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DA ALEIX VIDAL A BARAK: 8 ANNI DOPO LA STORIA PUÒ ESSERE RISCRITTA. I TANTI MERITI DI ITALIANO, L'ALLENATORE CHE PUÒ CAMBIARE IL PERCORSO. GONZALEZ, COMMISSO, LA FESTA DEI TIFOSI: IMMAGINI BELLISSIME ED EMOZIONANTI

di Luca Cilli

Antonin Barak è stato l'uomo della svolta, in tutti i sensi. 10 secondi per cancellare 8 anni, tanti ne sono passati dall'ultima semifinale europea giocata e persa contro il Siviglia. 10 secondi per finalizzare il cross di Nico Gonzalez e la sponda di Jovic, le nuove istantanee che fanno dimenticare una volta per tutte la rincorsa, il gol e l'esultanza di Nacho Novo. La bellezza della notte di Basilea è anche nelle immagini, nei volti di chi quel 1 maggio c'era, di chi ne ha sentito parlare e chi il brivido e la gioia immensa per aver raggiunto una finale europea non l'aveva mai provato. Tutti fotogrammi che sono finiti di diritto nella storia della Fiorentina che la sua, di storia, potrà finalmente provare a riscriverla. In Italia, dove contenderà all'Inter la Coppa Italia. Ed a Praga con il West Ham, ultimo avversario in Conference League. Chiaramente il cerchio andrà chiuso, ma essere arrivati a giocarsi due trofei importanti non era scontato ne preventivabile.

Ma rappresentano un passaggio chiave anche per la crescita futura di un club giustamente ambizioso e che ha trovato in Vincenzo Italiano l'allenatore in grado di cambiare per davvero il percorso della Fiorentina, presa dopo anni vissuti fra piazzamenti mediocri e salvezze raggiunte all'ultima giornata e portata ai vertici in appena due stagioni. Non serviva la partita del St. Jakob-Park per indicarlo come vero, unico top. Semmai è stata l'ennesima conferma della sua bravura che lo rendono uno degli allenatori più capaci e di prospettiva del nostro calcio. Giustamente criticato in alcuni casi e troppi in altri, qualche volta lasciato anche solo, Italiano ha avuto il grandissimo merito di correggersi, rivedere le sue idee, adattarsi alle caratteristiche dei calciatori e non viceversa. Ha completato in pochi mesi l'apprendistato necessario per gestire al meglio le complessità che può generare una stagione contraddistinta dalle partite europee che si sommano a quelle del campionato, di fatto un mondo totalmente nuovo e differente rispetto a quello a cui era abituato. Se la Fiorentina è arrivata a giocarsi due finali il merito è soprattutto suo. Che ha saputo nascondere i limiti di due sessioni di mercato, la scorsa estiva e quella invernale, dove non sono arrivati calciatori funzionali alla sua idea di calcio. E che ha saputo tirare fuori il massimo dalle potenzialità di una rosa non proprio omogenea nelle potenzialità dei singoli.

A proposito: chi doveva fare la differenza questa volta non ha deluso. Nico Gonzalez c'è, si è visto, ed è una notizia bellissima. Sta bene fisicamente, altrettanto mentalmente, e considerato che le qualità non si discutono ha tutto per diventare il protagonista principale di un finale di stagione in cui servono i suoi lampi di classe. Chi brilla per davvero è Firenze, la Fiorentina ed i suoi tifosi. E' una gioia che si percepisce anche dall'esterno, e fa piacere che una città ed un club di grande tradizione e con un fortissimo senso di appartenenza da parte della sua gente sia ritornata in alto. E lo merita anche il presidente Rocco Commisso. Ha investito tanto nella Fiorentina, e non solo dal punto di vista economico. Sta proiettando il club nel futuro, fra le grandi d'Europa, con un progetto tecnico ma anche strutturale come la costruzione del Viola Park. Vincere già quest'anno sarebbe molto importante per dare ancora maggiore sostanza ad un progetto ed ad una progettualità che poche altre società possono vantare.