CARICO, COINVOLGENTE, PIGNOLO E AFFAMATO: IL MARTELLO ITALIANO È GIÀ AL LAVORO E DOMANI SALUTERÀ FIRENZE DAL PIAZZALE: "CI TOGLIEREMO SODDISFAZIONI". IL CALENDARIO E L’IMPORTANZA DEL FRANCHI: LA FIORENTINA VUOL PARTIRE FORTE
Carico a pallettoni. Convinto e coinvolgente. Vincenzo Italiano non ha perso tempo. Si è tuffato nella nuova avventura con l’entusiasmo di un ragazzino, ha fame di successi e ha scelto la Fiorentina proprio perché ha i suoi stessi obiettivi. Domani, al Piazzale, la cartolina per eccellenza di una città ammirata in tutto il mondo, conosceremo meglio le sue idee, il suo credo calcistico, la strada che indicherà per riportare la squadra dove sogna Commisso e dove desiderano i tifosi. L’Europa è l’obiettivo dichiarato, quanto tempo servirà per conquistarla però, per il momento non può saperlo nessuno. Di sicuro l’approccio è stato giusto: colloqui con tutti, allenamenti tosti e ritiro, ancora prima di salire a Moena. L’entusiasmo, suo e della squadra, come ha detto lui stesso ieri sera attraverso i social viola, può essere la molla di tutto: “Ci toglieremo grandi soddisfazioni, sono convinto. Ho motivazioni altissime”.
Non c’è tempo da perdere, il lavoro da fare è tanto e il primo mattone è la mentalità. Italiano vuole entrare fin da subito nella testa dei suoi e rivoluzionare l’approccio al lavoro, non mollerà e non concederà pause a nessuno. E’ un martello, un piccolo Conte, come dicono coloro che ci hanno avuto a che fare e Vlahovic & C., lo hanno già capito. Per Dusan può essere l’uomo giusto al posto giusto, perché il giovane bomber viola ha la stessa fame del suo allenatore, la stessa smania di successo e di conquista. Insieme insomma potranno formare una bellissima coppia per il rilancio. Anche in società sono tutti soddisfatti dei suoi primi giorni viola: è pignolo, meticoloso, attento al particolare, metodico e soprattutto è un gran lavoratore, proprio come Commisso. A Moena naturalmente si comincerà anche a lavorare sulla tattica, sull’intensità di gioco e su quel 4-3-3 che dovrà trasformare la Fiorentina da timida a coraggiosa, da attendista ad aggressiva. Non sarà semplice, né probabilmente immediato. Ma la metamorfosi sta cominciando, supportarla, per la società in primis, sarà doveroso e fondamentale. Peccato per gli assenti, perché lavorare col gruppo al completo avrebbe accelerato il percorso. Gli argentini, Pulgar e Castro invece salteranno il Trentino, mentre Amrabat, operato, ne avrà per un paio di settimane. Meglio adesso che in corso d’opera comunque, Italiano nel frattempo potrà studiare a fondo ciò che ha già in casa e ciò che invece potrebbe fargli comodo per chiudere il cerchio.
Intanto oggi si scoprono le carte per il campionato che verrà. Il sorteggio del calendario infatti da sempre crea curiosità e fa capire che al fischio iniziale non manca poi così tanto. Partire forte sarà il primo obiettivo viola, questa squadra infatti ha bisogno come l’aria di tornare a sorridere, di sentire il calore dei suoi tifosi e di autostima. Ecco perché iniziare in casa, soprattutto se come pare dovesse esserci il pubblico, potrebbe essere un piccolo grande vantaggio. Quella che sta per partire è una stagione intrigante, l’Italia ha appena vinto l’Europeo e la coppa porterà passione e interesse anche alla serie A, con tante grandi firme della panchina che proveranno a vincere divertendo, come ha fatto Mancini. Allegri di ritorno alla Juve, Inzaghi nell’Inter campione, Mou romanista e Sarri laziale, senza dimenticare la splendida Atalanta di Gasp e il lavoro di Pioli (che pure ha perso per strada un paio di pezzi da novanta) al Milan: gli incroci che intrigano sono tanti, la voglia di ricominciare tantissima. Tra le sfide più belle però che anche la Fiorentina di Italiano. Un club storico, con una città passionale alle spalle, che riparte con un allenatore giovane, alla prima panchina importante della carriera, ma con un recente passato che ha strappato applausi, per i risultati ottenuti e la proposta di gioco. Per metterlo davvero nelle condizioni di stupire però, Italiano avrà bisogno di una mano concreta. A Gattuso erano stati promessi grandi sforzi sul mercato. E in fretta. Col nuovo allenatore la strategia, almeno per adesso, è cambiata: non per questo però la squadra va considerata pronta. I limiti infatti sono noti a tutti, le criticità pure. E tra queste vanno messi anche i giocatori che da tempo chiedono di andarsene. Come già detto nei giorni scorsi, luglio servirà per studiare. Agosto per comprare. Serve aumentare la qualità del centrocampo, aggiungere potenziali gol al talento di Vlahovic, un altro attaccante esterno che aggredisca le fasce e almeno un altro difensore centrale. Se poi Kokorin e Callejon si dimostrassero all’altezza, se qualche giovane come Sottil o Maleh stupirà, tanto meglio. Ma la Fiorentina, se vuol crescere davvero, oltre al talento del nuovo condottiero, ha bisogno di certezze.