COME FUNZIONANO LE PLUSVALENZE? SPIEGAMOLO CON VLAHOVIC
La scorsa settimana la condanna in primo grado della Juventus, da parte della Giustizia Sportiva per le plusvalenze fittizie, ha riempito le prime pagine di quotidiani e testate giornalistiche online.
Le plusvalenze, oltre ai ricavi da diritti TV, sponsorizzazioni e biglietteria, rappresentano un'importantissima fonte di sostentamento della attività delle società calcistiche.
La Fiorentina, ad esempio, nell'ultimo esercizio chiuso al 30 giugno 2022, ha potuto segnare un utile netto di 46,8 milioni di euro (73,1 ante imposte) grazie ai 114 milioni di plusvalenze determinate dalle cessioni di Vlahovic e Chiesa alla Juventus, più altre operazioni minori.
Ma come funzionano le plusvalenze? Da cosa sono determinate? Spieghiamolo col caso Vlahovic, la cui vendita ai rivali bianconeri a fine gennaio 2022 ha significato per le casse viola un “guadagno” di circa 68 milioni di euro.
L'errore più comune che viene fatto nelle chiacchiere da bar è sostenere che se una squadra compra un calciatore a 25 milioni di euro facendogli sottoscrivere un contratto di 5 anni e al termine di tre stagioni lo rivende a 15 milioni, si faccia una minusvalenza. In realtà il club cedente realizza una plusvalenza di 5 milioni. Il motivo è determinato dal cosiddetto ammortamento. Se il calciatore viene complessivamente acquistato a 25 e firma un contratto quinquennale, sui bilanci annuali peserà per un quinto di quanto è costato, ovvero 5 milioni. Pertanto dopo tre stagioni i 25 milioni saranno “ammortati” di 15 milioni e il valore netto residuo per i due anni di contratto rimanenti sarà di 10 milioni. Ecco che vendendolo a 15, pur avendolo acquistato a 25, realizzo un guadagno di 5 milioni (cedendolo sempre a 15 milioni dopo una stagione - valore residuo 20 milioni - si farebbe una minusvalenza di 5 milioni; dopo 2 stagioni - valore residuo 15 milioni - si realizzerebbe zero, né guadagno, né perdita).
Vediamo nello specifico come si è determinata l'enorme plusvalenza per Dusan Vlahovic.
Il calciatore serbo classe 2000 fu acquistato dal Partizan Belgrado e firmò con la Fiorentina un contratto quinquennale, con inizio il 1 luglio 2018 e termine il 30 giugno 2023. Il valore di acquisto fu di 3.190.000 €. Ogni stagione calcistica del centravanti, quindi, pesava circa 638.000 di ammortamento.
Alla chiusura del bilancio al 31/12/2018, dopo 6 mesi dall'inizio del contratto, si registravano 321.446 € di ammortamento e un valore residuo di 2.868.554 €. L'anno successivo al 31/12/2019 si aggiungevano 638.531 € di ammortamento (12 mesi), facendo scendere il valore rimanente a 2.230.023 €. Il 30/06/2020 (il Club viola fece un bilancio semestrale per riallineare gli esercizi societari alla stagione sportiva e non all'anno solare), coi 317.071 € di ammortamento, il valore netto arrivò a 1.912.952, mentre il 30 giugno 2021 (dopo un anno), coi 637.651 € di ammortamento, il netto scese a 1.275.301 €.
Il 28 gennaio 2022 – data di cessazione del contratto coi gigliati per la vendita alla Juventus - dopo 7 mesi scarsi di ammortamento pari a 370.362 €, il valore netto di Vlahovic era di 904.939 (2.285.061 € di ammortamento complessivi da sottrarre ai 3.190.000 € di costo iniziale).
Dunque la vendita per 68.994.841 € ha generato una plusvalenza di 68.089.902 € (il prezzo di vendita, meno il valore residuo).
Esistono le plusvalenze pure. In questo caso possiamo guardare sempre in casa Fiorentina, col fulgido esempio di Federico Chiesa, venduto, dopo un prestito oneroso, sempre alla Juventus. L'attaccante fu lanciato in Serie A da Paulo Sousa, che ne vide le potenzialità. Il talento proveniva dal settore giovanile del Club gigliato, dove vi arrivò giovanissimo a costo zero. Quindi pesando zero come ammortamento e gravando sulle casse viola solo per lo stipendio. 39.040.020 € il prezzo di cessione, 39.040.020 € il valore della plusvalenza a bilancio.