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CALLEJON E I GESTI CHE POSSONO CAMBIARE IL DESTINO. OGGI TORNA ROCCO, SARÀ ALLO STADIO SOGNANDO L’IMPRESA. LA COPPA L’UNICA VIA PER SENTIRSI GRANDI. POI SARÀ MERCATO. A CACCIA DI COLPI DA FIORENTINA

di Leonardo Bardazzi

Ci sono gesti che cambiano la vita, ci sono momenti che cambiano il destino. E a volte basta un semplice assist per ricominciare daccapo. La vittoria col Cagliari è stata molte cose. Una vittoria preziosa innanzi tutto, ma anche la molla per balzare su in classifica e rivedere Prandelli gioire al Franchi, l’occasione per riparlare della crescita di Vlahovic e dell’ottima prestazione di Martinez Quarta, uno che finora è rimasto nell’ombra ma che sembra calzare a pennello per pensare al futuro. 

Nella giocata di José Maria Callejon però c’è qualcosa di più. C’è il talento e la voglia di prendere la penna in mano per ricominciare a scrivere una storia che sembrava già segnata. Quell’assist al bacio, dove finalmente si è rivisto il pupillo di Sarri che manda in gol i compagni, è il primo segnale dello spagnolo qui a Firenze e può diventare il punto di partenza per ripartire insieme. Prandelli se n’è accorto subito e ieri ha mandato segnali inequivocabili: se Callejon è questo sono pronto a cambiare la Fiorentina, ha detto Cesare. Altro che esubero, altro che cessione insomma. José può finalmente voltar pagina, e con lui la squadra stessa, sempre attenta agli equilibri tattici certo, ma anche pronta a far esprimere i suoi talenti migliori. Cosa accadrà al rientro di Ribery lo scopriremo presto (forse già a Napoli), ma intanto oggi Callejon sarà ancora al suo posto. Là, sulla fascia destra, come piace a lui. La condizione non è ancora al meglio, ma la testa conta più di qualunque altra cosa. E l’entusiasmo può essere la benzina migliore per provare a fare l’impresa. 

La Fiorentina poi, oggi avrà una motivazione in più. A sorpresa infatti (tampone permettendo), Rocco Commisso sarà al Franchi e sosterrà i suoi già prima della partita. La società non ha confermato, ma il presidente ha risolto i problemi burocratici legati al passaporto della moglie e si è messo in viaggio verso Firenze, stavolta per davvero, stavolta senza indugi. Lo aspetta, ci aspetta, un periodo pieno zeppo di cose: dalla risposta del ministero sullo stadio, alla prima pietra del centro sportivo, dalla lotta per salvarsi, al mercato che finora è parso come ingessato. Rocco starà qui qualche settimana (quanto esattamente lo potrà dire soltanto lui), conoscerà da vicino Prandelli e sarà il solito vulcano di idee ed energia. Stargli dietro non sarà facile, per i cronisti e i dirigenti stessi, ma di sicuro Commisso dovrà prendere decisioni fondamentali in un momento importantissimo. Dentro e fuori dal campo. 

Dal club fino a ieri, sussurravano che gli acquisti sarebbero arrivati solo dal 25 in poi. Rocco però ha il potere per cambiare le cose. Prandelli ha chiesto di sfoltire la rosa, ma aspetta anche rinforzi che alzino il livello. Servono un esterno (Conti probabilmente) e una punta, senza negarsi la voglia di inseguire grandi giocatori come il Papu Gomez o chi per lui. Ne vedremo delle belle insomma e il passaggio del turno in coppa aiuterebbe parecchio ad accelerare le manovre viola. 

Tornando alla partita, l’Inter ovviamente parte favoritissima, ma la Fiorentina ha voglia di coppe e negli ultimi anni ha già fatto vittime illustri: per informazioni chiedere alla Roma (7-1) e all’Atalanta di Gasp. Conte ha annunciato turnover, Lukaku inizierà dalla panchina, Eriksen invece farà il regista. Il danese ha piedi di velluto, ma non è abituato a giocare così indietro. A Castro, fresco perché reduce da squalifica, il compito di non farlo respirare. Anche lui, come Callejon, avrebbe bisogno di una grande partita per tornare a brillare. Oggi ne avrà l’occasione. Senza Pulgar, toccherà a Borja far girare la squadra, Quarta sarà il vice Pezzella, mentre davanti l’unico dubbio è se confermare Vlahovic o rilanciare Kouame. Chiunque giochi, servirebbe una Fiorentina in versione Torino per passare il turno, di certo in coppa si riparte da zero, senza le tensioni della classifica e le preoccupazioni della zona retrocessione. I tifosi incrociano le dita: a maggio saranno vent’anni esatti dall’ultima coppa alzata dall’allora capitano Rui Costa. Tanti, troppi per non provare a dare un altro dispiacere a Conte e non sognare di passare ai quarti per sfidare il Milan di Pioli. Prandelli negli anni d’oro si fermò in semifinale proprio contro l’Inter di Mou, quella del triplete. L’ennesimo motivo per tentare il tutto per tutto e prendersi una piccola grande rivincita. Provaci Fiorentina, c’è Rocco che ti guarda.