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DIEGO HA RISCOPERTO LA VIOLA

di Mario Tenerani

Un'estata calda che non accenna a finire. Un'estate piena di pensieri viola, anche cattivi. Mesi di polemiche, dubbi, soprattutto sulle reali intenzioni dei fratelli Della Valle. Si diceva che stessero elaborando lo strappo da Firenze. Si raccontava nel circuito dei rumors che la società fosse vicina a passare di mano: sceicchi, telefoni, compagnie aeree, nel campionario dei possibili acquirenti non ci siamo fatti mancare niente. Nonostante che la proprietà viola avesse smentito in più di un'occasione una simile eventualità, il risultato non cambiava. Le chiacchiere montavano come il mare in tempesta.
Ora le onde sono diminuite, c'è quasi bonaccia. E la causa, oppure il merito, è di Diego e Andrea Della Valle. I loro interventi tra la fine di agosto e l'inizio di settembre sono stati netti, inequivocabili, attesi: tutti orientati a confermare la voglia di restare a lungo a Firenze rilanciando un programma (il sostantivo progetto, francamente, ci ha sfiniti) possibilmente vincente. I buoni propositi sono stati accompagnati dai fatti, un mercato interessante ne è la prova.
Tra i due, quello accusato di aver poca passione era Diego. Del resto quella dichiarazione di primavera, "la Fiorentina è un hobby, mi occupa un cinque per cento", non era stata felice, ancorché sbagliata nella tempistica. Sale su una ferita che sanguinava. Adesso anche questo ostacolo è superato. L'intervento di Mister Tod's a La 7, in cui si è detto, insieme al fratello Andrea, innamoratissimo della Fiorentina e di Firenze, raccontando le linee guida di un rilancio in grande stile della società e di un cammino che dovrebbe portare prima o poi anche a vincere qualcosa, ha cancellato gli equivoci del passato. Diego Della Valle ha parlato pochi giorni dopo l'inaugurazione del centro sportivo dei Campini, un investimento di 7 milioni, destinato a lievitare fino a 10, in una struttura del Comune, non della Fiorentina. Un po' come se un affittuario decidesse di sobbarcarsi centinaia di migliaia di euro per ristrutturare una casa non sua... Un altro segnale, da parte della proprietà, circa la volontà di continuare ad alimentare un'idea viola, non spegnerla.
Tutto questo non annulla gli errori che anche i Della Valle hanno fatto, ma li supera. Nel calcio vince chi sbaglia meno, non chi non sbaglia mai perché questo non esiste. La Fiorentina ha bisogno di crescere principalmente sul piano economico. Con le regole del fair-play finanziario non sarà più sufficiente avere un presidente ricco, conterà molto di più avere muri da mettere a patrimonio. La società viola non ha niente di proprietà: non ha uno stadio, una sede, un centro sportivo. I famosi asset sono inesistenti, salvo due-tre ettari dei terreni di Incisa, quelli che dovevano ospitare un grande sogno, ma poi non se ne fece di nulla. La prossima sfida sarà questa: i 200 milioni investiti nella Fiorentina dai Della Valle, dall'agosto 2002 ad oggi, sono stati un'impresa che rischia di restare fine a se stessa se la società non si irrobustirà con iniezioni di strutture. Ecco perché Diego e Andrea Della Valle insistono sulla Cittadella. Un'opera che potrebbe rendere sicura, per sempre, la Fiorentina. Immortale nei cuori dei tifosi lo è già, in quel modo lo diventerebbe anche economicamente.

Mario Tenerani

Giornalista de Il giornale della Toscana