COL MILAN TOCCA A GILA. SFORZO-PEK PER AVERLO CON LA ROMA. MACÍA AL BETIS: CI SIAMO. COL DT ANCHE JOAQUIN E PICCINI?
La stagione della Fiorentina è ormai arrivata ad un punto di svolta e vivrà il suo primo vero capitolo nel corso di questa settimana. Non tanto per quello che riguarda la sfida col Milan (un avversario storicamente ostico che i viola non riescono a battere al Franchi addirittura dal 2005), quanto per quanto concerne il ritorno di Europa League a Roma contro i giallorossi: la situazione nello spogliatoio gigliato, in quanto ad infortuni, non è esattamente brillante visto che all’appello per la gara coi rossoneri mancheranno, oltre a Pepito (pronto a reinserirsi in gruppo da dopo la sosta del 29 marzo), i soliti Tatarusanu (ma con un Neto così non c’è da preoccuparsi), Mario Gomez (che rivedremo con tutta probabilità soltanto il 3 aprile contro la Sampdoria), Stefan Savic (già recuperato per domenica ma impiegato solo giovedì prossimo) e David Pizarro, alle prese con l’ennesimo fastidio muscolare.
Ma è sul conto del cileno che la Fiorentina ripone la maggiore fiducia in vista della gara con la Roma. Detto che Savic tornerà regolarmente dal 1’ per la gara dell’Olimpico, qualche dubbio in più ad oggi rimane attorno alle condizioni del Pek, uscito malconcio nella sfida d’andata e spedito ai box da una lesione di primo grado al bicipite femorale. Pizarro ha già iniziato (con buoni risultati) le terapie di recupero e continuerà a lavorare sodo per provare addirittura a partire dal 1’ nella notte di Roma, dove la Fiorentina - come detto - si gioca già un’importante fetta di stagione. Se fino ad oggi in casa viola l’imperativo era stato quello di non forzare i tempi per evitare ricadute, per il cileno il metodo sarà diverso: società e calciatore faranno di tutto per recuperare in vista della partita nella Capitale. A costo, magari, di qualche acciacco in più. La sosta dopo Udine, in questo senso, potrebbe essere una preziosa alleata per ricaricare le pile in vista di un aprile che già oggi si annuncia bollente.
Tornando alla partita col Milan però, restano ancora molti dubbi su quale potrà essere l’undici titolare che Vincenzo Montella vorrà spedire in campo ed in particolar modo il punto di domanda più grande riguarda senza dubbio le scelte in attacco, dove alla vigilia del match Babacar non sembra poi così pronto a partire dal 1’: lo scialbo scampolo di partita giocato contro la Roma dal senegalese ha fatto andare su tutte le furie Montella, che nel match contro il Diavolo di Inzaghi sembra tentato di gettare finalmente nella mischia da subito Alberto Gilardino, che già era andato ad un passo dalla maglia da titolare contro la Lazio. Domani sera potrebbe essere la notte giusta per il numero 9, che sogna un’altra vendetta contro la sua ex squadra.
Capitolo Macìa in chiusura: il dt spagnolo ha già deciso che a fine anno lascerà Firenze ma ancora non ha scelto dove vorrà proseguire la sua avventura da dirigente. Il Real Betis (1° in classifica in Segunda División) è il club al momento più accreditato a garantirsi il dirigente viola, diventato nel corso degli anni tra i migliori talent-scout del mondo grazie al suo fiuto nello scoprire talenti a giro per il globo. E il possibile matrimonio tra Macìa e il Balompié potrebbe innescare una serie di reazioni a catena sul mercato a stretto giro di posta, che potrebbero coinvolgere proprio due giocatori della Fiorentina. Il primo è sicuramente Cristiano Piccini, autore sin qui di una stagione pressoché da dimenticare in Spagna (il terzino è stato falcidiato da infortuni a ripetizione) che però potrebbe restare un altro anno a Siviglia, magari per giocarsi da protagonista la Liga (la promozione dei biancoverdi è infatti dietro l’angolo). Il secondo è invece Joaquin, strappato due anni fa al Malaga proprio grazie al certosino lavoro di Macìa e da sempre in parola col Real Betis per andare a chiudere la carriera nel club che lo fece diventare, a suo tempo, un numero uno: potrebbe essere proprio “el pisha” il miglior biglietto da visita del dt viola nella sua nuova avventura spagnola.