato accolto con entusiasmo: ma come sta? Quanto servirà aspettare per averlo al massimo? E sarà davvero in grado di prendere la Fiorentina per mano? Tutti interrogativi aperti ai quali potremo iniziare a rispondere da stasera: nel triangolare organizzato ad hoc, Pioli lo butterà subito nella mischia. Centravanti puro, in un tridente con Chiesa e Thereau. Sarà interessante capire il suo feeling tecnico con Chiesa, se la sua voglia di rivincita potrà fargli bruciare le tappe per inserirsi in squadra e dimenticare le delusioni spagnole. Ma soprattutto sarà fondamentale capire se potrà essere utile già a Torino, in coppa Italia, in una partita da non sbagliare assolutamente. 

Per domenica però mi aspetto la stessa identica Fiorentina di Genova. A Marassi i viola hanno giocato una delle migliori partite dell’anno, certamente la più bella da due mesi a questa parte. Hanno dominato il gioco e pressato a tutto campo: il ritiro - parole di Pioli - sta servendo proprio a questo, a non perdere concentrazione e brillantezza in vista di due partite delicatissime, il Toro e lo scontro diretto in campionato contro la Samp. Noorgard a centrocampo merita un’altra occasione, perché con lui la squadra è più ordinata e lascia Veretout libero di svariare. Se poi Corvino riuscirà a portare a casa un regista (Diawara, anche in prestito, sarebbe il top), meglio che mai. Nel frattempo però il danesino si è guadagnato fiducia. Per Muriel semmai potrà esserci spazio a gara in corso, perché i suoi scatti, i dribbling e la fantasia condensati in 20-30 minuti di partita, potrebbero diventare determinanti. A Malta però guarderò con curiosità anche Pjaca, che proprio in questi giorni attraverso i suoi manager ha ribadito la voglia di restare a Firenze e scalare le gerarchie viola. Finora ha deluso, ha perso il posto in squadra e si è intristito. La Juve preme per cederlo in Premier, per lui quindi sarebbe stato facile dire addio e ripartire da un’altra parte, magari con la maglia da titolare assicurata. Invece no, Marko vuol cercare il riscatto qui: un bel segnale di carattere e determinazione, che forse aiuterà per togliere la ruggine che lo ha condizionato finora. Come già detto nei giorni scorsi, la Fiorentina ha bisogno di aumentare il tasso tecnico generale, ha bisogno di rigenerare l’attacco e renderlo meno prevedibile, meno Chiesa-dipendente. Con un Pjaca in più e con Muriel in palla, sarebbe tutto più facile. Il massimo sarebbe avere un tridente con Pjaca trequartista, Chiesa seconda punta e Muriel centravanti. Sarebbero dolori per tutti, questi tre parlano la stessa lingua calcistica e hanno tutte le carte in regola per far divertire Firenze. Resta valida comunque anche l’ipotesi del doppio centravanti (Pioli lo ha detto chiaramente), ma molto dipenderà dalle prestazioni di Simeone, un’altra delle cocenti delusioni di questa prima metà d’anno viola. 

Mi piace comunque lo spirito che guida questa Fiorentina, mi piace l’idea che, dopo la beffa del Tas, tutti abbiamo il tarlo nella testa di prendersi l’Europa sul campo. Ora sta a loro, a Pioli, ai giocatori, alla società, dimostrare che la rimonta è possibile. Il tutto senza dimenticare la coppa: Della Valle in bacheca ha ancora zero titoli e la cosa, dopo quasi 17 anni di presidenza, pesa parecchio. Mi auguro che il segnale arrivi chiaro anche ai giocatori: oggi come oggi, la coppa Italia è la nostra Europa. Il Toro è avversario tosto, ma certo non superiore alla Fiorentina. Sarà una partita molto equilibrata, in campionato i granata giocarono meglio, ma Pioli si presentò con una formazione sperimentale e finì per accontentarsi del pareggio. A fare la differenza stavolta potrebbero essere i dettagli. E per questo, il ritiro e il buon lavoro fatto sul campo di Malta, potrebbero diventare preziosi alleati.