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CHIESA, LA FIORENTINA ASPETTA L’OFFERTA. MILENKOVIC RESTA. NIENTE PUNTA, IL MERCATO È PRATICAMENTE CHIUSO, MANCA SOLO L’ESTERNO SINISTRO. IN USCITA BOATENG E CRISTOFORO. STADIO, ROCCO DECIDERÀ PRESTO. NESSUNO VUOLE IL FRANCHI RASO AL SUOLO

di Enzo Bucchioni

Mancano soltanto undici giorni alla fine del mercato e fino a ieri sera nessun club italiano si era fatto avanti per Chiesa. La Fiorentina aspetta, sa che vendere Federico converrebbe a tutti, risolverebbe un caso aperto e difficile da gestire da qui alla scadenza del contratto nel 2022, ma ogni ora che passa trovare una strada percorribile è sempre più complicato e Rocco non vuole certamente svendere. La convinzione che alla fine resterà ancora in maglia viola è sempre più forte anche perché attorno a Chiesa è rimasta praticamente soltanto la Juventus. Ma i bianconeri, alle prese con un pesante passivo, devono vendere prima Douglas Costa e Khedira, probabilmente pure Bernardeschi. Non è facile chiudere in pochi giorni un’operazione come questa, molto costosa e collegata ad altri affari di mercato. Oltre alla volontà, cominciano a scarseggiare anche i tempi tecnici. Da Torino si sono mossi intermediari, la Juventus potrebbe offrire dieci milioni per il prestito e quaranta per il riscatto tra un anno. Possibilità o obbligo di riscatto? Tutto ruota attorno a questo interrogativo, ma una proposta vera e dettagliata nessuno l’ha ancora fatta. E non è in programma neppure un incontro fra Commisso e babbo Chiesa. La Fiorentina vuole aspettare la fine del mercato, solo allora e non prima, se il ragazzo rimarrà, sarà proposto il rinnovo del contratto.

Diverso il caso Milenkovic. Il presidente Commisso vuole trattenere il difensore in tutti i modi, il Milan si è defilato e punta su Nastasic e anche l’Inter dovrebbe prima vendere Skriniar. Anche qui i tempi sono stretti e non convincono appieno le soluzioni per eventualmente sostituire il serbo. Vendere Milenkovic (ipotesi) per quaranta milioni e poi spenderne venti per un giocatore meno forte (diciamo Izzo) non conviene.

Insomma, la Fiorentina è questa e quasi certamente resterà così. Manca soltanto un esterno sinistro, come vi abbiamo già detto spesso, una controfigura per Biraghi. L’identikit è quello di un giovane in carriera, ma capace anche di star tranquillo in panchina. Pradè è a Milano e ci lavora, ma lavora soprattutto alle uscite. Sono le cessioni che stanno impegnando in queste ore il Ds viola e sono tante. Il primo della lista è Boateng, un giocatore che ha portato lui. Diverse proposte sono già arrivate, ieri sera fino a tarda ora il Ds ha cercato una soluzione con il procuratore Crnjar. Più difficile piazzare i tanti esuberi “corviniani”, da Cristoforo a Eysseric e compagnia.

Oltre a questo, per Pradè potrebbero anche nascere operazioni di contorno come quella di Ceccherini che ha voglia di giocare di più e al Verona piace. Se l’affare si chiude Pradè si butterà sul giovane Bonifazi (che piace anche all'Udinese), ma anche un profilo diverso tipo Fazio potrebbe interessare se ci saranno le condizioni economiche. Rocco è d’accordo a non andare oltre, a lui la squadra piace, darà l’ok a eventuali altre operazioni last minute solo se in questo mercato senza liquidità dovessero spuntare delle occasioni da cogliere al volo. Difficile. Come difficile capire cosa succederà dello stadio. Franchi o Campi? Sfogliamo la margherita. Per il Franchi Rocco vuole la demolizione totale, il completo controllo e credo che anche con il decreto semplificazioni, sarà difficile ottenere il via libera. C’è già una vera e propria insurrezione, dagli ordini professionali a uomini di cultura. Una lettera è già stata mandata al presidente della Repubblica affinché vigili, si sta lavorando per una raccolta di firme. Hanno spiegato a Rocco questo clima? Anche Nardella che con Rocco non si è espresso pubblicamente, nei giorni scorsi disse testualmente: “Credo che nessuno, nemmeno i tifosi, voglia che il Franchi venga completamente raso al suolo. Questo è un impegno che mi sento assolutamente di prendere”.

Se ha cambiato idea nel giro di dieci giorni lo dica o almeno dica a Rocco che la nuova legge semplifica e velocizza, ma non è un lasciapassare per qualsiasi intervento. La Soprintendenza non ha più l’ultima parola, ma dovrà esprimersi, fra l’altro, anche il ministero dei beni culturali. Siamo sicuri che la politica non stia facendo perdere altri mesi a Rocco dopo il tempo buttato per la Mercafir?

E poi, aggiungo, siamo sicuri che nell’eventualità, intasare Campo di Marte con un insediamento del genere, più un mega centro commerciale e altra roba sia un’operazione lungimirante o fra dieci-vent’anni qualcuno maledirà certe scelte politicamente egoiste? Due cavalca-ferrovia da passare, viabilità difficile già ora, siamo sicuri che la tranvia risolverà tutto? Domande.

Allora torno a un vecchio discorso. La politica è buona politica quando programma il futuro passando per il presente, pensando all’oggi, ma soprattutto per le nuove generazioni. Il Franchi, ad esempio, ha quasi cent’anni, quando l’hanno fatto era in campagna o quasi. Lancio allora la palla al neo presidente Giani grande uomo di sport ed esperto amministratore. Perché non convocare un vertice di amministratori dell’area metropolitana e di cervelli illuminati per ragionare sullo stadio nell’hinterland tutti assieme, a Campi o dove volete, ideare un’opera straordinaria, da archistar, da proporre a Rocco per valorizzare tutta la zona, ma anche consentire a Firenze e la Fiorentina di avere un’opera all’altezza per anni e anni? E perché tutti assieme non farsene carico? Oggi Nardella sindaco della Città Metropolitana e Fossi dovrebbero incontrarsi, mi auguro si trovi un punto d’incontro per evitare inutili guerre di campanile e per ragionare nell’unico interesse consentito, quello pubblico.

Una cosa è certa: Rocco non aspetterà ancora molto. Prima di far ritorno negli Stati Uniti (fra un mese?) deciderà se optare per il Franchi o per Campi, questi sono giorni fondamentali, fra architetti, avvocati ed esperti. Per il Franchi sentire il ministero e il governo sarà un’altra tappa obbligata. Aspettiamo con ansia, da questa storia passa il futuro della Fiorentina. Eppur si gioca, direbbe il filosofo. Già, fra l’altro è cominciato il campionato.

Ho già parlato delle buone indicazioni tattiche venute dalla gara con il Torino. Che farà Iachini contro l’Inter? Il Vecchio Iachini, quello che doveva salvarsi, metterebbe Lirola a destra avanzando Chiesa al fianco di Ribery. Spero di no. Sarebbe il ritorno a una mentalità che ci piace poco.

Credo che il nuovo Iachini stia dicendo alla squadra che deve giocarsela sempre che deve trovare equilibrio pensando anche alla fase offensiva. Su quello che s’è visto con il Torino si deve continuare a lavorare. Mi aspetto quindi Pezzella (se recupera) in difesa e il debutto di Amrabat a centrocampo, poi gli stessi. Quindi, Dragowski; Milenkovic, Pezzella, Caceres; Chiesa, Bonaventura, Amrabat, Castrovilli e Biraghi; Ribery e Kouamè.


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