CHIESA NON È UN SIMULATORE: LA SOCIETÀ DEVE DIFENDERLO. ZONA CHAMPIONS MERITATA. VERETOUT PERFETTO, IL RESTO MENO: A CENTROCAMPO C’È DA LAVORARE
Forse sarebbe arrivato il momento in cui ci spiegassero l’utilizzo del Var. Il grande assente a Milano e Firenze, il protagonista più evocato. Mazzoleni e Valeri in campo, Irrati e Doveri in regia, nonostante vi fossero episodi più che dubbi, hanno pensato bene di ignorare la tecnologia. Sarà successo qualcosa rispetto all’anno scorso? Attendiamo con fiducia alcune delucidazioni perché il caos regna sovrano.
Il problema, però, che riguarda la Fiorentina, Firenze e chiunque voglia bene al colore viola non è tanto il rigore-non-rigore su Chiesa perché di episodi così è piena la letteratura del calcio. No, il problema è salvare Chiesa da un attacco mediatico chirurgico teso a “limitare” lo straordinario potenziale del miglior giovane italiano, destinato a diventare il miglior italiano in assoluto. Forse anche la Fiorentina, oggi in zona Champions da intrusa, quindi inaspettata, non suscita simpatie virali di fronte a chi vanta un doppio o triplo monte ingaggi, che ha speso ingenti somme sul mercato e che può sentirsi in qualche modo incalzato. Non ci sarebbe niente di strano perché il calcio è stato, è e sarà anche questo. Nessuno può pretendere di cambiare l’ordine di un equilibrio politico, ma invece può pensare di difendersi con gli artigli. Ecco il punto, la società viola deve alzare il livello del confronto, ancora più aspro.
La settimana scorsa ha regalato la novità di una Fiorentina battagliera dal punto di vista verbale dopo anni e anni di silenzio all’insegna di un Fair Play francamente incomprensibile ancorché inefficace. I dirigenti viola hanno tuonato dopo San Siro, tanto che in Italia qualcuno ha sussurrato: hai visto si arrabbiano perfino a Firenze…
Ieri sera altre dichiarazioni del presidente esecutivo in risposta alle insinuazioni promosse da Luca Percassi, autorevole dirigente atalantino. Benissimo, da qualche giorno a Firenze non passa più niente sotto traccia, ne prendiamo piacevolmente atto. Ma non basta o meglio c’è qualcosa di più importante: ora lo scontro innalza la propria cifra e va ad attaccare Chiesa, patrimonio della Fiorentina, in termini umani e materiali, visto che il ragazzo vale già 70 milioni di euro. Lo accusano di cadere troppo…
Peccato che sia il più picchiato della squadra, non solo perché è forte, ma anche per quel suo modo di giocare, di aggredire la palla, di scappare con lei in brucianti ripartenze. E’ facile restare in piedi quando ti randellano?
Il rigore, più o meno fasullo, è stato provocato da un affondo di Federico, così come la punizione che ha portato al gol di Biraghi, a proposito grande esecuzione del mancino viola. Fateci caso: i cartellini avversari arrivano spesso per falli ai danni di Chiesa. Uno “trattato” così può essere un cascatore? Un simulatore? "Va punito e non premiato se no diventa diseducativo”, come ha detto duramente Gasperini? E perché nessun manager viola ha risposto all’allenatore dell’Atalanta e ad un giocatore dell’Inter, Asamoah, - non un dirigente, ma un terzino dell'Inter - che ha parlato malissimo di Chiesa mettendolo in cattiva luce? La Fiorentina può assistere immobile di fronte al nuovo tiro al piccione o ha intenzione di muoversi?
Questa è la risposta che attendiamo dal vertice viola.
Sette partite, tredici punti, terzo posto in classifica insieme al Sassuolo - bella rivelazione, fermata ieri sera dal Milan - e Inter. Zona Champions meritata dalla Fiorentina perché i viola hanno dimostrato di avere un ottimo gruppo - evidentemente il mercato è stato centrato -, un impianto di gioco interessante e un allenatore molto capace. Certo, la partita con l’Atalanta è stato un passo indietro, lo ha riconosciuto con onestà anche Pioli dicendo che i nerazzurri avevano giocato meglio. Ma se la Fiorentina ha l’ambizione di diventare un grande squadra deve imparare a vincere anche le partite come quella con l’Atalanta, in cui soffrire è un dovere.
La Fiorentina è un insieme di cose positive con alcune parti perfettibili: il centrocampo è un settore sul quale Pioli deve lavorare. Veretout cresce di gara in gara, è perfetto in quella posizione. Mentre chi lo accompagna è più indietro: Edimilson e Gerson devono dare tanto di più, la mediana con loro quando viene attaccata soffre. I due devono capire in fretta come difendere in fase di non possesso. Quella e’ un parte di campo strategica.
Un altro che deve ingranare una marcia diversa è Pjaca: ci aspettiamo tantissimo da lui, è il suo talento che lo pretende.
Chiudiamo con i complimenti a Corri La Vita: si è celebrata la sedicesima edizione nel segno del colore viola. Oltre 35mila partecipanti, ma attendiamo i dati ufficiali. Una festa di una comunità ormai imprenscindibile, all’insegna della tradizione popolare, senso di appartenenza, tanta solidarietà e cultura. Insomma, la sintesi di Firenze.