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CHIESA, ECCO PERCHÉ NON SARÀ UNA BANDIERA E ANDRÀ VIA DALLA FIORENTINA. UN RINNOVO FRA LA LEGGE DEL CALCIO E LA CARRIERA. MERCATO SBAGLIATO, MA COMMISSIONI FOLLI AI PROCURATORI. PIOLI FINALMENTE CAMBIA

di Enzo Bucchioni

Il tema del giorno sembra essere il rinnovo del contratto di Federico Chiesa. Firma? Non firma?

Come se le sorti della Fiorentina dipendessero da questo ragazzo e invece non è così. I problemi sono altri.

E poi c’è il circo mediatico che spinge, lo vuol far diventare la nuova bandiera della Fiorentina, un po’ come succedeva con Bernardeschi un anno fa. Naturalmente mi auguro che la conclusione della vicenda sarà diversa, ma il problema è lo stesso. Identico. Evidentemente certa gente non impara la lezione e fatica a capire il calcio.

Ricapitoliamo.

Chiesa è un ragazzo che compirà vent’anni il venticinque ottobre prossimo. Guadagna 400mila euro e il suo contratto tanto evocato, non scadrà domani, ma nel 2021, fra quattro anni.

Bene. Mi sembra giusto che lo stipendio venga adeguato, Chiesa è uno dei migliori, se non il miglior giocatore della Fiorentina e guadagna invece come tanti. E’ altrettanto giusto che la Fiorentina cerchi di allungargli il contratto il più possibile, almeno di un altro anno, per cercare di tutelarsi e ancorarlo il più possibile.

Detto questo, però, tutti devono essere consci che allungare il contratto a un ragazzo del genere significa poco o nulla. 

Se vogliamo far chiarezza sul futuro di Chiesa prima di ogni altra cosa, ci sono due domande da porre e da porsi.

La prima, fondamentale: il ragazzo vuol rimanere a Firenze?

La seconda, eventualmente la Fiorentina ha la forza e la volontà di trattenerlo?

Il secondo quesito è il più interessante. Già l’estate scorsa attorno a Chiesa sono girate tante voci. Anche se qualcuno ha riesumato la notizia in questi giorni, vennero fuori tra luglio e agosto, ma anche prima, le offerte di Napoli, Inter e Zenit, tutte rifiutate dalla Fiorentina. Soprattutto De Laurentiis ha fatto una corte molto lunga al ragazzo, dalla primavera in poi, arrivando a offrire anche trenta milioni più o meno direttamente ai Della Valle durante le frequentazioni capresi.

Bene, Chiesa non è stato venduto soltanto perché non era il momento giusto, dopo tante cessioni, privarsi anche di questo giovane talento sarebbe stato inaccettabile, visto da tutti come una vera e propria dismissione, liquidazione della società. Si è deciso di soprassedere, di rifiutare, ma l’estate prossima il discorso potrebbe cambiare. Il motivo, chiaramente, è sempre economico.

Se non interverranno fatti nuovi, tipo la vendita della società, Della Valle non ha alcuna intenzione di derogare alla decisione dell’autofinanziamento. I manager della Fiorentina devono tirare avanti con i soldi in cassa. Stipendi, spese varie, la gestione completa della società che ha più di cento dipendenti, dovrà essere garantita soltanto dal puro bilancio dare-avere, senza risorse aggiuntive immesse dalla proprietà. Proprio per questo sono stati trattenuti in cassa dal mercato scorso una quarantina di milioni per le spese correnti, ma l’anno prossimo il problema si riproporrà e per reperire nuove risorse si dovrà necessariamente tornare a vendere. Ripeto, se non cambiano le condizioni, sarà impossibile rifiutare 40 milioni o quel che sarà per Chiesa.

Le uniche varianti potrebbero essere la cessione della società o la volontà del ragazzo deciso davvero a diventare una bandiera viola, a rimanere a Firenze a vita. Possibile nel calcio d’oggi?

Per me no, ma è logico lasciarsi tutte le porte aperte. Non ultima quella della speranza.

Se però ragiono e pur sapendo che Federico Chiesa ha alle spalle una grande famiglia, con dei valori e delle certezze, non posso dimenticare che il padre Enrico è stato un calciatore importante. Questo cosa mi porta a dire?

Che Enrico Chiesa sa benissimo, meglio di altri, che si cresce quando attorno hai dei campioni che ti possono aiutare tutti i giorni, quando sei in una società organizzata e vincente. Al di là dei soldi, se un padre pensa alla carriera e al futuro del figlio, lo dico a malincuore, solo per realismo, non può non pensare che il bene di Federico debba essere altrove. Lo stesso Enrico, fra l’altro, in un tempo dove bandiere e bandierine c’erano ancora, è andato dove ha pensato fosse meglio per la sua di carriera, dalla Samp al Parma, dalla Fiorentina fino alla Lazio e non solo.

Del resto, è logico che un ragazzo di vent’anni in carriera resti in una squadra mediocre come la Fiorentina di oggi, in grado al massimo di finire fra le prime dieci della classifica o è logico che punti più in alto? Rispondete voi a questa domanda, in coscienza.

E non ho parlato dell’aspetto economico, che potrebbe anche passare in secondo piano. Comunque, lo sappiamo, gli stipendi offerti dalla Fiorentina non sono purtroppo competitivi. O lo sono fino a un certo punto.

Chi osserva attentamente, poi, avrà di sicuro notato che il ragazzo, attento e intelligente, non si è mai lasciato andare a dichiarazioni sopra le righe. Non ha mai parlato di futuro, di bandiere e di cuore, ma della gioia del presente, dell’amore e la riconoscenza per la Fiorentina e i suoi straordinari tifosi. Punto. Futuro? Si vedrà.

Dico questo per realismo. Non è il tempo dei sogni. Chi vende fumo o ingigantisce la realtà e il valore di questa squadra, fa il male della Fiorentina. E’ il tempo del pane e salame, il caviale è finito da un pezzo.

Proprio per questo mi concentrerei sulle risorse, su come spenderle, e su come ottimizzarle. Non si può non sottolineare come a fronte di 72 milioni spesi sul mercato sia nata una squadra modestissima. Ma ancora più incredibile è la tabella dei compensi ai procuratori e agli intermediari pubblicata in questi giorni. La Fiorentina ha sganciato a questi signori quasi tredici milioni, più o meno come il Napoli che lotta per lo scudetto e gioca stabilmente in Champions. Più della Fiorentina hanno pagato soltanto Juve, Inter e Milan. C’è qualcosa che non torna se la Lazio, sempre per commissioni, paga meno di 800 mila euro in totale.

Ma è anche logico pensare al comparto tecnico, accompagnare Pioli nelle scelte e nei cambiamenti. E’ dall’estate scorsa, dalle amichevoli, che s’era vista una squadra in netta difficoltà con il centrocampo a due. Nessuno si confronta con Pioli? Ora, forse, qualche ripensamento c’è stato. Io continuo a proporre come faccio da mesi, il 4-3-1-2 con il rombo di centrocampo. Badelj, Veretout e Benassi con Saponara (se sta bene) trequartista. In attesa di Saponara si potrebbe fare anche il 4-3-2-1 con Chiesa e Thereau dietro a Simeone. Se poi Pioli pensa di avere gli uomini per il 3-5-2 è comunque un modulo di gioco più equilibrato. Quell’equilibrio fra fase difensiva e quella offensiva che fino ad oggi è mancato.