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DIECI CLAMOROSI ERRORI IN UNA STAGIONE FALLIMENTARE. SOUSA SBAGLIA A PARLARE, MA LE ACCUSE SONO GIUSTE. PIOLI, VIA LIBERA. MA DI FRANCESCO E MAZZARRI RESISTONO. GONZALO COME PASQUAL

di Enzo Bucchioni

Ci vorrà ancora un po’ di tempo e di pazienza per capire chi sarà l’allenatore del futuro. Come già detto, purtroppo, la scelta non dipende solo dalla Fiorentina o da Corvino. Fra i tecnici in lizza, ora Pioli è quasi libero. Dopo gli errori nel Derby le sue quotazioni in casa Suning sono clamorosamente crollate. Come finirà? In questo caso la risposta va chiesta soprattutto a Simeone (si libera?) o a Spalletti (altra ipotesi nerazzurra). Comunque, se vuole, Corvino con Pioli può affondare il colpo. Di Francesco entro fine mese avrà un incontro con Squinzi che lo vorrebbe tenere. Mazzarri, invece, dovrebbe chiudere con il Watford che pensa a Ranieri.

In attesa, val la pena farci del male ancora per un attimo e ripensare alla gara con l’Empoli. Chi mi segue lo sa, non ho mai creduto alla possibile rimonta Europa League: troppe squadre davanti, troppo moscia questa Fiorentina, troppo rotti i rapporti. Tutto confermato dai risultati, purtroppo. Sousa con l’Empoli ha sbagliato la formazione (a quando undici attaccanti tutti assieme?), l’arbitro ci ha messo parecchio del suo, il rigore di Pasqual ha chiuso il sabato di Passione. Nel calcio certe cose le paghi: non puoi mandar via il capitano di una vita per un pugno di dollari. Così arriva l’occasione della rivincita o il piatto freddo del destino. Stessa cosa sta succedendo con Gonzalo, evidentemente neppure la storia aiuta.

Da registrare l’ennesima pure accusa di Sousa alla società, ma il tecnico anche se sbaglia a parlare pubblicamente, ha profondamente ragione. Fra l’altro le stesse cose le ho scritte più volte. Come si fa a lasciare una squadra sempre da sola in trasferta e sabato anche in casa? Conta più la Pasqua o la Fiorentina?

Adv non c’era, Corvino neppure. Cognigni è andato via nell’intervallo, forse schifato per il gioco dei viola. Ma si può lasciare il solo Freitas a ragionare e difendersi, uno che deve occuparsi di altro e i più (con rispetto) non sanno neppure chi sia? Nelle grandi società (ma anche in quelle piccole organizzate) non succede mai. Questo è solo uno dei tanti clamorosi errori capitali di una stagione fallimentare nella quale troviamo soltanto due cose positive, il ritorno di Antognoni dopo quindici anni e quelli di Gino Salica (grande manager) alla vice presidenza.

Ma era facilmente prevedibile che sarebbe state un’annata disastrosa, l’avevo capito perfino io e scritto l’estate scorsa. Ora elenchiamo gli errori in ordine cronologico, non vogliono essere una forma di sadismo, ma la speranza che in passato possano essere prese decisioni diverse.

1) Un errore aver aspettato fino a giugno che Corvino si liberasse dal contratto con il Bologna. Tardi. Troppo tardi per lavorare e programmare il mercato

2) Un errore non aver avuto il coraggio di mandare via Sousa. Forse per non pagare due allenatori, forse per provarci ancora. Nel calcio i rapporti rotti sono rotti. E s’era capito che Sousa ha un carattere tostissimo. Fra l’altro a giugno c’erano liberi degli allenatori interessanti. Da Fiorentina

3) Errore aver pensato solo a ripianare il bilancio e non al mercato con l’illusione che questo ciclo non fosse finito e questa squadra fosse quella dell’autunno 2015 che andò in testa alla classifica.    

4) Errore non aver rispettato i patti fatti con Sousa da Corvino in Portogallo. L’allenatore aveva chiesto tre giocatori buoni, ne hanno presi sette-otto tutti comprimari o peggio….

5) Errore non aver fatto mercato, significata anche non aver accettate le offerte per Ilicic (quindici milioni dall’Inghilterra), ma anche per altri che volevano andar via. Con quei soldi si potevano trovare giocatori più motivati e nuove energie per il gruppo

6) Errore non aver esonerato Sousa neppure dopo un inizio campionato disastroso. C’era Pioli libero, i segnali di grosse difficoltà erano chiari. Purtroppo la vittoria di Bologna ha salvato Sousa, ma non la stagione viola

7) Errore non essere riusciti a trovare un accordo per il rinnovo con Gonzalo, il capitano, uno dei leader dello spogliatoio. In un gruppo certe decisioni pesano, i giocatori percepiscono che non c’è riconoscenza e non ci sono valori. Il disamore è un veleno. Fra l’altro pochi mesi dopo la vicenda analoga con Pasqual.

8) Errore non aver venduto Kalinic ai cinesi per quaranta milioni. Il giocatore all’inizio era d’accordo, Adv si è incaponito nel volerne cinquanta e l’affare è saltato. Kalinic ha 29 anni, è un buon giocatore, non un grande giocatore. Reinvestendo una cifra del genere si poteva rafforzare molto la Fiorentina, magari cominciando con il comprare quel Muriel che inserito nell’affare Kalinic sarebbe costato soltanto 18 milioni. Ora per Kalinic sarà grassa portare a casa venti milioni…

9) Errore non aver sfruttato anche l’ultima occasione per esonerare Sousa, a febbraio, dopo la clamorosa eliminazione dall’Europa League. Restavano tredici giornate, un terzo della serie A. Con un tecnico motivato, anche con un contratto di sei mesi, (Reja?) potevi pensare di provare la rimonta e nella peggiore delle ipotesi chiedere comunque di lanciare altri giovani e di provare i nuovi per lavorare in proiezione futura.

10) Errore, l’abbandono. La Fiorentina in trasferta è la squadra di nessuno. Mai Della Valle (solo Diego a Milano), mai Cognigni, mai Corvino, fuori casa la Fiorentina è rappresentata da Freitas o qualche volta da Rogg o Mencucci. Antognoni è l’uomo immagine. La proprietà, chi conta, chi ha il potere in mano, deve essere sempre presente. I giocatori devono sempre capire che aria tira. Ma anche il mondo del pallone e il potere devono notare che la proprietà è presente e attenta a tutto. Possibile che in tanti anni non l’abbiamo ancora capito?

Ora non resta che aspettare la rifondazione, sperando che le idee e le basi siano un po’ più solide. Dopo cinque anni una stagione stortissima può capitare. Due sarebbero inaccettabili.