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CASO ANTOGNONI: IL DOPPIO PUNTO DI VISTA

di Stefano Prizio

Già ve lo dissi in uno degli scorsi articoli, dopo Gianni Brera che produceva pura letteratura, il parlare e scrivere di pallone, è puro infotainment, non a caso ormai i cronisti vengono chiamati ‘opinionisti’.

E si sa l’opinione non è matematica, rovesciando un vecchio adagio.

L’opinione è malleabile e cambia, anche dentro un unico articolo, il racconto nel racconto è un artifizio letterario che non invento certo io.

Ma oggi per cambiare, proveremo l’articolo nell’articolo.

Iniziamo così: Giancarlo Antognoni è una, anzi la bandiera della Fiorentina, con la sua lunga e fedele carriera gigliata è sinonimo di viola e la Fiorentina, non può prescindere dalla  sua presenza, viceversa in questo periodo sembra in dubbio la sua permanenza nell’organigramma societario viola.

Avuta la notizia, la tifoseria ha comprensibilmente reagito in difesa del suo pupillo che sarebbe stato demansionato e messo a stipendio ridotto, un modo per accompagnarlo alla porta e forse liberarsi di lui.

Ma come recita il lenzuolo appeso alla cancellata dello stadio: ‘ una bandiera non si ammaina’ e Rocco Commisso dovrà giocoforza ripensarci e rispettare il sentimento dei fiorentini, dando ad Antognoni un ruolo importante con uno stipendio degno di tal ruolo.

E’ vero che il calcio non ha più bandiere, ma il rispetto per la storia è e deve essere un valore, specie nei confronti di un uomo che stava persino per dare letteralmente la vita per la maglia viola, chi non ricorda l’uscita assassina di Martina?

Ma cambiando punto di vista: è giusto premettere che a Firenze tutti vogliono bene a Giancarlo Antognoni, non è solo un fatto generazionale, anche se è ovvio che chiunque abbia tra i quaranta e i sessanta anni e lo ricorda calciatore, lo ama anche di più.

Tuttavia Antognoni è amato anche dai nonni e dai bambini che non lo possono aver visto ricamare magie sul prato verde.

Adesso, sembra proprio che il grande capitano, il dieci viola per antonomasia, non rientri più nei piani del club.

Non si capisce però se sia una questione di ruolo e mansioni, la Fiorentina gli avrebbe chiesto di occuparsi di settore giovanile e non più della prima squadra.

Oppure una questione di compenso che gli verrebbe decurtato fino a 40.000 euro all’anno.

Intanto sarebbe bene che Antognoni chiarisse, poiché se gli spiace essere ridimensionato nelle competenze e se ne va, può starci ed è comprensibile.

Se invece è un fatto di soldi, il tutto diventa meno nobile.

Taluni hanno persino definito la proposta economica viola  ‘offensiva’.

Eh no!

 Di grazia, 40.000 euro all’anno non è una proposta offensiva in nessun caso, sono infatti 3.000 euro al mese, che come diceva Totò: e cosa sono 3mila euro al mese e cosa sono…. E chi li ha visti mai?

 Volete invece sapere qual  è una cifra davvero offensiva?

Nel nostro paese presuntamente civile, un disabile non autosufficiente, percepisce 280 euro di pensione mensile, più 500 euro di ‘ accompagnamento, per 780 euro totali, quando una persona che lo assista, una badante, costa almeno il doppio al lordo, questo è offensivo e vergognoso, non i 3mila euro offerti ad Antognoni per seguire qualche ragazzino che gioca al pallone.

Va inoltre detto che Antognoni ha dato moltissimo alla Fiorentina, ma da questa ha anche ricevuto e non sta scritto da nessuna parte che egli abbia acquisito il diritto ad un posto di lavoro, retribuito più di 3mila euro al mese, vita natural durante, e superati i  65 anni, Antognoni ha meritatamente guadagnato nella sua vita, forse non tantissimo da calciatore, ma molto da dirigente, specie sotto la gestione Cecchi Gori, ma non vogliamo fare i conti in tasca al capitano.

Solo ragionare del diritto di un club, di un imprenditore come Commisso a scegliersi almeno i suoi dirigenti, i suoi fiduciari.

Infine, la battaglia contro la Fiorentina dei Della Valle per far rientrare Antognoni aveva un senso poiché  egli rappresentava la fiorentinità in seno ad un club che sembrava guardare quasi con antipatia alla città, qualcuno ricorderà che facevano arrivare persino il personale  spicciolo dalle Marche, pur di non prendere fiorentini, e comunque mai si parlò di stipendio allora.

Invece la Fiorentina di Commisso e Rocco stesso sono  inseriti bene  a Firenze e cercano il rapporto con la città , ecco che creare un casus belli tra club e tifo della vicenda Antognoni, ha poco senso, peraltro in un momento già complicato per la Fiorentina, l’augurio è che la diatriba si risolva da sola, magari con Antognoni che si adatti al nuovo ruolo e al nuovo stipendio oppure con Commisso che ne riscopra le doti di scout e dirigente apicale.

L’articolo in versione doppia finisce qui, ho dato la possibilità ai miei detrattori di avere un altro argomento per dire: ‘ certo  questo Prizio non ne azzecca una’.

E ai miei estimatori di poter dire: ‘bravo Prizio’.

Poi ci sarà pure chi commenterà: ‘Bada i’ Prizio che in piena atmosfera Zan, gli garba fare da potta e da culo’.

 A tutti spero d’aver strappato almeno un sorriso poiché in fondo si tratta di pallone.

Grazie comunque  agli uni e agli altri, poiché han fatto un atto di fiducia e mi hanno letto fin qui.