CON FRANCK È UN’ALTRA MUSICA, MONTELLA PENSA AL TRIDENTE CON BOA E FEDE. MERCATO: FLORENZI PIU’ NO CHE SI’. TANTI GIOVANI ITALIANI NEL MIRINO. ROCCO, GRAZIE ASSAI PER IL CENTRO SPORTIVO: I CAMPI DI OGGI SONO UN ACQUITRINO
La classe di Franck (e il sorriso di Pepito in tribuna) per spazzare via la malinconia. E ricominciare a correre. Era solo un’amichevole, ma veder giocare Ribery dopo tre settimane aiuta a pensare positivo: assist, giocate d’autore, falli subiti in quantità. Ai difensori dell’Entella sarà girata la testa per quante volte il fuoriclasse francese li ha puntati in dribbling. Con lui insomma è un’altra musica, con lui la Fiorentina acquista certezze e diventa imprevedibile. Quando ha palla il francese, si ha sempre l’impressione che possa accadere qualcosa di importante, perché Ribery fa sempre la cosa giusta: punta l’uomo quando può, altrimenti cerca le triangolazioni coi compagni, crea spazi, cambia gioco, rallenta o accelera il ritmo a seconda delle esigenze del momento, parla coi compagni. Li motiva, li spinge a dare il massimo sempre. Montella insomma ritrova il suo tesoro e la sensazione è che da ora in poi sarà un’altra musica anche in campionato.
I numeri, certificati alla perfezione dal pezzo di un maestro di giornalismo come Alberto Polverosi, non mentono: col suo campione in campo, i viola viaggiano a una media di 1.7 punti a partita (meglio del Napoli per intendersi), senza invece sono fermi a 0.8 punti partita. Gli stessi di Genoa e Samp, che ora come ora sono in piena zona retrocessione. Una differenza abissale che dopo un terzo di campionato non può essere casuale. Senza Franck per altro si è perso pure Chiesa, mai in gol dopo la squalifica del numero 7 e finito addirittura in panchina in Nazionale, dove Mancini, finora, lo aveva sempre considerato inamovibile. Bentornato campione allora, col tuo ritorno possiamo sperare di rivedere la Fiorentina di un mese fa. Quella spensierata e convinta dei propri mezzi, l’esatto opposto di quella umiliata a Cagliari. Ribery tra l’altro torna quando all’orizzonte ci sono due partite tutt’alto che impossibili: vincere con Verona e Lecce vorrebbe dire rilancio. E proprio a ridosso di gennaio, quando dal mercato sono attesi ulteriori rinforzi per dare altra spinta alla Fiorentina.
A proposito di questo, Pradè ha definito la voce Florenzi come aria fritta: che sia pretattica? Può essere, ma onestamente è difficile che uno come l’esterno tuttofare, romano e romanista, lasci la Roma a cuor leggero. Vuol giocarsi le sue chance a casa sua, Florenzi. Della Roma è capitano e quasi ultimo pilastro della romanità: alla finestra per altro c’è pure l’Inter di Conte. La Fiorentina insomma farà bene a bussare altrove, ovviamente sempre restano con le orecchie dritte nel caso in cui il rapporto Florenzi-Fonseca dovesse farsi ancora più difficile. Le linee guida di Commisso comunque sono chiarissime: vuole italiani, possibilmente giovani e naturalmente bravi. Nel mirino ci sono Scamacca, Tripaldelli, Antonucci, Zanellato e qualche altro. Gente di prospettiva, da bloccare se possibile subito per averli poi a giugno. Nell’immediato però serve altro e quel gruzzoletto lasciato in cassa dopo i no per Tonali, De Paul e Politano, dice che la Fiorentina sarà protagonista. Il centrocampista è la priorità e l’emergenza in vista di Verona rende anche facile capire il perché: senza Pulgar e Castrovilli squalificati, Montella dovrà inventarsi qualcosa. Accanto a Badelj giocherà Benassi, per l’altra maglia possibile l’esordio dal primo minuto di Zurkowski, mentre davanti l’Aeroplanino sta pensando di varare il tridente con Boa centrale (ma c’è sempre Vlahovic che scalpita), più Chiesa e Ribery, magari con Fede pronto anche a sacrificarsi sulla fascia. Vedremo, la scelta sarà fatta tra mercoledì e giovedì, quando saranno tornati tutti i Nazionali. Pradè ha anche promesso un discorsetto alla squadra: mai più approcci mosci come col Parma e col Cagliari. Lo chiede il ds, lo pretende Commisso. La parola d’ordine è ripartire. E con un Ribery in più, sarà tutto più facile.
Ps: In questi giorni di pioggia battente, mi sono arrivate foto dei campi de La Trave allagati, completamente fuori uso chissà per quanti giorni ancora. Eppure lì, come facevano Berna, Babacar, Chiesa, Mancini e Zaniolo, lavorano quotidianamente decine di ragazzini viola che sono il futuro della squadra. Mai come oggi dunque è giusto ribadire grazie assai Rocco per il centro sportivo, non vediamo l’ora che la Fiorentina diventi finalmente un club moderno.