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COMMISSO DELUSO E AMAREGGIATO, CHIEDA A CHI HA SUBITO VERE CONTESTAZIONI. AL MERCATO DO 16 (ANZI 17), MA ADESSO SVELENIAMO IL CLIMA

di Stefano Prizio

Dopo la tempesta, dopo i venti di polemica e i marosi di rabbia del caso Vlahovic, adesso solo il campo sarà giudice monocratico dei torti e delle ragioni, a partire dalla sfida di domani sera al Franchi con la Lazio, la squadra che è appaiata alla Fiorentina in classifica e le contenderà, prevedibilmente fino all’ultimo, una delle piazze nobili.

Per quel che riguarda le contestazioni che hanno amareggiato Commisso (in realtà a parte la dura ma civile lettera aperta della Fiesole si tratta del famigerato Joker appeso a Ponte Vecchio), il patron viola può chiedere informazioni a colleghi quali Silvio Berlusconi che ha subito contestazioni pur avendo vinto col Milan 7 scudetti e 5 Coppe dei Campioni o Rosella Sensi che ha vissuto sotto scorta, malgrado il padre Franco abbia speso nella Roma quasi tutto il suo ingente patrimonio o, più di recente, Lotito che, sempre attentissimo ai conti, circola scortato, anche se ha vinto 3 Coppe Italia e 3 Supercoppe oltre ad aver tenuto in biancoceleste, resistendo ad offerte importanti, alcuni dei pezzi migliori delle sue rose.

Il calcio è questo, bello o brutto che sia, e se ci fosse un medico, in America o in Italia, che prescrivesse di entrarci o di comprare una squadra,  andrebbe denunciato per scorretta pratica medica.

Un uomo dell’esperienza di Commisso, non può sgomentarsi o mostrarsi sorpreso dalla violenza verbale, dai modi maleducati, dalla perniciosità dell’ambiente calcio, che poi mediti di lasciare, persino Pradè si è detto ‘ preoccupato’, non è davvero credibile, assurdo infatti pensare che egli decida se continuare o dismettere un’operazione da centinaia di milioni di euro per un urlo in più o in meno, o un lenzuolo pitturato.

Senza contare che Commisso gode di ottima stampa, salvo sporadiche critiche, basta guardare i voti dati all’ultimo a mercato della Fiorentina, dove sono inopinatamente fioccati i 7 e gli 8, per parte nostra diamo 16, anzi 17 così c’è dentro pure il prossimo mercato sulla fiducia.

Nei giorni scorsi, amaramente Commisso ha accusato: ‘da me vogliono solo i soldi’.

No, non è vero.

La piazza viola vorrebbe Amore

Vorrebbe un grand’uomo che si innamorasse della grande sfida di riportare la Fiorentina alle glorie antiche, le glorie sportive. Il fatto che abbia i soldi è accessorio, certo aiuta, anche perché un morto di fame, ne convenga anche il patron viola, è difficile si compri una società di calcio.

Commisso, nonostante tutte le polemiche sulle sue vecchie dichiarazioni di potenza economica, non ha rinunciato a bissare nello stile non propriamente votato all’umiltà: ‘anche se perdessi  500 milioni non tornerei a lavare i piatti come facevo a 14 anni’.

E allora, di grazia, perdili….

Parole così sono esattamente quelle che si rinfacciano, quando poi uno cede un giocatore molto forte, tipo il capocannoniere del campionato italiano, come Vlahovic, proprio a chi fino a poco prima si è bollato come il male assoluto del calcio.

A proposito del forte attaccante serbo, il mercato è ormai alle spalle, il giovanotto è a Torino e sembra trovarcisi da Dio, segno che è gobbo nel midollo, sarà bene quindi parlar d’altro.

Invito che vale anche per Rocco Commisso: torni a Firenze, dove s’attende la primavera, una delle stagioni d’oro del capoluogo toscano, pensi a mangiare bene, a visitare qualche angolo che non ha visto.

Magari a cercarsi una casa (a proposito nel mio condominio qui a Novoli si vende un bel appartamentino), infatti non è possibile che ogni volta che cala dal New Jersey vada in albergo, d’accordo che i soldi non sono un problema, ma così c’è un senso di precario. Poi, incontri la stampa, magari a cena, presenzi ad incontri benefici, insomma si goda il bello della città, il clima attorno a lui e alla Fiorentina deve essere presto svelenito.

E noi commentatori, specie locali, si faccia la nostra parte, cercando l’equilibrio, smorzando un po’ le critiche, che sono già pochissime ma vanno tenute entro limiti adatti alla consapevolezza che Commisso le soffre particolarmente, si evitino però anche le antigieniche e unte lusinghe, le pose da portaborse e galoppino, quelle di chi è alla disperata ricerca di un posticino in tribuna  ai piedi del padrone a distanza di croccantino: dare completa ragione a Commisso, senza invitarlo a prendere meno di petto le ‘offese’ e il pungolìo dell’ironia, sia dei tifosi che dei commentatori, equivarrebbe a condannare l’ambiente o al silenzio assoluto che non conviene a nessuno, neppure alla società e al presidente, o alla mordacchia del ciuco, un’autocensura dettata dal timore di vedersi caricati con la furia di un toro, forse in sede legale da un multimiliardario proprietario di una multinazionale, un po’ come litigare con Bill Gates, Jeff Bezos,  o Elon Musk o Berlusconi, qualcosa che può portare una persona semplice, giornalista o tifoso che sia, a danni irreversibili, economici e persino di salute, chi scrive parla per orrenda esperienza personale.

No, per favore, non regrediamo a quel clima che speravamo dissolto con l’addio dei Della Valle sveleniamolo, rassereniamolo.

E guardiamo avanti.