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CHIAVI DELLE REGIA A BADELJ: IN MEDIANA ALTRA QUALITÀ. ATTACCO: ESTERNO IN ARRIVO. SIMEONE VUOLE RESTARE. MOENA: VERSO LA ROTTURA

di Mario Tenerani

Si può discutete infinitamente sulla valenza di un’operazione come il ritorno di Badelj a Firenze. Perché ricomprare un giocatore perduto a zero euro suscita sempre un velo di imbarazzo. Ma si può anche confrontarci circa l’opportunità di non avere trattenuto Badelj a Firenze, visto che un regista, stante il credo dell’ottanta per cento degli allenatori, è indispensabile. Stefano Pioli nella primavera 2018 aveva bisbigliato all’orecchio di Diego Della Valle un solo desiderio: confermare Milan Badelj. Sogno infranto…  

La società prova a limitare i danni ricomprando Badelj a circa 5 milioni - considerando che nell’ultimo anno sono stati risparmiati oltre 3 milioni di ingaggio lordi, Corvino aveva offerto 1,6 milioni per il rinnovo -, ci può stare. Volendo, potremmo andare oltre il mero ragionamento economico: Badelj è una sorta di simbolo per una Fiorentina che prova a ripartire, tentando di ricostruire, dopo un’annata fallimentare. Milan conosce lo spogliatoio, è legato a questo gruppo di lavoro, il medesimo che lo portò a Firenze qualche anno fa, e per questo si affida a lui. Senza dimenticare quel discorso emozionante e commovente pronunciato nella basilica di Santa Croce il giorno delle esequie di Davide Astori. Questo può spiegare meglio un affare che sembra una contraddizione in termini. Il calcio è anche il mondo dell’assurdo dove la stravaganza ha una propria forma di normalità. E poi diciamocelo con franchezza: perderlo è stato un errore, punto e basta. 

In mediana la Fiorentina continuerà l’operazione qualità: comprerà un altro centrocampista di fosforo. Uno che sappia giocare la palla, ma anche offrire una sana fase difensiva. Girano ancor tanti nomi, come Berge, ad esempio oppure Rongier o Demme. Interpreti veri di un centrocampo viola che ha necessità di tornare protagonista, dopo periodi bui, di vero anonimato. 

I vecchi saggi del calcio ci hanno sempre insegnato che nel mezzo niente era sprecato perché da lì partivano le idee. Dietro ci si poteva arrangiare costruendo in casa i difensori… Bei tempi…  Mentre la qualità offensiva andava acquistata, anche a peso d’oro perché faceva la differenza. Ecco, la Fiorentina andrà a caccia di un esterno offensivo: il ragionamento è chiaro. Montella vuole giocare col 4-3-3 anche se uno dei pregi di Vincenzo è quello di non essere un talebano dello schema. Montella disegna il modulo a seconda dei giocatori di cui dispone e non il contrario. Questo lo rende tecnico intelligente, non ottuso. Per il tridente servono sei giocatori: Boateng, Simeone e Vlahovic per il ruolo di centravanti anche se il primo può diventare un jolly, quindi Sottil e Chiesa. Ne manca uno all’appello. Su questo obiettivo si concentreranno le attenzioni dei dirigenti viola. 

Simeone è in una posizione scomoda, ma anche stimolante: il Cagliari lo cerca, e non solo questo club, ma la società viola sta immaginando di trattenerlo, puntando sulla sua voglia di riscatto. Senza dimenticare che un pilone come Boateng potrebbe liberare spazi interessanti per questo argentino pieno di garra. Non è un caso che Montella lo abbia sperimentato anche in fascia. Se Simeone resterà si troverà di fronte ad un campionato da dentro o fuori: ora o mai più. Tocca al Cholito, il tempo delle promesse è finito, ora servono risposte.

Chiudiamo con Moena: pochissimi giorni fa c’è stato un consiglio incandescente dell’APT locale. C’è tensione con la Fiorentina, accusata di aver portato via la squadra titolare nella seconda settimana. Pare che ballino 800mila euro di richiesta danni. La società viola offrirà le proprie motivazioni, ma è indubbio che il rapporto con Moena adesso è sfilacciato. I rumors raccontano di contatti con la Lazio per la prossima estate. Anche perché in Val di Fassa sono convinti che la Fiorentina di Rocco effettuerà un nuovo ritiro negli Stati Uniti. Ma manca ancora tanto tempo. Intanto c’è una squadra da formare e da rendere competitiva.