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DAI SINGOLI ALL'ATTEGGIAMENTO, A TORINO SERVE CAMBIARE. ANCHE PER SALVARE IL SOLDATO SIMEONE

di Tommaso Loreto

Più di un problema di concentrazione, e atteggiamento, per il Torino che i viola affrontano domani sera. Lo testimoniano gli ultimi 180 minuti dei granata nei quali non sono mancate pause e ampi spazi concessi agli avversari. Come accaduto a Bologna nell'ultima giornata, ma anche come avvenne nel turno precedente, prima della sosta, quando il Frosinone tornò in partita nonostante fosse sotto di due gol. Un'identica rimonta che la squadra di Mazzarri non ha digerito durante lo stop del campionato,nonchè due sfide che hanno ribadito l'importanza di Iago Falque nello scacchiere tattico granata, al di là della diatriba sulla convivenza tra Belotti e Zaza.

Pioli è invece alle prese con ben altri problemi, seppure l'astinenza da gol per i due attaccanti sia pressochè la stessa: 2 gol sia per Belotti che per Simeone. In vista della gara di domani si possono ipotizzare cambi nei singoli, più complicati eventuali stravolgimenti al modulo. Difficile, infatti, l'abbandono del 4-3-3, seppure qualche correttivo al gioco appaia inevitabile. Soprattutto per Simeone. Che avrà sì i suoi problemi sotto porta, ma che non ha quasi mai la possibilità di scegliere tra decine di palloni giocabili.

E' sul suo approvvigionamento che l'attacco dovrà crescere, ferma restando la pericolosità di Chiesa, ma certamente migliorando nel dialogo. Una diversa assistenza per il Cholito resta una delle strade per ritrovare un attaccante più decisivo sotto porta, anche perchè alla lunga l'argentino rischia d'intristirsi troppo. Serve migliorare la sintonia, senza troppi giri di parole, all'interno di un tridente nel quale ancora Pjaca risulta oggetto estraneo. E' il croato, e lo stesso Gerson fin troppo sottotono, il primo indiziato a fronte di eventuali cambiamenti in vista del Torino: magari a favore di quel Mirallas che ha vinto il ballottaggio soltanto una volta nell'ultimo mese (a San Siro contro l'Inter e con discreti risultati). 

Non c'e' solo il belga a sperare in un'occasione, visto l'ampio gruppo di coloro i quali ancora non hanno trovato spazio. Difensori e terzini come Ceccherini, Dicks o Laurini, centrocampisti come Dabo, che potrebbero riportare Veretout all'originario ruolo da mezz'ala, e lo stesso Vlahovic che, magari a partita in corso, potrebbe rappresentare una soluzione non scontata per rivitalizzare una manovra offensiva apparsa troppo scontata e prevedibile. Le carte a disposizione sono tante, come usarle è compito che spetta a Pioli.

Cambiare qualcosa, però, come minimo nell'atteggiamento apatico mostrato da qualche elemento sembra sempre più necessario. Il primo imperativo per affrontare la quinta trasferta stagionale ancora a secco di vittorie è di certo un cambio di passo lontano dal Franchi, possibilmente sfruttando le eventuali pause che il Toro potrebbe concedere nell'arco dei novanta minuti.  

Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it