DA AGOSTO A OTTOBRE: IL LAVORO SI VEDE. PIOLI L’ACQUISTO PIÙ AZZECCATO. AVANTI COI PICCOLI PASSI PERCHÉ PAGANO. PRIMA DEL GIOCO SERVIVA UN’ANIMA. ORA C’E’ CROTONE: TAPPA DA AFFRONTARE CON UMILTÀ
La repubblica del calcio è la più democratica perché ognuno dice quel che vuole. Realtà e sogno danzano il loro valzer, le montagne russe delle emozioni decidono il tempo. Ottimisti e pessimisti si confrontano quotidianamente, ognuno con la propria verità in tasca. Sì, il pallone è bello anche per questo. Ma se entriamo su terreni più tecnici che temperamentali, si devono e si possono fare altri ragionamenti.
L’errore più grande che potrebbe compiere la Fiorentina di queste ore, una squadra in ripresa e sostenuta da tre vittorie consecutive, sarebbe quello di porsi improvvisamente degli obiettivi stagionali. Prendiamone uno a caso, l’Europa… La forza del gruppo di Pioli risiede proprio nella mancanza di responsabilità precise legate a traguardi da raggiungere. La vecchia Fiorentina è stata pressoché azzerata per lasciar spazio ad una nuova idea di squadra, inseguendo dinamiche di bilancio e ridimensionamento del monte ingaggi. Questa sta tentando di trovare una propria dimensione e una definitiva collocazione in classifica. Per agevolarle il lavoro e anche per un’oggettiva differenza tecnica rispetto al recente passato, alla banda Pioli è stato tolto da parte della società il peso della meta da conquistare. Operazione volta a rasserenare un gruppo alle prese con le criticità legate all’assemblaggio.
Il viaggio è partito poco più di due mesi fa. A San Siro, contro l’Inter di Spalletti, scendeva in campo una rappresentativa di giocatori che manco si conoscevano e che stentavano a parlarsi in campo per problemi di lingua. In quella occasione provammo a darci un tempo: alla terza sosta, quella di novembre, avremmo espresso un primo vero giudizio sul lavoro svolto da Pioli. Tre mesi ci sembravano il minimo sindacale da concedere ad un tecnico che doveva cominciare da zero.
Ora, alla fine di ottobre, con 16 punti in 10 giornate e 10 giocatori diversi andati in rete, si può iniziare a formulare un’opinione: l’indirizzo tecnico e tattico di Pioli si vede. Non è un caso che la Fiorentina abbia vinto le ultime tre gare perché il crescendo di prestazioni era visibile a occhio nudo.
E a chi sostiene che i viola saranno attesi a verifiche più importanti, come se con Inter e Juve non avessero già giocato, andrebbe risposto che le prime due, appunto, insieme a Napoli, Roma, Lazio e forse Milan partecipano ad un altro campionato. La Fiorentina, semmai, sta provando a mettersi alla pari di Samp, Atalanta e Torino, formazioni sulla carta partite in vantaggio rispetto ai viola. Questa oggi è la sfida. Incerta ed emozionante per chi, come i viola, ha iniziato in netto ritardo.
Il lavoro egregio di Pioli è stato fabbricato sul campo e nella testa dei giocatori. Stefano ha usato buon senso, intelligenza, esperienza e sano pragmatismo italiano.
E si è guardato bene dal gravare le spalle ancora fragili dei suoi uomini con richieste pressanti di obiettivi. La scelta è stata quella dei piccoli passi e così nel frattempo la Fiorentina si è irrobustita. Pezzella, Thereau, Benassi, Simeone, Laurini, Veretout sono acquisti indovinati, ma il migliore, per distacco, è resta Pioli. Senza una guida forte il mercato non sarebbe stato valorizzato. Per gli altri volti nuovi ci riserviamo di esprimere un giudizio quando saranno impiegati con continuità, a cominciare da Eysseric che qualcosa di buono ha lasciato intravedere.
Serviva un’anima prima ancora che un gioco. La prima l’abbiamo scorta subito, per il secondo abbiamo dovuto attendere un tempo fisiologico. La Fiorentina deve battere la strada dell’umiltà, senza pensare di essere già cresciuta. Crotone sarà un altro esame proprio per l’atteggiamento. Trasferta disagiata, ma i tifosi saranno anche allo Scida, come sono stati ovunque. Loro ci hanno sempre creduto, spingendo squadra e allenatore. Insegnando che alla fine gioca Firenze. Che bello se lo capissero tutti…