CHIESA ASSEDIATO, TUTTI LO VOGLIONO. E IL RINNOVO SI COMPLICA. LA FIORENTINA DEVE DECIDERE SE INVESTIRE SU QUESTO RAGAZZO D’ORO CHE DOMANI COMPIE 20 ANNI. ALLERTATO DA VENTURA. COL TORO PRIMO ESAME VERO. BABACAR METTE IN CRISI PIOLI
Domani Federico Chiesa compirà vent’anni. Auguri. Visto in campo, per la maturità che dimostra fa dimenticare a tutti la sua età, ma è anche per questo che attorno a lui si sta scatenando il mondo del calcio.
A vent’anni non era così forte Dybala, tanto per dirne uno. Ma neppure Del Piero, per allargare l’orizzonte. E se volete ci mettiamo anche Bernardeschi, mandato in prestito al Crotone per crescere.
Chiesa no, Chiesa a vent’anni è già un giocatore considerato pronto e per questo nel mirino di tutte le grandi d’Europa. Vi abbiamo già raccontato nella primavera scorsa delle attenzioni del Napoli, in estate dell’Inter e dello Zenith di Mancini. L’elenco di chi chiama direttamente il padre Enrico, si informa, o contatta intermediari legati alla Fiorentina è però lunghissimo.
Lo seguono tutti, dal Real in giù, mettete dei club e non sbagliate, il suo nome è sul taccuino degli osservatori internazionali.
Perché? Semplice. Il rapporto fra età del giocatore, capacità di fare gol e assist, maturità tattica, è assolutamente a livello dei grandissimi. Se non migliore.
Ma per lui si stanno muovendo anche gli sponsor più importanti come la Nike che non è contenta del contratto in essere, lo vuole ridiscutere e migliorare da subito per il timore che altri marchi lo corteggino. Si muovono pure i brand commerciali più noti per averlo come testimonial, la faccia pulita di Chiesa è un veicolo che in tanti corteggiano. Non è un caso se Sky (ad esempio) l’ha voluto come volto della sua campagna sul nuovo calcio che avanza.
Di tutto questo la Fiorentina dovrebbe essere contenta, orgogliosa. Chiesa è il successo più vistoso del professor Vergine e del settore giovanile che l’ha scovato e preso dalla Settignanese praticamente a zero.
Contemporaneamente, però, per la Fiorentina, Chiesa sta diventando anche una partita complicatissima da giocare. Una partita che andrà giocata bene, al massimo livello, senza sbagliare niente, con la consapevolezza che Chiesa è una risorsa, potrà dare molto in tutti i sensi.
Parliamo naturalmente del futuro, ma il futuro è adesso.
Non basta pensare che il contratto in scadenza nel 2021 dia delle garanzie. Sarebbe ingenuo. Oggi i contratti servono a poco. Con Chiesa la Fiorentina è già a un bivio, deve decidere in fretta se davvero vuole provare a tenerlo, se ha la voglia e la forza economica per investire su di lui.
La Fiorentina deve decidere in fretta se sfruttare l’occasione offerta da un talento così grande per rilanciare le sue ambizioni o se invece conviene il basso profilo e la replica di quanto fatto nell’ultimo anno praticamente con tutti i giocatori più importanti, da Gonzalo a Borja Valero, a Bernardeschi, cioè pensare soltanto a far cassa e risparmiare.
Alcuni incontri per il rinnovo ci sono già stati e non ci risulta un grande entusiasmo, almeno a sentire le voci che circolano. Chiesa non ha problemi. E’ felice a Firenze. Non scalpita.
La Fiorentina deve però essere conscia che il metodo-Corvino in questo caso non può funzionare, è un sistema vecchio che andava bene in un calcio che non c’è più. Pensare di chiudere la pratica passando da 500 mila euro al milione di ingaggio è solo un conto della serva. Usare con Chiesa il solito metro applicato altri giocatori della rosa, pensare a non sforare il monte ingaggi e a tutto il resto, rischia di diventare una operazione di retroguardia e un boomerang che presto tornerà alla base.
Il calcio di oggi è diverso. Il calcio di oggi racconta che Chiesa è una Ferrari e la Fiorentina deve decidere se può ancora permettersi di tenere una Ferrari nella sua scuderia. Se la risposta è sì, l’investimento deve essere proporzionato e rapportato a una Ferrari.
E non si può neppure pensare di tenere comunque una Ferrari anche se non si hanno i soldi per la benzina. Alla lunga tenere il mezzo fermo in garage lo fa svalutare e gli acquirenti sanno che prima o poi riusciranno a comprarlo a poco prezzo.
Scusate la metafora, ma faccio per spiegarmi meglio e far capire che il momento Chiesa, comunque, va cavalcato. Anche se, magari, stai già pensando di venderlo a giugno. A maggior ragione oggi lo dovresti trattare da top player, con un ingaggio adeguato. A giugno sarà più difficile portarlo via e chi lo vorrà dovrà pagarlo a un prezzo ancora più alto. Chiedetevi come mai Cairo ha alzato l’ingaggio di Belotti o la Juve ha portato Dybala a sette milioni, proprio per questo ragionamento.
Per quel che ne so, comunque, il discorso è avviato. Per andare oltre e uscire dal probabile-possibile impasse di chi è abituato a trattare a livelli diversi, probabilmente (come successo con Toni) sarà necessaria la lungimiranza e la veduta più ampia di un Diego Della Valle, tanto per non far nomi. Il compromesso potrebbe essere quello di blindare Chiesa per un altro paio d’anni, con un contratto suntuoso, per poi farlo decollare. Un po’ come ha fatto la Juve con Pogba. Qualunque strada decida di percorrere, la Fiorentina deve essere comunque conscia che giocatori come Chiesa in giro ce ne sono pochi e potrebbe diventare una miniera d’oro calcistica ed economica da sfruttare.
Nel frattempo godiamoci questo ragazzo, minimamente toccato da quello che gli ruota attorno. E questa è un’altra sua qualità straordinaria. I suoi compagni lo raccontano come un professionista forsennato in allenamento, con la voglia di migliorarsi tutti i giorni.
A proposito Ventura l’ha già messo in preallarme, la forza fisica, la concretezza e la gioia di questo ragazzo potrebbero essere una spinta e una carica nei due spareggi mondiali.
Nel frattempo domani sera contro il Torino c’è una bella vetrina e una sfida delicata. E’ il primo vero test per capire se i progressi messi in mostra dalla Fiorentina possono reggere l’urto di una squadra forte e organizzata anche se manca del suo leader Belotti.
Sei punti consecutivi hanno dato autostima ai viola. Il nuovo assetto tattico con Benassi centrocampista funziona, la Fiorentina ha un maggior equilibrio e Pioli la smetta di negare, non si preoccupi ad ammettere di aver cambiato sistema di gioco. E’ evidente che adesso la Fiorentina giochi con il 4-3-3 di base. Cambiare è segno di intelligenza, che vuol dire se il sottoscritto ed altri avevano suggerito questa mossa da agosto e lei ha sprecato sette partite. Non glielo rinfacceremo, tranquillo.
Il problema oggi, caso mai, è decidere cosa fare con Babacar. Problema che già altri allenatori viola hanno dovuto affrontare. Simeone sembra un po’ stanco, forse frustrato. Gli è stato chiesto troppo per la sua età e la sua esperienza. Il Babacar visto a Benevento potrebbe dare forza, fisicità e senso del gol. Io lo metterei dall’inizio. A volte rischiare paga, ma non sono l’allenatore della Fiorentina. Facci lei, direbbe Fantozzi.