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DIECI GIORNI PER VENDERE VLAHOVIC, MA LUI NON MOLLA E VUOLE L’EUROPA. IRROMPE ANCHE IL BARCELLONA. CACCIA A PORTIERE E CENTRALE PER IL GIOCO DI ITALIANO. FRANCHI BOCCIATO ANCHE DALL’EUROPA. E ROCCO QUERELA

di Enzo Bucchioni

Alla Fiorentina sono rimasti soltanto dieci giorni per vendere Vlahovic. Il mercato chiude lunedì trentuno gennaio e, a naso, il tempo per mettere in piedi e chiudere un’operazione del genere ormai non c’è più. E’ vero che nel calcio quello che vale oggi domani può essere completamente ribaltato, ma al di là del tempo, il problema vero è che Vlahovic e il suo entourage non hanno dato (per ora) il minimo segnale di voler andar via da Firenze o di voler intavolare adesso qualche trattativa.

La proposta dell’Arsenal, come più volte scritto, era forte e interessante per la Viola e per il giocatore, ma il club inglese non ha avuto risposta e non c’è stato il minimo segnale di interesse dal clan di Vlahovic. Fine.

Secondo il Mundo Deportivo ultimo ma non ultimo, si sarebbe mosso anche il Barcellona con il procuratore Ristic all’apparenza interessato, ma tutto è rimandato alla prossima estate.

Che Vlahovic non volesse andar via s’era capito da un pezzo.

L’aveva confermato lui stesso di recente nella famosa intervista natalizia non autorizzata a un giornale serbo.

Lo ha rivelato Joe Barone ribadendo la sua stizza per non riuscire ad avere un dialogo minimo con il procuratore del giocatore. Dusan casualmente lo disse anche a me tempo fa in un incontro assolutamente fortuito, rispondendo frettoloso, “Gennaio? no gennaio no”, a una domanda precisa.

Alla Fiorentina, lo abbiamo scritto mille volte, economicamente sarebbe convenuto chiudere ora il capitolo Vlahovic, questa è l’ultima finestra di mercato per strappare un prezzo attorno ai 70-80 milioni. E infatti questa era la cifra proposta dall’Arsenal. Ma sarebbe convenuto anche per chiudere definitivamente un caso e un problema, incassare e programmare nuovi acquisti per il futuro.

Pazienza, del resto che la storia sarebbe stata complicata e con un finale tutto da scrivere, simile a un giallo, era praticamente già tutto nel comunicato dello scorso autunno quando Rocco furibondo annunciò la rottura della trattativa per il rinnovo.

E adesso che farà la società viola?

Non resta che godere e sfruttare fino a quando sarà possibile delle prestazioni e dei gol che questo ragazzo nonostante tutto sta fornendo per la Fiorentina. Di sicuro saranno contenti i tifosi di non perdere Vlahovic a gennaio, ma anche Italiano: tutti gli allenatori del mondo vorrebbero un attaccante così.

E al di là del comportamento condannabile dell’entourage del giocatore e della possibile perdita economica, se si vuole guardare il rovescio della medaglia, di sicuro con Vlahovic per i viola sarà più semplice rimanere fino alla fine nelle zone alte della classifica per provare a tornare in Europa. E poi, di sicuro parte della perdita economica dalla mancata vendita invernale, potrà essere recuperata centrando una coppa. Infatti dagli sponsor ai diritti alla visibilità, crescendo complessivamente il livello societario, di sicuro il brand Fiorentina ci guadagnerebbe.

Poi si tratterà anche di capire come evolverà il braccio di ferro fra Rocco Commisso e dei suoi manager con i procuratori serbi che gestiscono Vlahovic. Se andando avanti con la stagione i rapporti dovessero rimanere pari a zero o addirittura peggiorare, potrebbe anche esserci una reazione da parte della Fiorentina che fino ad oggi ha dovuto solo subire delle decisioni non condivise.

Vlahovic in tribuna? Non lo so. Italiano non lo escluderebbe mai. Ma più avanti potrebbe anche succedere visto che adesso c’è un altro attaccante in rosa come Piatek.

E sicuramente la tensione potrebbe salire al massimo se anche l’estate prossima Vlahovic dovesse dire no alla cessione puntando a liberarsi a zero fra un anno.

Torno ai dieci giorni di tempo che restano. Sono troppo pochi perché l’unica società che è uscita allo scoperto, l’Arsenal appunto, non ha avuto risposta alcuna. E le altre pretendenti, dal City al Chelsea, ma anche il Psg (deve vendere Icardi) o il Bayern, e pure l’Atletico o la Juve, il discorso centroavanti lo affronteranno e risolveranno in estate con il famoso giro che inizierà con Mbappè e Haaland. Ecco, Vlahovic rientrerà in quel panorama se, come si sospetta da sempre, non dovesse avere già un accordo in tasca. E forse, se la corsa al numero nove coinvolgerà tante società, il prezzo potrebbe anche tenere. Magari non gli 80 milioni attuali, ma probabilmente oltre i cinquanta.

La cosa più incredibile in questa vicenda e vedo che ora se ne stanno accorgendo in tanti, è comunque quello che ho sottolineato da subito: dicendo no al rinnovo con la Fiorentina Vlahovic ci sta rimettendo più di 400 mila euro al mese. Siccome i soldi piacciono a tutti, è probabilissimo che dietro ci sia qualcuno che sta già provvedendo alla bisogna. Probabilmente lo capiremo…basta aspettare.

Resta il comportamento straordinariamente maturo di questo ragazzo che può anche sbagliare come ha fatto l’altra sera con il cucchiaio su rigore, ma sa come gestire le situazioni. Non è da tutti avere la prontezza di chiedere scusa immediatamente, a caldo.

Comunque credo che la chiusura del mercato possa contribuire a parlare meno di Vlahovic e più di calcio nell’interesse della classifica della Fiorentina. Almeno per qualche settimana, poi vedremo.

E a proposito di mercato, gli obiettivi veri per l’estate prossima (discorso Vlahovic e dintorni a parte) sono due: portiere e difensore centrale. Servono due profili adatti a far crescere la Fiorentina nella direzione del calcio tracciato e amato da Italiano.

Dragowski e Terracciano (soprattutto quest’ultimo) sono cresciuti e in qualche modo hanno imparato a far ripartire l’azione dal basso e contribuito a giocare anche con i piedi, ma non sono di quella scuola, di quella cultura. Un portiere più bravo e più rapido anche con i piedi contribuirebbe di sicuro a far crescere la manovra. I nomi stanno spuntando, ma per ora sono analisi e tentativi. Il francese Fofana sembra perduto, ma era un’idea. Come Cragno, Vicario o Provedel. Unica cosa certa? Dragowski sarà ceduto in estate perché al di là dei discorsi tecnici e dei dubbi ha il contratto in scadenza nel 2023 e conviene chiudere per recuperare qualche milione di euro.

Ma serve anche un difensore centrale bravo a difendere ovvio, però anche abile a giocare, quel tipo di regista difensivo che manca dai tempi di Gonzalo Rodriguez. Non è facile trovarlo, ma la Fiorentina sta lavorando in diverse direzioni. Oggi a giocare ci prova Quarta con risultati alterni, Milenkovic si adatta, ma è pure lui in scadenza nel 2023 e potrebbe diventare una plusvalenza interessante.

Quando Joe Barone dice “staremo attenti alle occasioni che si presenteranno” vuol dire proprio questo. La Fiorentina sta monitorando costantemente il mercato e il potenziamento del settore scout dietro la scrivania (non solo Burdisso) si vede eccome.

Il mercato presente o futuro non deve comunque distrarre dalle grandi cose che sta facendo questa squadra. Non parlo solo per gli undici gol rifilati al Napoli e al Genoa, ma per la crescita complessiva, l’aumentata capacità di fare gioco, di muoversi come vuole l’allenatore, di attaccare con intensità e avere soluzioni diverse, di difendersi meglio.

Il lavoro dell’allenatore è straordinario e i margini di crescita sono ancora molto alti perché se ci pensate bene questo gruppo si allena per un calcio diverso, più moderno e spettacolare, da soli sei mesi e l’obiettivo ultimo è quello di giocare a memoria. Servirà ancora tempo, ma le soddisfazioni arriveranno. E, scontato, più si alza il livello tecnico dei giocatori meno tempo serve per apprendere e per fare giocate più difficili. La dimostrazione si chiama Ikonè che in circa sessanta minuti giocati ha già regalato due assist. E’ appena arrivato, ma il suo essere giocatore superiore è visibile già da come si muove e come tratta la palla. Non è un problema il ruolo, il calcio di Italiano è anche dinamismo e intercambio delle posizioni. Ma non mettete fretta a nessuno, domenica a Cagliari ancora non mi aspetto Ikonè dall’inizio. Ci sarà il solito mini turn over con Quarta se starà bene, probabilmente Duncan. Scalpita anche Pulgar, ma sinceramente per togliere oggi Torreira (soprattutto), ma anche il dinamismo della scoperta Maleh, ci vuole coraggio.

Intanto non si placa la polemica sullo stadio Franchi e ci sarà materiale di discussione per i prossimi cinque anni e oltre, faccio una previsione. A confermare quello che diciamo da sempre e che in fondo voleva dire Commisso, anche uno studio del sito inglese “Money”, specializzato in questo tipo di analisi, ha messo il Franchi all’undicesimo posto fra gli stadi per il calcio più brutti d’Europa. Non c’era bisogno di conferme, chi lo frequenta lo conosce e peccato che l’amministrazione comunale dopo averlo lasciato andare a pezzi dopo i mondiali del ‘90, l’abbia riscoperto soltanto tre anni fa quando non è andata in porto l’operazione Mercafir. Vedremo adesso cosa succederà nei prossimi anni, ma la vicenda resta in salita nonostante i soliti falsi ottimismi. Con la Soprintendenza già in  agguato.

E non consola il fatto che peggio del Franchi c’è un altro stadio della stessa provincia: il Castellani di Empoli. E poi i politici parlano ancora…

Anche Rocco parla, ma è passato pure all’azione. Ha aperto un altro fronte di guerra, ha deciso di querelare la Gazzetta dello Sport di Urbano Cairo per un articolo ritenuto lesivo e diffamatorio. Palla ai giudici, ovviamente saranno loro a decidere chi ha ragione, ma come sappiamo Cairo è pure presidente del Torino. Rocco ha sfatato anche il famoso detto “cane non morde cane”, lui morde eccome…