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C’ERA UNA VOLTA ROMA-FIORENTINA, ORA E’ SOLO UN DERBY TRA DELUSE. BATI, UN TUFFO NEL PASSATO PER NON VIVERE IL PRESENTE. LA PAZIENZA DEI TIFOSI E’ FINITA, MONTIEL MERITA UNA CHANCE

di Leonardo Bardazzi

C’era una volta Roma-Fiorentina, la partita del record dello scorso anno (fu la sesta vittoria di fila viola), delle imprese di Salah in Europa League, della doppietta di Gomez in coppa Italia. C’era una volta l’impresa viola del mitico 7-1, appena due mesi fa, quella dello sballo collettivo e del sogno a occhi aperti di raccontare una Fiorentina protagonista. Viva. In grado di far rivivere le emozioni perdute nel tempo, con Batigol che alza la coppa e i 40mila del Franchi che aspettano la squadra fino a notte fonda. Oggi invece Roma-Fiorentina è il derby delle deluse, una partita mesta nella quale si parlerà più dei fischi del pubblico che del gioco in campo.

Tra giallorossi e viola le analogie sono tante: plusvalenze, giovani ancora acerbi, delusione del pubblico, patron contestati. La Roma, partita per essere protagonista in campionato e Champions, è sull’orlo di una crisi di nervi. Pallotta è finito nel mirino, Monchi se n’è andato e neppure il carattere di Ranieri ha rimesso a posto una squadra sbagliata. Se perdesse oggi, King Claudio potrebbe essere già al capolinea. Pioli invece è sicuro di finire almeno la stagione, ma la sua Fiorentina non ha più nulla da chiedere a questo campionato. L’ennesimo pareggio infatti è lo specchio della stagione: i viola sono una squadra incompiuta, il talento in attacco non basta a sopperire agli stenti del centrocampo e ai limiti della difesa. Manca la qualità per chiudere le partite, la maturità per gestirle, i cambi in panchina per sopperire alla fatica.

Batistuta d'altra parte ha riassunto tutto in una semplice frase: "Ho parlato con Pioli a inizio stagione e non aveva tante pretese, con questa squadra non si poteva puntare in alto". Più chiaro di così... La Fiorentina gioca a folate ma non vince quasi mai, segna e subisce, va sotto e rimonta, ma il risultato resta quello: X. E con le X non si fa classifica. Anche domenica la stessa storia: senza Chiesa e con Muriel stanco, i viola sono andati in vantaggio ma sono stati incapaci di difendere l’1-0, anche contro un Toro dalle corna spuntate. Il secondo tempo poi è stato così noioso che in molti hanno tolto in disturbo per andare a godersi Bati in Piazza Signoria.

Il compleanno del Re è stata l’occasione giusta per una fuga dalla realtà: tuffarsi nelle emozioni del passato per non vivere il presente. Per non pensare al decimo posto e ai dieci punti di distacco dalla zona che conta. Un brutto segnale, che la società dovrebbe analizzare con attenzione. Tra i tifosi però la pazienza è finita, Firenze chiede di più e onestamente è difficile darle torto. Per il futuro Di Francesco è un’ipotesi, Liverani, allenatore rivelazione del Lecce, un’altra. Vedremo. Di sicuro i Della Valle restano convinti che questa squadra potesse fare di più: in caso di flop anche in coppa Italia, non sono escluse sorprese. Nomi a parte però la vera sfida sarebbe rialzare il monte ingaggi e tornare a pensare in modo più ambizioso, perché la famosa dimensione di Firenze non sarà quella che porta chissà dove, ma nemmeno vivacchiare a metà del guado. Senza obiettivi.

Di domenica scorsa resta comunque il bellissimo impatto dei ragazzi della Primavera, una ventata di freschezza che potrebbe aggiungere un po’ di zucchero in questo amaro finale di campionato: e allora perché non lanciare subito Montiel titolare? Perché non provare a lanciare questo ragazzino mingherlino ma pieno di talento, perché non provare a capire se per l’anno prossimo non possa essere utile davvero? Tenerlo in Primavera ha poco senso, soprattutto in un progetto cosiddetto giovane: il suo sinistro è per platee più importanti, non a caso il Real Madrid gli ha messo gli occhi addosso da tempo. Mi auguro che già stasera all’Olimpico ci sia spazio per lui, continuare a puntare sui soliti Gerson e Mirallas, lo dicono i fatti, è una tattica che non paga. Se il pericolo è “bruciarlo”, secondo me siamo fuori strada. Firenze ha coccolato il giovane Malusci, ha goduto per Flachi, ha spinto Baba, Berna e Chiesa. Ed è pronta a difendere anche il suo gioiellino venuto dalle Baleari.

In vista di Bergamo poi, arrivano discrete notizie da Chiesa: stasera sarà in panchina, i suoi muscoli sono in miglioramento. Non siamo ancora fuori dai problemi, ma di certo, almeno parlando di Fede, si può essere un po’ più ottimisti. Per l’impresa in coppa, le sue accelerazioni servono come il pane. Prima di tutto però servirebbe ritrovare entusiasmo e convinzione, le armi del 7-1 e dello 0-2 dello scorso anno. Volatilizzate nel giro di poche settimane.