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CARO SINISA, TI SCRIVO...

di Franco Ligas

Caro Sinisa, scusami se tralascio il Lei, non sono ipocrita, e uso il più diretto e semplice “tu”.
D’altronde è da anni che ci conosciamo. La prima intervista non istituzionale te la ho fatta a Bogliasco, giocavi nella Sampdoria. Travestito da “ispettore Ligas “ sono entrato nello spogliatoio e nel tuo armadietto ho scoperto che fra le altre cose c’era anche la TNT , la dinamite con la quale segnavi su calcio di punizione. Un giugno di tanti anni fa, giocavi con la Lazio, ci siamo incontrati al Forte Village, in Sardegna. Nonostante i bagagli da sistemare e i bambini da seguire mi hai concesso l’intervista. Non posso dimenticare che a San Siro, giocavi con l’Inter in Champion’s, ci siamo incontrati nel corridoio che porta agli spogliatoi. Da persone per bene ci siamo salutati fino a quando un cerbero funzionario dell’Uefa non mi ha cacciato fuori, voleva squalificarmi. Anche i giornalisti vengono sanzionati, naturalmente in maniera diversa. Per ricordare i ”tu per tu” con Nesta o Vieira. Insomma prima che un atleta, sei una persona travestita da “duro"  ma disponibile  e , soprattutto senza paura. Sei testardo e orgoglioso. Il campionato 2010/11 non ti è piaciuto anche se le attenuanti sono note. Sei l’allenatore di una squadra ma dopo 25 giorni di lavoro potresti vederla diversa, formalmente e sostanzialmente. Hai fiducia nella società e in Corvino sicuro che i partenti saranno sostituiti da pari valore,  se non di più. Da duro hai tenuto barra dritta quando la contestazione, a San Piero a Sieve, è uscita dalla corretta e democratica discussione dialettica. Sei tornato dall’Inghilterra presentando una Fiorentina con gli attributi e divertente. In quel poco che abbiamo visto in televisione si è  trovato quel gioco che ti abbiamo negato in passato. Nella tua campana di vetro  proteggi i giocatori dai toni e fulmini, ogni riferimento a Luca Toni è volontariamente voluto, che sballottano la navicella viola (non mi piace la ricerca del colpevole a tutti i costi anziché mettersi davanti ad una sedia ad Andrea Della Valle e sanare il sanabile. I Della Valle sono un capitale per Firenze e altrettanto, un capitale, lo è la tifoseria. Si può sanare, parlandone, la situazione delicata e riprovevole con i contestatori. Visto il momento delicato avrei ignorato, è democrazia, la querelle Prandelli-Tifosi-Nazionale-Federazione-Fiorentina. A proposito di Prandelli , caro Sinisa, era necessario attizzare il fuoco sottolineando la mancata convocazione di alcuni viola a favore di giocatori militanti in serie B? Non è che un lieve appunto perché la mia stima è certificata e sei pronto a una grande stagione. Purchè si cancelli il momento di calcio parlato (troppo e non produttivo) per quello giocato. Mi fido.