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CASO VLAHOVIC: CHI ROMPE PAGA E I COCCI SONO I SUOI

di Stefano Prizio

Confesso che avevo preparato un pezzo su altro, per provare a volare un po’ più alto, poi nella notte mi sveglio e mi dico chi sono io per chiamarmi fuori dall’esprimere un’opinione su Vlahovic?

Chi sono per esimermi dallo sport più in voga in riva all’Arno di questi tempi?

Già, perché torme di giornalisti, evoluti ( o involuti) al ruolo di opinionisti, tifosi vip, tifosi normali, ogni mattina al bar, tra un cappuccio e un maritozzo, parlano di lui, niente altro che di lui, tanto che il vecchio adagio presto cambierà in: ‘ tirano più due capelli di Vlahovic che un pelo di …’.

E Vlahovic, e il mancato rinnovo, e dove andrà Vlahovic, e secondo me è già della Juve, e i fischi a Vlahovic, e se la squadra gioca malino e perde è colpa di Vlahovic, e tutto il corollario di argomentazioni varie a piacere.

Ve l’avevo già detto che si sarebbe parlato di lui e solo di lui, lo dico anche se citarsi è inelegante (e anche scrivere in prima persona), pur essendo uno sport molto in voga tra i miei colleghi che sembrano quel cartone animato di Hanna e Barbera chiamato: “Wheelie and the Chopper Bunch”, dove la piccola motocicletta piuttosto petulante diceva con voce querula: ‘te l’avevo detto io… te l’avevo detto.. te l’avevo detto’.

In effetti ve l’avevo detto proprio in uno degli ultimi pezzi.

E adesso?

E adesso vale un altro sommo adagio: chi rompe paga e i cocci sono i suoi.

A dare il primo colpo letale al giocattolino è stato Vlahovic in coppia col suo procuratore, perciò se prende qualche fischio, sono affari suoi, anche se dal punto di vista dei tifosi è senz’altro controproducente fischiare un proprio giocatore.

Poi la responsabilità è in capo al capo, a Rocco Commisso, la cui uscita urlata su Vlahovic anche se umanamente comprensibile, non è stata la sua mossa più indovinata: curioso mettere all’indice il proprio calciatore più forte e determinante perché non rinnova ad un anno e mezzo dalla scadenza. Così come non è indovinato che in società manchi qualcuno in grado di contenere un tantino le esuberanze presidenziali, del resto Rocco è un self made man, ha sempre fatto da solo, e piuttosto bene visti i risultati del suo gruppo, ma il pallone italiano è un gingillino delicato, basta poco per mandar tutto fuori fase e gettare al vento le soddisfazioni che una squadra finalmente ben condotta da un allenatore con idee e forza di attuarle, stava regalando alla piazza delusa dopo anni grigi.

Quindi, chi rompe paga e i cocci sono i suoi che poi nel caso di Rocco Commisso, lui paga anche se non si rompe nulla, perché è il destino che si è scelto comprando una squadra di calcio di una città importante e con pretese come Firenze (grazie al Cielo due baiocchi da parte li ha).

Adesso, non c’è che attendere, ricorrendo all’ultimo proverbio: ‘calati giunco che passa la piena’.

Arrivare all’inverno senza troppi danni, poi comprare una punta e decidere se dar via Vlahovic, anche in base a come si sarà comportato fino ad allora e finire il campionato cercando di trarre lezione dagli errori commessi, ad esempio iniziare una stagione con un solo attaccante valido in rosa, a proposito ancora nessuno si è presentato assumendosi la responsabilità della scelta scellerata: Daniele?

Vincenzo?

Joe?

Rocco?

Sarà mica colpa mia?