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CLASSIFICA IN LINEA COI PROGRAMMI: DOPO 8 GIORNATE TUTTO TORNA. CENTROCAMPO REPARTO SENSIBILE. PEZZELLA CRESCE SEMPRE DI PIU’

di Mario Tenerani

La sosta piace poco agli allenatori e hanno le loro ragioni. Le squadre importanti, e la Fiorentina lo è, si svuotano come serbatoi, lasciando al campo di allenamento un numero esiguo di calciatori. I tecnici lavorano con quel poco che hanno a disposizione. Non si fanno progressi, magari si può recuperare qualcuno un po’ indietro di condizione. 

Si contano i giorni in attesa del ritorno dei nazionali, soprattutto quelli che arrivano da lontano, col loro fardello di stanchezza e jet lag da smaltire. Si pensa molto durante la sosta, a quello che si è fatto e a quello che si farà. Il primo bilancio stagionale sulla scorta di un modesto segmento di stagione: soltanto 8 gare. 

La Fiorentina è settima, seppur in compagnia di Sassuolo e Parma. Fino ad un paio di settimane era terza, ma francamente non era una graduatoria in linea coi programmi della società. Mentre quella attuale lo è. Dirigenti, allenatore e giocatori hanno ripetuto come un mantra che il traguardo sarebbe stato il superamento della posizione precedente, quindi da ottavo a settimo. Niente di esaltante, nulla di preoccupante. I viola hanno battuto Chievo, Udinese, Spal e Atalanta, pareggiato con la Samp a Genova, perso con Napoli, Inter e Lazio in trasferta. C’è qualcosa di strano? In fin dei conti no, torna tutto. D’accordo, restano le recriminazioni a San Siro per un arbitraggio di rara mediocrità oppure per le occasioni sprecate all’Olimpico, ma alla fine era in preventivo di perdere a casa di squadre più forti della Fiorentina per cifra fisica e tecnica. 

La linea del percorso ci spiega come la Fiorentina abbia battuto chi poteva e doveva battere, pareggiato con una squadra equipollente (la Samp e per giunta a Marassi) e perso contro chi dovrebbe partecipare ad un campionato diverso nelle ambizioni. 

Fiorentina regolare, dunque. E questo è un pregio. Ai tempi di Prandelli - con squadre migliori di quella attuale perché diversi erano gli investimenti - Cesare veniva accusato di non vincere quasi mai con le grandi. Lui con aria saggia e sorniona rispondeva: “Però alla fine arriviamo sempre in Champions…”. Come dargli torto: le somme si tirano alla fine della stagione, non al principio. Non conta con chi si vince, ma come ci si piazza al termine del campionato. 

Ecco, questa Fiorentina ha un comune denominatore con quella di Prandelli, batte chi deve battere e quindi è regolare. Certo, siamo solo all’inizio, tutto dovrà essere confermato dalla successive prestazioni. 

Ci sono segni positivi e negativi nell’indice viola. Tra i secondi troviamo il centrocampo. Nessun dramma, sia chiaro, ma restiamo ancora scettici su alcuni elementi che devono giustificare ai nostri occhi la loro presenza a Firenze. Pensiamo a Gerson, talento cristallino, ma un po’ indolente nel graffiare la partita. E’ giovane, molto brasiliano anche nei difetti pallonari, poco continuo. La Roma lo ha dato solo in prestito perché crede molto in lui, ma al tempo stesso desidera testarlo in una piazza importante come Firenze. Gerson non può fare un lavoro di routine, ma dare tanto di più. Edimilson è un gradino sotto a Gerson: ordinato, pulisce il gioco, non fa danni, ma non regala uno spunto. Non rischia mai la giocata, si limita ad appoggiare la palla indietro o orizzontalmente. Serve di più per giocare nella Fiorentina. Lo attendiamo fiduciosi. Veretout non si discute e Benassi è uno continuo, tanto da lasciarsi preferire, per ora, a Gerson ed Edimilson, quantomeno per rendimento. 

Resta Dabo, a lungo in panchina. Se qualcuno continuerà a deludere toccherà al gigante buono del centrocampo viola. Piedi ruvidi, ma tanto cuore e fisicità eccellente. Perché non considerarlo un po’ di più? Pioli ci sta pensando. 

Infine Pezzella, il difensore per eccellenza, capitano con sentimento, nel ricordo di Davide. Ha segnato anche in nazionale e nella Fiorentina non sbaglia un colpo. Contratto lungo e nessuna voglia di lasciare Firenze. In Italia ce l’hanno in pochi un difensore così. German colonna.