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DEMOLIRE SUBITO IL TETTO INGAGGI: COSÌ JOJO PUÒ RESTARE. ADV CI PROVA

di Cristiano Puccetti

Finora Jovetic non ha detto grandi bugie. Non si è lanciato in dichiarazioni spudoratamente ruffiane. Anzi, è stato molto misurato nella gestione della comunicazione riguardante il suo futuro. Per la verità ultimamente, da quando a ottobre ha ricominciato a parlare dopo cinque mesi di silenzio tombale, è apparso leggermente sibillino.
Inutile e provinciale far finta di niente o tentare di minimizzare: i risultati della Fiorentina, la conquista di un posto nelle coppe, la permanenza in alta quota in classifica, tutto passerà necessariamente attraverso la gestione morbida del tormentone Jovetic. Che ci accompagnerà come minimo per i prossimi 6-8 mesi.
Proprio per il suo curriculum da parlatore equilibrato, dobbiamo dare un certo peso alle dichiarazioni di Stevan. Quando afferma nell’intervista al Corriere dello Sport-Stadio che al momento ci sono 50 possibilità su 100 che il suo futuro sia ancora a Firenze, dice la verità. E spara una percentuale molto alta.
Intorno a JoJo si sta costruendo un reticolo di interessi giganteschi ed inimmaginabili. Un autentico intrigo internazionale. Se Stevan potesse decidere con la propria testa, sicuramente prorogherebbe di un altro anno il suo addio alla maglia viola. Perché ha realmente Firenze nel cuore e adesso, archiviata la parentesi persecutoria di Delio Rossi, si sta divertendo da matti. La squadra lo esalta e lui non potrebbe chiedere di più per il suo presente. E’ in Italia, dove vorrebbe restare, gioca in una Fiorentina che lotta per il vertice e soprattutto - certezza che non potrà mai avere altrove - JoJo dispone di un posto da titolare fisso tutte le volte che si rende disponibile.
Indubbiamente tutti questi aspetti hanno un peso notevole per il top-player viola. Rappresentano invece elementi del tutto marginali per il suo rampante procuratore che è deciso più che mai a seguire le orme dell’home-made Mino Raiola, che aspira a diventare l’incubo dei presidenti e che soprattutto vuole stringere rapporti di lavoro e di alleanza con le grandi squadre italiane.
Jovetic per Ramadani è sicuramente una scorciatoia per arricchirsi, ma anche un grimaldello per entrare nelle grazie dei potenti dirigenti che comandano e cannibalizzano il nostro movimento calcistico. 
A proposito, aperta e chiusa parentesi, è assolutamente vero, come sostiene Zeman, che soffia un devastante ‘vento del nord’, indirizzato in maniera spudorata all’affermazione-conservazione dell’asse Milano-Torino ai vertici del pallone nazionale. E’ stato molto diplomatico Andrea Della Valle a rispondere: “Non ho capito esattamente cosa sostiene Zeman”. In realtà la Fiorentina porta anche in questo campionato le cicatrici prodotte dallo sferzante ‘vento del nord’. E non è più il caso di fare finta di niente.
Ma torniamo a JoJo. Oltre ad essere un top player, dicevamo, rappresenta un coacervo di interessi pazzeschi. L’attivismo frenetico di Ramadani, che setaccia Italia e Europa per trovare pretendenti desiderosi di accollarsi la clausola rescissoria, viene pure alimentato dalla bandiera montenegrina Savicevic che, intervistato talvolta a sproposito, carica a testa bassa contro la Fiorentina per mettere pressione ed indurre all’addio il suo giovane erede (chissà che cosa ci sarà sotto). In questo quadro c’è poi quella parte di stampa che non perde occasione per cercare di destabilizzare un ambiente - quello viola - che in passato si è mostrato fragile dinanzi alle sollicitazioni. Pensateci bene: Jovetic alla Juventus è una storia che infiammerebbe per settimane e settimane la cronaca dei moribondi giornali.
E la Fiorentina? Oltre a costruire, come JoJo aveva richiesto, una squadra in grado di vincere e di divertire, che cosa può fare concretamente per trattenersi il proprio campione? Prima di tutto fare una riflessione e chiedersi: Stevan cambia le sorti della squadra o no? Nel secondo caso si cede senza rimpianti, si comincia già da adesso ad individuare e a flirtare con i suoi sostituti. Nel primo caso invece bisogna fare un ragionamento molto più ampio. E’ chiaro che la vicenda Jovetic ingloba due piani: le prospettive sportive e soprattutto i soldi. Montella lavora per garantire il miglior contesto per esaltare le doti di JoJo. La società invece deve trovare un modo creativo per remunerare ulteriormente il talento di JoJo e di far guadagnare quell’assetato Ramadani. Non abbiamo mai compreso fino in fondo l’efficacia del tetto ingaggi. Non è mai esistito infatti un ristorante nel quale lo chef, se geniale, non possa per regola prendere dieci volte di più di quello che guadagna un cameriere. E’ una norma di autoregolamentazione sbagliatissima. Diamo un’idea per uscire dall’equivoco: risparmiamo lo stipendio di Olivera (pessimo), di Della Rocca (sfortunato) e di Llama (poco utilizzato) e giriamolo a chi decide con classe le partite, Jovetic. Si arriva vicino ai 4 milioni netti e Stevan non ci penserebbe un attimo a restare ancora un po’ nella città più bella del mondo e a remunerare l’anno sabbatico di Ramadani, che così smetterebbe di sobillarlo con le offerte di Juve&c. Stiamo forse dicendo una bischerata?

Cristiano Puccetti
Direttore sport di LadyRadio