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Clamoroso al Franchi, i viola vincono... La bufera è servita, ora la verifica a Parma. Paratici in arrivo, deve ribaltare tutto

di Mario Tenerani

La radio gracchia: “Clamoroso al Cibali… Anzi. Al Franchi, la Fiorentina ha vinto…”. Diamoci i pizzicotti sulle guance, è tutto vero. Da Udinese a Udinese, dal Bluenergy Stadium allo stadio di Firenze, dopo 210 giorni i viola riassaporano quel retrogusto dolce del trionfo in campionato, quel sapore buono che avevamo smarrito. Una cinquina ai friulani senza discussioni. Favorita, vero, dall’uscita sconsiderata al 7’ di Okoye contro Kean, che paura per Moise, ma resa possibile da una partita convincente della Fiorentina e una resa incondizionata dell’Udinese, squadra con valori, ma assai immatura. Dentro alla prima vittoria in A della stagione 25/26 ci sta questo e molto altro. Ognuno si faccia l’idea che vuole. In ballo anche molti forse, tanto per capirci. 

Forse il comunicato della Fiesole, con annessa contestazione è servito. Forse il cambio di modulo di Vanoli, quella difesa a quattro che in tanti, fin dai tempi di Pioli, avevano invocato senza successo come possibile strambata. Forse la sensazione di vergogna per quanto stava accadendo è riuscita a permeare lo spogliatoio. Forse la notizia dell’arrivo imminente di un famoso manager di calcio ha riportato qualcuno del branco viola a più miti consigli. Forse ci sarebbero tanti altri forse…  

Siamo solo all’inizio, ma la classifica è chiara: a 22 turni dal termine la Fiorentina ha 2 punti dal Pisa (penultimo), 3 dal Verona (terzultimo), 5 dal Parma quartultimo e quindi oggi salvo. Bene, sabato prossimo i viola giocheranno proprio al Tardini. Se non sarà una finale quella… Cinque gol all’arrendevole Udinese, ridotta pure in inferiorità numerica, non devono autorizzare nessuno a pensare che la malattia sia svanita, ma possono farci sperare in una cosa: la cura forse (ci risiamo…) è stata individuata. Si tratta solo di insistere su questa strada, a cominciare dall’assetto tattico che pare regalare un po’ più di fluidità di manovra. Cosi come Gudmundsson e Kean che sono tornati a segnare. Se funzionano loro, godono tutti. Fagioli dopo il Verona ha confezionato un’altra prestazione interessante: se Nicolò si sveglia l’orchestra suona divinamente. E Parisi? E’ uscito sotto gli applausi: se li è meritati, ma di partite così ne vogliamo tante altre. Anche perché la tensione non è dissolta. La Fiesole ha contestato anche a fine gara, i tifosi pretendono altri esami superati prima di riabbracciare questa squadra. “Tifiamo solo per la maglia…”. Chiaro, no?

La speranza è che nel lungo tunnel in cui si è infilata la Fiorentina, si cominci a scorgere in lontananza una fievole luce. Si tratta di farla diventare un faro immenso. 

La società ha trascorso un’altra settimana dimostrando tutta la propria inadeguatezza, ma sull’orlo del precipizio, a pochi centimetri dal crollo, ha scelto di scegliere anche se per adesso manca l’ufficialità. Ha individuato in Fabio Paratici l’uomo giusto a cui affidare tutta la parte tecnica e a cui affidarsi. La figura in grado di colmare quella voragine di non conoscenza e non competenza allargatasi sempre di più. 

Paratici ha un passato di lungo corso alla Juventus. A Torino ha vinto tantissimo e trovato anche un inciampo nella vicenda delle plusvalenze - ma negli ultimi a Torino hanno sbagliato tutto e tutti, quindi probabilmente il problema è più grande di Paratici -, ma anche alla Sampdoria in coppia con Marotta aveva lavorato benissimo. Poi la coppia si è sciolta, come spesso accade, tra i veleni. Paratici è un profondo conoscitore di calcio, con esperienza internazionale, uno abituato a seguire giocatori in tutto il mondo. E’ sicuramente un diesse più che in direttore generale. A Firenze si prenderà sulle spalle questo settore, delegando all’attuale diggi la parte che non riguarda il campo. Dallo stadio ai rapporti istituzionali. Se ogni dirigente viola torna a fare il proprio mestiere forse (di nuovo) la Fiorentina comincia a fare le cose per bene. 

E’ stata la settimana anche dei contatti con Giuntoli, altro pezzo da novanta del pallone italiano. Lui è più un direttore generale ed infatti sembra avesse chiesto carta bianca su tutto insieme al suo gruppo di lavoro. Ma questo avrebbe rappresentato un taglio troppo netto per le dinamiche della società viola. E alla fine è stato scelto Paratici perché verrà da solo, farà il direttore sportivo e al massimo si porterà dietro un capo scout. 

Paratici ha una missione: ribaltare la Fiorentina rimettendo i calcio al centro del villaggio perché a Firenze se ne erano perse le notizie… Magari oggi è il giorno decisivo. Forse… 


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