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COMMISSO PARLA SEMPRE DI QUATTRINI. SABATO E’ IL 4 MARZO: SILENZIO, SI RICORDA ASTORI

di Stefano Prizio

Mentre Commisso seguita imperterrito a ragionar di quattrini cosa che di solito fanno i poveracci che non ne hanno, mentre da lui con le sue migliaia di milioni ci s’attenderebbe ne fosse un tantino meno ossessionato, diceva infatti Boris Makaresko che se i soldi crescessero sugli alberi a me toccherebbe un bonsai. Oppure, peggio ancora, Commisso si getta su affermazioni tecniche  quanto meno opinabili come: ‘Jovic e Cabral sono acquisti eccellenti', e Dodò e Ikonè no?

Ciò quando il proprietario del club viola non se la prende coi giornalisti e i tifosi fiorentini o col cambio euro-dollaro, quindi implicitamente con la Federal Reserve o con Putin e la sua folle invasione dell’Ucraina e di Mariupol che ha causato l’aumento del costo dell’acciaio ivi prodotto e quindi ha rallentato la realizzazione del progetto Viola Park.

Tutti nemici esterni di quello che ad occhi ingenui parrebbe un complotto immaginario che tenta, ma non riesce a celare la reale carenza della società viola, la competenza tecnico calcistica, insufficienza certificata in maniera plastica dalla correlazione tra i tantissimi soldi investiti da Commisso e la mediocrità dei risultati oltre che dal discutibile tasso tecnico della rosa oggi a disposizione del club confezionata dai dirigenti del club (al netto dei giudizi espressi dal proprietario sui vari Jovic, Cabral o su altri). E non riesce a celare anche le curiosissime scelte di comunicazione da parte del club viola.

Ebbene, amenità a parte il 4 Marzo (giorno della prossima gara in casa col Milan) si avvicina e la data non ci lascia indifferenti poiché fu proprio un 4 Marzo di ormai cinque anni fa che in un hotel di Udine si spense la vita del giovane calciatore e capitano della Fiorentina Davide Astori, la morte improvvisa del giocatore viola fu un evento traumatico per la sua famiglia, la squadra e la società viola.

Ma lo fu altrettanto per l’intera città di Firenze che da sempre in simbiosi con la Fiorentina rimase scioccata dall’evento e reagì da par sua con una generale commozione che dura ancora oggi dopo un lustro, di lì l’uso, ormai diventato tradizione, di fermarsi al 13° minuto di ogni partita, cessando cori, applausi e rumori, da parte del pubblico di fede viola in ogni gara interna o esterna.

Tra noi giornalisti c’è chi della propria carriera ama ricordare gli scoop o persino i buchi presi, chi le belle interviste, io amo ricordare e come una medaglia appuntarmi al petto, il piccolo contributo che detti da caporedattore di Fiorentina.it ad un atto di civiltà che si realizzò al Franchi  il 2 Dicembre 2007 prima di una gara interna con l’Inter: un minuto di silenzio, silenzio vero ( non le brutte copie sbiadite e frettolose che si fanno spesso oggi) per stringersi attorno all’allenatore viola Cesare Prandelli che una settimana prima aveva perso la moglie Manuela, sul nostro sito avevamo fatto campagna affinché invece del solito rumoroso applauso, un uso quello di applaudire ai funerali che forse prese piede in Italia in quella stagione orribile di inizio anni ’90 del secolo scorso e segnatamente in occasione delle commoventi e arrabbiate esequie di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e i componenti della loro scorta, uccisi nella strage di Capaci dalla mano criminale di Cosa Nostra.

Facemmo insomma una campagna perché invece dell’applauso, ci fossero sessanta secondi di silenzio reale, che spesso fanno paura.

Più di qualcuno ci dette retta, ne sortì un momento da brividi, che in  molti ricordano e che  anche solo riscrivendone adesso molti anni dopo fa venire la pelle d’oca, infatti fu un silenzio che urlava ancor più potente di un rumore forte.

Quel giorno al Franchi si era creato un filo emozionale tra la gente e ne era nato un grande atto di civiltà  oltre che di affetto verso Prandelli, con Firenze che dava un esempio di grandi e finalmente commendevoli emozioni legate al calcio, quel calcio troppo spesso fomite di comportamenti riprovevoli, di cattivi esempi.

Allo stesso modo accade con Astori, per Astori, in onore e memoria di Astori,  ogni volta che il pubblico viola e spesso quello avversario, rispettano il silenzio del 13° minuto, succede anche se dopo il silenzio ci sono gli applausi, è il segno che conta, la memoria collettiva di doversi fermare. Sabato col Milan, la Fiorentina e l’associazione Davide Astori hanno organizzato anche una raccolta fondi per supportare importanti iniziative benefiche.

Fate del bene a quanti più potete- dice Alessandro Manzoni- e vi capiterà tanto più spesso d’incontrare dei visi che vi mettano allegria.