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CINQUE ERRORI FATALI PER UNA VIOLA TRISTE: 1) CONFERMARE SOUSA 2) CORVINO ARRIVATO TARDI 3) TENERE TUTTI E NON FARE ACQUISTI VERI IN ESTATE 4) MERCATO SBAGLIATO A GENNAIO 5) SOCIETÀ SPESSO ASSENTE. SERVONO RISORSE: EUROPA A RISCHIO

di Enzo Bucchioni

Un’altra sconfitta esterna con la Lazio, purtroppo troppo simile a molte altre. A quella con l’Inter, a quella con il Genoa, tanto per parlare delle ultime. Questa squadra e questo allenatore vanno avvertiti: c’è da giocare anche il primo tempo. Entrare in campo nella ripresa non basta a vincere, ma (purtroppo) neppure a pareggiare. Tre ko esterni consecutivi fanno ripiombare la Fiorentina nel limbo della classifica, in quella zona grigia dove muoiono le ambizioni e si perde il futuro. Non bastano e non possono condizionare nel giudizio squarci di buon gioco, reazioni di carattere e qualche gol. Una squadra come la Fiorentina deve sapere affrontare e gestire meglio qualsiasi partita e qualsiasi avversario, è inammissibile finire per lunghi minuti in balia del Genoa che poi perde con il Palermo ultimo in classifica, o con il Sassuolo che è alla nona sconfitta consecutiva. La Fiorentina ha e deve avere ben altro spessore perché se è vero che la Lazio ha un organico più forte (come ha detto Sousa) è altrettanto vero che la Fiorentina come valore tecnico è fra le prime sei del campionato. Siccome oggi l’obiettivo è lontano e il rendimento non convince, conviene ragionare e non spargere sempre inutile ottimismo come è solito fare Adv quando piomba a Firenze e vede un microfono a tiro. Mi fa venire alla mente Vittorione Cecchi Gori quando continuava a dire: "Semo 'na forza", "C’avemo 'na forza". Spero di sbagliare.

Comunque non è più tempo di promesse, ma di fatti e un’analisi profonda della situazione forse sarebbe più logica e aiuterebbe a crescere. Ammesso che lo si voglia. Siamo alla fine di un ciclo iniziato nel 2012 con Montella? Lo temo fortemente, il tutto accelerato da una serie di errori che hanno portato a questa situazione strana di una squadra che potrebbe fare e non fa. Di un gioco che sembra esserci, ma non c’è. Di un allenatore che sembra bravo, ma la squadra non lo segue. Situazione pirandelliana e dico poco.

Tutto è iniziato a giugno quando l’allenatore Sousa andava esonerato e invece la Fiorentina ha pensato bene di tenerselo. E la considerazione "non possiamo cambiare un allenatore l’anno", non regge. Quando serve, serve. Era chiaro che Sousa avrebbe faticato a tornare in sintonia con una società che aveva pesantemente criticato in pubblico, del resto nel frattempo non era successo niente per fargli cambiare idea sul fatto che "la Fiorentina non ha ambizioni" e "io faccio la frittata con le uova che ho". Anzi. Forse la Fiorentina sperava si dimettesse, probabilmente a Cognigni faceva fatica pagare due allenatori, ma nel calcio è inutile rimettere insieme dei cocci rotti.

E qui siamo al secondo errore. Forse Cognigni si è illuso che riportando Corvino a Firenze sarebbe andato tutto a posto. A questa operazione ritorno ci ha lavorato per mesi, del resto serviva un uomo di calcio fidato e carismatico, magari uno per poi ammollargli tutte le responsabilità. I tempi sbagliati del suo ritorno, hanno fatto saltare in aria l’idea. Non si prende un direttore dell’area tecnica a giugno quando i grandi giochi sono già fatti, non c’è più tempo per fare le cose per bene, cambiare allenatore e fare un mercato come si deve. Poi forse anche Corvino ha perso la carica propulsiva e carismatica degli anni d’oro, il tempo passa per tutti. Cognigni pensava che grazie alla tutela di Corvino potesse mettere a posto anche il rapporto con Paulo Sousa, ma a volte è meglio non pensare...

E qui veniamo al terzo errore, il mercato. La storia del calcio insegna che quando ci sono dei giocatori normali che fanno stagioni straordinarie, forse è meglio cederli. Non tutti, ma qualcuno fra Vecino, Ilicic, Badelj, Kalinic e Borja andava venduto. E’ inutile e a volte dannoso tenere giocatori che hanno offerte di ingaggio superiori a quelli che può offrire la Fiorentina, la carriera e lo stipendio vanno assecondati sapendo trarre gli utili e i vantaggi. Naturalmente a patto di reinvestire gli utili. Soprattutto è la teoria conservativa che non ha funzionato, nei gruppi bisogna sempre reimmettere risorse nervose, energie fresche. Questo ha dentro la sensazione di non poter andare oltre, di aver dato il massimo e così tutto diventa frustrante. E anche certe scelte sono discutibili come quella di Tello (si era visto nei primi quattro mesi che non era adatto per il calcio italiano) e non solo. Ma per uno come Corvino non è facile comprare senza soldi.

La madre di tutti gli errori resta comunque il mercato del gennaio scorso. Tutto quello che di negativo è venuto dopo è colpa di quel mercato non fatto, anzi, fatto male. Servivano due-tre giocatori importanti per provare a restare fra le prime tre. Serviva un investimento, un rischio che Adv e Cognigni non hanno avuto il coraggio di prendersi. Visto quel che contano i due presidenti, lo stop è arrivato di sicuro da Ddv, il fratello vero. Ma è stato un errore strategico. Arrivare in Champions avrebbe significato svoltare, avere quei 50-60 milioni in più che sarebbero serviti ad alzare budget e stipendi. E se poi non fosse stato centrato il terzo posto, la Fiorentina poteva vendere giocatori per rientrare. I tifosi avrebbero  capito il coraggio dell'operazione e apprezzato comunque.

Un altro errore storico è l’assenza di questa proprietà che non può continuare a non fare sentire il suo peso sempre e comunque. Non bastano le benedizioni del fine settimana mordi e fuggi di Adv, e Cognigni (Gnigni per i tifosi) è solo un burocrate. La proprietà deve essere presente nelle trasferte, nelle partite. Sempre. L’allenatore e i giocatori devono sentirsi sulla corda. Come mai Marotta e Galliani, tanto per fare due nomi, sono sempre presenti ovunque? Domanda: alla Fiorentina basta Freitas? Non pensò.

Come ho anticipato nei giorni scorsi, giovedì c’è un Cda. Non credo che Adv abbia in mano tante risorse o idee per gennaio. Vediamo cosa deciderà Ddv. Del resto è difficile cambiare questa squadra perché i problemi che ha non si risolvono sul mercato di gennaio. Magari servirebbe un esterno sinistro perché di due (Milic e Olivera) non se ne fa uno. Magari si potrebbe restituire Tello e promuovere Chiesa. Piccolo cabotaggio. Conviene provare a rimotivare, a rimettere insieme per cercare la difficile impresa di riconquistare l’Europa League e far bene nelle coppe. Aspettando la svolta. Arriverà?

I sognatori possono pensare che prima o poi si ribalti la stagione, che il girone d’andata del primo Sousa diventi il girone di ritorno del secondo Sousa. Magari. Speriamo. Intanto giovedì  c’è il Napoli, la squadra più in forma del campionato, forse l’occasione giusta. Una grande partita da sfruttare emozionalmente. Un risultato positivo potrebbe ridare a questa squadra autostima e fiducia per ripartire dopo la sosta natalizia. E’ la speranza, tocca a Sousa e ai giocatori trasformarla in certezza.