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COMMISSO, LO STADIO SUBITO NELLA CITTA’ METROPOLITANA. VIOLA SENZA CENTRAVANTI, MONTELLA NON CAMBIA. NO A DE PAUL A GENNAIO. PIACE AMRABAT. CASTROVILLI, LA FIRMA OGGI O DOMANI

di Enzo Bucchioni

La Fiorentina ha conquistato la terza vittoria consecutiva, (difficile, ma bella) quasi un evento da celebrare. E Commisso l’ha celebrato all’alba di domenica a New York. Gioia e soddisfazione per tutti: i momenti neri sono finalmente alle spalle. L’entusiasmo e la positività che soffiano su Firenze sono arrivati in campo, anche la squadra ora funziona.

Ma Rocco non è sereno, vuole fare una grande Fiorentina e sa che senza alzare il fatturato e aumentare in fretta il patrimonio immobiliare, sarà tutto maledettamente complicato.

Così, archiviata la vittoria, al primo posto nei pensieri e nell’agenda di Rocco Commisso c’è sempre lo stadio. Lo vorrebbe fare subito, fosse stato per lui avrebbe già iniziato i lavori: lo zio d’America non molla la presa.

La prossima settimana tornerà a Firenze per avere quelle certezze che fino ad oggi non ha avuto dal sindaco Nardella che negli anni ha regalato parole e promesse ma di certezze, appunto, ben poche.

La novità di oggi è che se queste certezze non saranno certe, se non arriverà una road map sui tempi e sui modi di costruzione, Rocco lo stadio lo farà comunque, ma nella Città Metropolitana, quasi sicuramente nel comune di Campi, su un’area che Commisso e Joe Barone hanno già visitato ed approvato. Un’area dove al massimo in tre anni quello stadio potrà essere realtà. Uno stadio di proprietà, su terreno di proprietà, come desidera Rocco.

Chi dice tutto questo? Lo stesso Rocco che ha parlato a una Community di tifosi viola nel mondo.

Alla domanda se è meglio fare lo stadio a Firenze o fuori, Commisso ha risposto testualmente: "E’ come parlare di Manhattan rispetto a New York. A Manhattan non c’è spazio, gli impianti sportivi si stanno facendo tutti nei quartieri attorno come il Queens o il Bronx o nel New Jersey". Chi vuol capire capisca in fretta e poi non si meravigli se dopo il Centro Sportivo Viola finito a Bagno a Ripoli, anche lo stadio emigrerà.

E infatti Commisso nella stessa conversazione annuncia: "Se non ci sono terreni nel comune (di Firenze ndr) costruiremo nell’area metropolitana". Più chiaro di così…

E i terreni a Firenze dove sono? Purtroppo solo nell’area Mercafir che Commisso mette in forte dubbio con questa frase: "Sfortunatamente c’è molto da fare sul fronte burocratico. E’ una sorpresa per me visto che da vent’anni si parla di fare uno stadio a Firenze, pensavo di poter costruire subito".

La verità sta venendo a galla. I dubbi, i timori, le perplessità e la stizza di Rocco Commisso in fondo sono le stesse dei Della Valle. Anche loro, che hanno mille altre colpe, per carità, non hanno mai presentato il progetto esecutivo perché l’area della Mercafir era ed è occupata, il trasferimento sarà burocraticamente difficile e oneroso, senza tempi certi.

Mi chiedo cosa sia stato fatto in questi anni, dalla presentazione del famosissimo plastico nella sala d’Arme del comune, oltre alla variante urbanistica di Renzi nel 2012, ma questo è un altro discorso.

L’ultima volte che Nardella si è espresso sulla vicenda ha parlato di stadio pronto in cinque anni, in sostanza due per spostare e ricostruire la Mercafir, tre per costruirlo. Se ho capito bene, cinque anni Rocco non li aspetta, salvo miracoli o accordi politici che oggi mi paiono difficili. Non dimenticate mai che Rocco Commisso è di origini italiane, ma profondamente americano nei modi di agire. Cinque anni per uno stadio? E’ come andare ancora in giro con il calesse. Inaccettabile.

Vedremo come risponderà Nardella, se tirerà fuori un colpo a sorpresa, se avrà trovato una scorciatoia da mettere sul tavolo di Rocco. Se non l’ha fatto, impegnato com’è a pensare a quell’illusione chiamata Olimpiade, allora la Fiorentina punterà dritta verso Campi e i fiorentini dovranno in qualche modo capire. In fondo si tratta di pochi chilometri e Nardella è anche capo della Città Metropolitana. Altrimenti cosa l’hanno fatta a fare, per le poltrone?

La partita comunque è grossa, anche politica, e proprio questo è il terreno che Rocco aborre, come direbbe Mughini.

E se poi sentite qualcuno parlare di Castello guardatelo con sospetto. Con lo spostamento e l’ampliamento dell’aeroporto nessuno avrà mai l’autorizzazione per costruire nelle vicinanze uno stadio capace di ospitare 40 mila persone. Ci sono dei vincoli precisi e ferrei per la sicurezza e andrebbero conosciuti prima di spararle... come diceva Guccini.

Palla a Nardella, quindi, che sicuramente uscirà da questo cul de sac con un colpo d’ala. Da uno dinamico come lui ce lo aspettiamo per il bene di Firenze e l’interesse della Fiorentina.

Nel frattempo la Fiorentina funziona, come dicevamo. Contro l’Udinese chiusa a riccio ha dimostrato maturità, ha aspettato con pazienza e colpito nel momento giusto. Ora il tema è: come si fa a giocare e segnare senza centroavanti? Si fa, si fa. Il centroavanti della Fiorentina è quello spazio vuoto che si crea davanti all’area dove si infilano Chiesa, Castrovilli, Ribery, a volte Pulgar, domenica anche Badelj. Questa squadra ha trovato un equilibrio fra la fase offensiva e quella difensiva che sarebbe un delitto toccare ora. Ricordate Jovetic e Ljaijc, siamo tornati più o meno lì. Montella cercava certezze e le ha trovate, la Fiorentina con un difensore in più (Caceres, e che difensore) e un attaccante in meno, ha fatto undici punti in cinque partite. Cosa volete di più? E’ chiaro però, e Montella lo sa benissimo, che con il tempo, con la crescita individuale e di squadra, la Fiorentina dovrà imparare anche a giocare in modo diverso da partita a partita o durante la partita stessa. Il centroavanti vero dovrà essere un’opzione dall’inizio o a partita in corso, ma quando la squadra sarà in grado di reggerlo. O quando gente come Vlahovic o Pedro (ci vorrà ancora un mesetto) dimostrerà di essere pronta per una maglia da titolare. Lasciate lavorare Montella ora che si è liberato da anni di negatività e sembra padrone di questo gruppo. E lasciate lavorare anche Pradè che sa benissimo cosa serve per crescere ancora. Un centrocampista, ad esempio. Ma non sarà De Paul, non date retta ai soliti noti. L’Udinese non fa sconti o liquidazioni, se ne riparlerà a giugno caso mai, ma soprattutto perché l’esplosione di Castrovilli ha regalato quel tipo di giocatore tecnico e dinamico che in estate serviva in mezzo al campo. Oggi serve altro. La Fiorentina sta osservando centrocampisti più fisici e più dinamici, qualcuno che porti rabbia e muscoli. Fra gli ultimi messi sotto osservazione c’è Amrabat, marocchino-olandese di 23 anni del Verona che ha cominciato il campionato sorprendendo tutti. Ma non è il solo. Come vi abbiamo già detto, ma per luglio, si punta anche un forte centrale difensivo dai piedi buoni in grado di far ripartire l’azione come faceva ai suoi tempi Gonzalo.

Intanto fra oggi e domani dovrebbe arrivare la firma di Castrovilli sul prolungamento fino alla stagione 2023. L’accordo è stato raggiunto la settimana scorsa, siamo alla stretta finale.