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DA PULCINO A DINAMITE, E' IL GENNAIO DELLA METAMORFOSI. IL SORRISO E' LA FORZA VIOLA, MA GUAI ACCONTENTARSI. A UDINE IL PENSIERO CORRE A DAVIDE: LA FIORENTINA VUOL DEDICARGLI UN'ALTRA VITTORIA

di Leonardo Bardazzi

In venti giorni è cambiato tutto. Da pulcino bagnato, timido e impacciato, la Fiorentina è diventata dinamite. Da quando c’è Muriel, la squadra viola segna a raffica (16 gol in 4 partite) e mette i brividi a tutti, si è presa la semifinale di coppa e ha fatto di nuovo innamorare i suoi tifosi con una partita perfetta da consegnare alla storia. Luis è il Re Mida viola, il chiavistello con cui aprire le difese avversarie: con lui Chiesa è diventato una furia immarcabile (5 gol in coppa e altri due in campionato), il valore aggiunto con cui sognare la rimonta in campionato e quel trofeo che in bacheca manca da troppo tempo. 

Naturalmente non sarà sempre così. Naturalmente arriveranno partite incartate, dove le due stelle di Pioli rimbalzeranno sugli avversari e nelle quali i punti non arriveranno. Intanto però la coppa Italia è diventata un obiettivo concreto (le tre più forti della serie A oltretutto sono già eliminate) e anche la zona Europa non sembra più solo una chimera da inseguire quasi solo per onor di firma: vista la pareggite del girone d'andata, è già moltissimo. Perché quel 7-1 oltre a far godere, insegna che sognare si può, che le imprese, anche in uno sport sempre più comandato dallo strapotere dei ricchi, non sono solo utopie. Ce n’era bisogno di una notte così, soprattutto in una città sempre più nervosa per gli ultimi deludenti anni viola. Il calcio però è materia strana e spesso ti porta dalle stelle alle stalle nel giro di pochi minuti. Anche per questo allora Pioli ha messo le cose in chiaro: la coppa è stata pura magia, ma il campionato è un’altra cosa. Lì la Fiorentina è ancora indietro e per farle agganciare la zona che conta servono altri gol, altre vittorie, altre magie della coppia dei miracoli. A Udine sarà una partita tosta, perché i bianconeri hanno l’acqua alla gola e le proveranno tutte per stoppare il magic moment viola. La difesa di Nicola si arroccherà davanti al proprio portiere e per Luis e Fede sarà difficile trovare le praterie concesse dalla Roma: il Friuli dunque sarà la classica prova del nove, nella quale dimostrare maturità e punti per allungare la striscia positiva. Il sorriso contagioso di Muriel però è la nuova forza viola e insieme alla splendida condizione di forma dei vari Chiesa, Veretout, Edimilson e Mirallas, fa comunque ben sperare. Giusto allora affidarsi agli stessi che hanno reso possibile l’impresa di mercoledì: Mirallas così sarà il cucitore di gioco sulla trequarti, con Chiesa e Muriel là davanti e con il Cholito pronto a fare da guastafeste a partita in corso. Senza dimenticare Pjaca, un altro che Pioli ha tutta l’intenzione di recuperare in fretta, soprattutto dopo il cocciuto no del croato all’ipotesi di andarsene. 

Udine però resta una trasferta difficile per mille altri motivi. Chissà cosa passerà per la testa di chi, quel 4 marzo, dormì al Là di Meret. Chissà quante volte il pensiero tornerà a Davide, prima, dopo e durante una partita che dall’anno scorso, non potrà mai più essere una semplice giornata di campionato. Presto nascerà anche una canzone degli Stadio dedicata a lui: un'idea bellissima che lo metterà nell'Olimpo degli indimenticabili anche attraverso la musica. Uno come lui se lo merita davvero. Di sicuro ci sarà un grande desiderio comune di dedicargli un’altra vittoria, di alzare di nuovo quel tredici al cielo. Stavolta più che mai.

Ps: Quagliarella non ha segnato, il record resta di Batigol. Un altro piccolo regalo per i 50 anni di Re Leone. Per la settimana perfetta ora non resta che battere l’Udinese e agganciare la Samp in classifica. Il sapore della vittoria è troppo buono, accontentarsi sarebbe un delitto.