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CARTELLINI ROSSI AL VIOLA PARK, SERVE LA LISTA DEGLI INDESIDERATI PER OTTIMIZZARE IL LAVORO

di Donato Mongatti

In questi giorni la questione dei cartellini rossi al centro sportivo della Fiorentina, in quel di Bagno a Ripoli, ha occupato parte dei programmi radiotelevisivi e degli spazi delle testate che seguono i viola.
L'esclusione di Sandro Mencucci (ex dirigente della Fiorentina sotto la proprietà Della Valle e ora al Lecce con Corvino) è stata seguita, a stretto giro di posta, da quella di Maurizio Mancianti (appartenente alla Compagnia di Babbo Natale, nonché conosciuto in città per i suoi trascorsi in Consiglio comunale e altri incarichi tra cui quello di presidente del Panathlon). Se a Sandro Mencucci il divieto di accesso sarebbe stato imposto per responsabilità dirette (così hanno spiegato alcune fonti vicine alla società), la “colpa” di Mancianti sarebbe per necessitudo, ovvero essere sposato con chi ha espresso, alcuni anni fa, perplessità sulla costruzione del Viola Park.


La lista dei casi conosciuti è salita a tre: il giornalista Francesco Matteini, Mencucci e Mancianti. Ma ci sarebbero altri “sgraditi” non noti, che dopo l'apertura al pubblico del centro avrebbero subito la stessa sorte.
Il presidente Commisso potrà essere accusato di molte cose, ma non di essere incoerente. Lo promise e l'ha mantenuto: “chi non fa il bravo qui non entra”, ribadì il giorno del taglio del nastro del training center. E così è stato.
Innanzitutto va fatto un sentito applauso alla manovalanza della Fiorentina, perché se incasellare tra i “rei” Matteini e Mencucci (visti i rispettivi ruoli) non deve essere stato difficile, scovare “il marito di” dimostra una certosina applicazione. Roba da stacanovisti di primo livello. Niente da dire.


Però il risultato di questi “cartellini rossi”, nella stragrande maggioranza dei casi, non ha fatto altro che scatenare il becerume di chi prendeva le parti del club o degli infedeli.
Bisognerebbe correre ai ripari, perché indubbiamente questa situazione è spiacevole, sia per chi la mette in atto, sia per chi la subisce.


Una soluzione potrebbe essere una lista pubblica degli sgraditi. È chiaro che le maestranze gigliate già la posseggono, ma renderla fruibile a chiunque, risulterebbe un valido strumento per coloro che vogliono festeggiare al centro di Bagno a Ripoli con aperitivi e ribotte. Un elenco aggiornato frequentemente, con soggetti che vengono inseriti, ma pure che ne escono (non sono pochi coloro che in passato venivano additati come nemici e oggi sono considerati apostoli). Con l'indice aggiornato e i nomi dei partecipanti alla gozzovigliata si farebbe risparmiare tempo alla segreteria ACF, andando a depennare a monte chi risultasse da cartellino rosso ed evitando così telefonate spiacevoli. Immaginate una festa dove, tra gli ospiti, ci fosse un ex dipendente della Fiorentina di Commisso, che dovrebbe essere contattato dai vecchi colleghi per comunicargli che “qui non ti vogliamo”: imbarazzante no?


È chiaro che, per chi organizza la bisboccia, ci sarebbe da affrontare il problema che emergerebbe se tra i potenziali partecipanti ci fossero una o più persone non rispondenti al gradimento della società viola. Si tratterebbe di decidere. Stabilire se l'inserimento nel libro nero è condivisibile o meno. Trovare un altro luogo dove far entrare pure gli eretici, oppure depennarli dai commensali? Per fare la scelta non tornerebbero più utili le liste, ma una virtù che si chiama dignità.