COMMISSO, TI PREGO, TORNA ROCCO. LE CRITICHE? È SOLO QUESTIONE DI AVVERBIO
Torna il campionato per la Fiorentina che dopo la sosta è attesa dal difficile impegno di Bergamo con l’Atalanta.
Eppure a causa dell’ultima uscita televisiva di Rocco Commisso, si torna a parlare delle critiche, troppe e inaccettabili secondo il proprietario del club viola da parte della stampa e di una parte di pubblico nei confronti della squadra e della società viola.
Ma perché tutte queste critiche? Domandano soprattutto lontano da Firenze, coloro che poco conoscono il carattere speculativo in senso intellettuale dei fiorentini che tutto analizzano e vivisezionano, specie ciò che riguarda l’amata Fiorentina.
C’è poi chi pensa che provando ad arrivare quarti con la Viola, invece di tentare di spacciare un settimo posto come un successo, si aiuterebbe a rasserenare il clima e la percezione di questa gestione societaria, così anche Commisso s’accorgerebbe con soddisfazione che le critiche svanirebbero d’incanto, miracoli delle vittorie sportive.
Che poi le critiche, ma quali sono le critiche?
Nessuno, o quasi, mette in dubbio che Commisso abbia fatto e stia facendo un investimento massiccio sulla Fiorentina, lo dicono i numeri, basta saperli leggere.
Tuttavia, nell’avvincente fuoco di fila di domande incisive (a proposito complimenti per il colpo giornalistico di portare Commisso in tv in esclusiva) dell’ultima ospitata tv su Italia7 e Sportitalia, è venuto fuori che i soldi della cessione di Vlahovic sarebbero stati tutti reinvestiti.
Ecco, dando per scontato che l’affermazione corrisponda al vero, è un fatto che acquistando per un totale di circa 80 milioni di euro: Ikoné, Cabral, Dodò, Mandragora, Gollini, Barak e Jovic, l’incasso di Vlahovic è servito per rinfoltire i ranghi della panchina e non già della prima squadra, poiché i nominati bravi professionisti hanno visto, per ragioni diverse, più panchine che campo e non tutti sembrano godere dell’incondizionata fiducia del loro allenatore.
E’ questa una critica inaccettabile o è solo un tranquillo ragionar di calcio, sport che ogni italiano ama praticare dal bar alle pagine di giornale, ai siti, le radio e le tv?
Questione di feeling dicevano Cocciante e Mina, invece qui è una questione di avverbio interrogativo: il come, come sono stati spesi quei soldi che indubbiamente sono stati spesi da Commisso nella Fiorentina?
La critica è solo sul come siano stati spesi, si può chiedere senza dispiacere a nessuno?
Quel che ci pare è che sarebbe bello se Commisso tornasse ad essere Rocco, quel signore simpatico e sempre sorridente da molti acclamato come un salvatore( compreso chi scrive) quando comprò la Fiorentina e debuttò a Firenze, quel signore arrivato in città per divertirsi col suo nuovo giocattolino, che suonava l’inno viola con la fisarmonica e mai parlava di soldi, argomento che sarebbe d’uopo lasciare a chi non ne ha, e siamo in diversi.
Rocco eviterebbe di prendersela per una frase infelice dell’ultimo cronista sprovveduto, eviterebbe forse anche ogni intervento divisivo come questa sua ultima uscita via etere che, a pochi giorni da un match importante, porta solo instabilità in un ambiente sismico già per sua natura.
Come detto, lo chiamammo salvatore e non rinnego quell’epiteto forse solo un po’ spropositato.
Ma se è vero come è vero come dice la rivista Forbes che Rocco ha 7 miliardi di dollari di patrimonio, e i Della Valle ne hanno 2, vuol dire che Rocco ha tre volte i soldi dei marchigiani.
Eppure i fratelli vecchi proprietari della Fiorentina, anche se non sempre hanno portato la squadra in Champions League e lo scrive chi, non fosse che per storia personale, non può essere colui che li rimpiange o che fa revisionismo storico.
Per tutto questo da Rocco è lecito attendersi grandi risultati decisamente maggiori degli attuali, è questa una critica o un semplice sillogismo?
Ma chiudiamo con la critica che provenendo da ‘crisi’, quindi etimologicamente può essere sinonimo di possibilità, scelta e persino miglioramento, basta coglierla e ben interpretarla, senza lasciarsene avvilire.
Tutti i mestieri che abbiano un qualche rapporto con interlocutori non ne è esente.
Senza citare il caso di un politico come Giulio Andreotti che in vita fu accusato di qualunque nefandezza e epitetato coi titoli peggiori, basta restare al mondo del pallone dove anche grandi presidenti di club calcistici come Berlusconi, pur avendo vinto tutto e di più, furono contestati aspramente.
Ed è così per noi giornalisti che nel pubblico dei lettori abbiamo il nostro vero datore di lavoro, sempre attento a ciò che diciamo e scriviamo, chiedo scusa se cito un personalissimo episodio che spero vi strappi un sorriso: al primo articolo che scrissi sulla Fiorentina, arrivò in calce un commento siffatto: ’Stefano Prizio? Ma chi ca..o è Stefano Prizio?
Si comincia bene, commentai con me stesso, ma che potevo fare?
Soprassedetti, scrivere e raccontare il calcio è bellissimo
E possedere una squadra di calcio come la Fiorentina Rocco?