DIEGO, TORNA SULLA NAVE C...O!
Amauri bene, benvenuto, può senza dubbio aiutare la Fiorentina a raggiungere il suo unico e ultimo obiettivo stagionale: la salvezza. L’eccitazione però è contenuta, come la voglia, la forza di sognare. Da qua sono passati, senza arretrare troppo nel passato, Batistuta,Toni, Gilardino nei suoi cenci, etc. etc. quindi Amauri può farci piacere, ma non delirare. Se decolla ancora, come fatto lo scorso anno immediatamente a Parma, sarebbe opportuno però legarlo alla maglia viola e fargli finire la carriera qua. C’è un'opzione sulla parola? Mettiamola per iscritto, non si sa mai. Se è un'opzione si può sempre farla cadere. Amauri bene, perché meglio Amauri di niente. Ora sotto con un altro attaccante, è indispensabile.
E’ tuttavia il rapporto con la famiglia Della Valle che deve evolversi, rinascere, rifiorire prepotentemente. Altrimenti aspettiamoci a breve un doloroso divorzio. E Firenze in questi giorni vorrebbe urlare a Diego con ironia lo slogan divenuto tristemente famoso dopo la tragedia del Giglio: “Comandante Diego, torni sulla nave, cazzo!”. Ci sono poi altri argomenti da mettere in chiaro.
Tra le pieghe di un gennaio scialbo, incolore e senza colpi di scena Firenze s'indigna, s'interroga, sanguina. Vittima innocente di una crescente tendenza al masochismo più sfrenato che ha ormai pervaso tutti sulle sponde dell'Arno. Tutti contro tutti senza esclusione di colpi, alla ricerca di un colpevole che non c'è, non si vede e forse neanche esiste. Lo specchio di una disfatta sportiva, e non solo, senza precedenti nella storia gigliata che non accenna a scemare, e che rischia di compromettere seriamente un legame radicato e indissolubile come quello tra la città e la maglia viola, con una sola vittima conclamata: Firenze, appunto. Tutti per uno e ognuno per sé, questa è la regola vigente in città. E in questo contesto rientrano a pieno titolo tutte le mancanze di una società distante e mai trasparente negli intenti, la scarsa professionalità mostrata dalla squadra, fuori e dentro il campo, e infine il preoccupante allontanamento dei tifosi viola dalla loro Fiorentina (questa Fiorentina). Cause e concause di una situazione fuori controllo alimentata da comportamenti e prestazioni imbarazzanti, promesse disilluse, accese contestazioni e una sete, quasi morbosa, di polemica. Tanto che, per non rischiare di essere tacciato di sterile qualunquismo, basterebbe citare l'eccitazione perversa provocata dalle ben note e frequenti scappatelle infrasettimanali dei giocatori viola o dai fallimenti perpetuati in questi anni in sede di mercato dalla società. Segno evidente che nell'ambiente fiorentino è ormai in atto una sorta di guerra civile di nervi – passateci il termine – tra chi la Fiorentina la rappresenta e chi la ama passionalmente. Di fatto un evento più unico che raro ripercorrendo il passato, sebbene non sempre luminoso, della maglia viola, che attesta quanto e come il problema stia raggiungendo vette ancora inesplorate e impervie.
E intanto, come detto, Firenze sanguina copiosamente in balia di una virulenta epidemia anarchico-antagonista. Senza che qualcuno, nessuno escluso, si ponga il problema di come uscirne o faccia alcunché per non rischiare di veder sprofondare ancor più verso il caos Firenze e la Fiorentina.
Meglio infatti, in tal senso, continuare ad andare avanti con un muro contro muro improduttivo piuttosto che spingere in direzione di una tregua, ancorché temporanea, atta a riportare la necessaria calma. Meglio contorcersi nell'abituale quanto dannosa polemica intestina invece di trovare una linea comune proficua per la salvaguardia della Fiorentina stessa. Meglio, in poche parole, perseguire questa linea autolesionista piuttosto che provare ad abbassare i toni e virare verso un fine comune. In buona sostanza lo stato dell'arte della Firenze calcistica da un paio di anni a questa parte. Risultato: calo vertiginoso della passione e risultati altamente scadenti.
La priorità, a conti fatti, non potrà che essere quella di riprendere in tempi brevi le briglie e correggere l'andazzo. Onde evitare di ritrovarsi poi ai rimpianti e alle prese di coscienza tardive. O ancor peggio rischiare di incrinare una passione che da oltre ottanta anni rappresenta il vanto e il trait d'union di una città intera. Quella stessa Firenze che oggi sanguina, che ha disperatamente bisogno d’amore e d’attenzione. Diego, torna sulla nave, c…o!
Cristiano Puccetti
direttore sport Lady Radio e Quotidiano viola