DA ROMA A PRAGA: IL DOLOROSO DEJA VU CHE NON CANCELLA LA CRESCITA DELLA FIORENTINA, PUR CONFERMANDONE I DIFETTI DI SEMPRE.
Un dolorosissimo déjà-vu, un’altra premiazione in cui i viola restano a guardare la coppa alzata dagli avversari. Rileggere i 90 minuti di Praga fa malissimo, ancora più di quanto aveva fatto male vedere Lautaro Martinez regalare la Coppa Italia all’Inter. Stavolta c’è ancora più da recriminare, per una sfida che il West Ham va a vincere grazie agli episodi, dal gol annullato a Jovic al rigore concesso per la mano di Biraghi fino all’ennesima falla difensiva che manda Bowen a segnare di fronte alla curva inglese passando da un vergognoso lancio di oggetti che colpisce il capitano viola e lo costringe a fasciarsi la testa (ennesimo scempio visto in una competizione, la Conference League, nella quale si è visto praticamente di tutto).
Eppure l’esito finale non si discosta dalle riflessioni che hanno accompagnato l’intera stagione dei viola, che si tratti di una fase difensiva che ancora una volta si rivela tallone d’Achille (portiere incluso) e soprattutto di un attacco che ha segnato con il contagocce perchè orfano di realizzatori, che si tratti delle punte centrali o degli esterni. Non che la Fiorentina non meritasse di vincere, anzi, ma se a far festa sono gli inglesi è anche perchè stavolta non è stato possibile andare oltre i limiti di un organico che ha già compiuto un miracolo, grazie al suo tecnico, centrando due finali e giocando 60 gare.
Certo, anche la beffa confezionata al minuto 89 dagli inglesi non presenta novità, l'infilata subita dalla linea arretrata rimasta troppo alta nel momento decisivo dell'incontro è un ritornello troppe volte determinante nel risultato finale, ma andrà tenuto bene a mente che è proprio con questa impostazione che l'allenatore ha rigenerato e rilanciato questo gruppo ormai due anni fa quando è arrivato sulla panchina viola.
Ci sarà tempo e modo per tornare su cosa non ha funzionato, su chi ha sbagliato (seppure sia tutto molto evidente nei 90 minuti di ieri, incluso il ritardo con il quale si è ritenuto opportuno invitare i tifosi del West Ham a non lanciare nulla in campo), ma per oggi l’unica strada è quella di metabolizzare una doppia delusione che sembra condannare il popolo viola alla sofferenza. Spetterà a proprietà e società dare continuità a un’annata comunque importante, qualsiasi siano le scelte in arrivo dal mercato estivo, pur nella consapevolezza del rischio di rivedere i viola al punto di partenza, almeno in Europa.
Di certo non sfruttare la crescita di quest’anno sarebbe un delitto, quanto meno nei confronti di un popolo viola che dopo aver sognato a occhi aperti merita di vedere nuovamente la propria squadra giocare per qualcosa di importante.