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DIEGO HA CAPITO E DECISO: NASCERÀ UN RAPPORTO NUOVO CON LA FIORENTINA E CON FIRENZE. NEL SEGNO DI ASTORI. IN TRIBUNA CON IL CROTONE. BADELJ RIPENSA AL SUO FUTURO DA CAPITANO. E CHIESA ANDRÀ IN NAZIONALE

di Enzo Bucchioni

Quel silenzio infinito che ha fermato il Franchi è ancora qui, dentro di noi, e squarcia il cuore.

Quel silenzio ci accompagnerà per sempre, come il ricordo di Astori.

E ora che Lui, il Capitano, è da qualche parte Immortale tra gli immortali, noi fatichiamo ancora a capire fino in fondo cosa è stata questa settimana tragica. La grandezza di tutto quello che abbiamo visto, vissuto, sofferto. E’ fresca la ferita, il dolore e l’angoscia fanno a pugni nello stomaco, ci vorranno i giorni per mettere tutto completamente a fuoco, forse servirà la storia per esaltare, dare il giusto valore, per sempre, alla Grandezza di Firenze e dei fiorentini che hanno scosso e commosso il mondo. Cose mai viste prima. Tragedia, lacrime, amore, passione, tutto condensato assieme e moltiplicato come solo questa città e questa tifoseria sanno fare. Tutto trascinante e coinvolgente.

Ci piace pensare che questa tragedia e quello che l’ha accompagnata, avrà la forza di cambiare il calcio, di restituirlo ai valori, alla normalità, allo sport. L’ho già scritto qui, su FirenzeViola, una settimana fa, ma lo ripeto e scusatemi. I segnali ci sono, forti e chiari. E’ quasi un miracolo, il miracolo di Astori.

Ma i segnali arrivano fortissimi anche dal cuore della Fiorentina. Dal cuore dei fratelli Della Valle che ha vibrato forte, ha pianto con il Popolo Fiorentino.

Mai così uniti.

Mai così forti.

Mai così Viola.

Dopo questa tragedia niente sarà più come prima e non è una banale frase fatta. Diego e Andrea Della Valle, scossi, turbati, devastati, in lacrime davanti al Muro di Astori, a Coverciano, in Santa Croce, dentro al Franchi, dappertutto, hanno capito fino in fondo quello che muove il calcio. Cosa si nasconde dentro il pallone: una straordinaria umanità.

Da oggi di quella straordinaria umanità faranno parte anche loro. Di questo straordinario Popolo Viola, di tutto quello che sa esprimere, dovranno tornare ad essere orgogliosi. Torneranno.

Sabato sera Andrea Della Valle ha dormito con la squadra. S’è fatto dare una stanza del ritiro.

Diego aveva degli impegni fissati all’estero e in Italia, li ha fatti saltare quasi tutti per esserci. E’ stato il primo a correre a Udine, a vedere Astori, ad abbracciare la famiglia. E chi pensava che la sua presenza, per altro straordinaria, potesse fermarsi ai funerali, con l’addio all’uomo, con gli affetti, la celebrazione religiosa, s’è sbagliato: Diego è tornato anche per il giorno del calcio.

C’era anche lui e l’avete visto con la maglia viola al collo, per l’ultimo tributo del calcio ad Astori, nell’arena che l’ha visto gioire e soffrire, vincere e perdere. Con i tifosi, per l’ultimo omaggio, c’era anche Diego.

Da oggi, moralmente, Diego e Andrea Della Valle sono tornati a guidare il Popolo Viola. L’eredità di Astori non andrà perduta. Non so come, non so quando e oggi non è neppure il momento dei particolari. Non ho voglia di scrivere di calcio, tornerà il tempo.

Oggi è semplicemente il momento di tirare una riga: il passato è alle spalle. Se Diego e Andrea Della Valle torneranno a fare bene calcio come hanno fatto in alcuni periodi della loro gestione e se a questo uniranno la devastante spinta emotiva che in questi giorni li ha avvolti e avvinti, se aggiungeranno la comprensione passionale del calcio alla gestione manageriale, potremmo davvero arrivare a dare un senso alla tragedia di Astori. Un senso consolatorio, sia chiaro, ma non avendo altre verità o altre possibilità, anche questa idea può aiutare a ripartire.

Diego e Andrea hanno già in agenda impegni internazionali prefissati, ma hanno già fatto capire ai manager e ai collaboratori che faranno di tutto per essere in tribuna anche con il Crotone. E nelle gare successive. Andrea Della Valle riprenderà da subito il ruolo di presidente onorario, starà vicino alla squadra, a Pioli, al presidente e al vice, personalmente presente tutti i giorni. La Fiorentina è tornata sua. L’idea di andare anche a Torino domenica prossima c’è, vedremo quanto praticabile. E’ un nuovo inizio con Astori nel cuore. Con il Capitano che ci guarda, lontano, ma vicino.

In tutto questo, consentitemi, di dire due cose sulla Fiorentina società. Tutti, dal primo fino all’ultimissimo dei collaboratori, tutti, hanno fatto cose straordinarie. Pensate a una organizzazione che ha mosso decine di migliaia di persone. Tutto studiato. Tutto perfetto. Nei giusti modi. Tutto ispirato da una straordinaria sensibilità e rispetto. Davanti l’uomo Astori, la sua tragedia, la sua famiglia, i suoi affetti più cari, la compagna, la bimba che ha cominciato a chiedere di papà. Quel grande papà. La Fiorentina c’era e ci sarà sempre. La preoccupazione più viva, che ha ispirato l’organizzazione, in fondo è sempre stata questa: rispettiamo il dolore.

Merita un grande abbraccio anche la Fiorentina squadra. Ragazzi, ma già uomini veri. Provate a immaginare cosa deve essere stata per loro la vita dalle 9,30 di domenica quattro marzo in poi. Provate. Hanno onorato il Capitano come a lui sarebbe piaciuto: compostezza e grande dignità. Quando vi torna in mente, rileggete la lettera di Saponara. C’è tanto da imparare. E anche quella di Badelj letta in Santa Croce. Non mi meraviglierei se uno così, decidesse di restare a Firenze per sempre. Decidesse di raccogliere l’eredità e la fascia di Capitan Astori. Molti valori sono simili. Badelj riflette, sta parlando con il cuore. Lasciamolo fare, comunque ci piace e ci piacerà sempre la gente come Badelj.

Nel frattempo, se certi messaggi saranno confermati, venerdì prossimo Chiesa sarà nella lista dei convocati per la nazionale. Di Biagio avrebbe già deciso. Ecco un’altra maglia da dedicare a Davide Astori, quella azzurra di Chiesa. Grazie Capitano.