.

DIFFIDARE DEI MAGHI

di Franco Ligas

Sono stato facile profeta. Al primo rovescio d’acqua (la facile sconfitta interista) abbiamo urlato “all’alluvione” perdendo quella lucidità, indispensabile, per superare i momenti difficili. Che il momento della Fiorentina sia delicato se non delicatissimo, non è una novità. Per superarlo è arrivato un nuovo medico con altre conoscenze scientifiche, con altri consulenti. Sappiamo che ha cambiato la terapia, se necessario la cambierà ancora; si confronterà più spesso con i suoi collaboratori ma lo farà all’interno della sua struttura. I parenti chiedono notizie del malato ma non si sostituiscono al medico. Per uscire dalla metafora del medico e del malato, mi chiedo se sia possibile, in una corsia d’ospedale, trovare parenti, amici e sostenitori con in mano una, dieci, cento medicine diverse sicuri di avere scoperto quella giusta. (Chiedo scusa se confondo il sacro con il profano: ho grandissimo rispetto delle persone sofferenti e dei loro parenti). I progressi di Palermo e la vittoria contro la Roma hanno confortato ma non illuso il tecnico. Tantomeno quando la vigilia milanese è stata turbata dalla rinuncia a Montolivo e Jovetic. Lo stesso Behrami era dato sofferente. Sia Munari che Lazzari li ha utilizzati, per necessità, in ruoli diversi dal solito. Pensare che la sfida all’Inter fosse da catalogare facile o abbordabile è proprio del tifoso di fede non del tecnico o del giornalista. L’uno e l’altro devono fare l’analisi della partita. Chi non ha visto, contro la Roma, una Fiorentina da Europa League sa che, quella di Milano, non è una squadra da zona retrocessione. Le due reti che hanno deciso la partita sono un omaggio della difesa, una volta distratta e poi priva di serenità. La distrazione e la confusione si è vista sullo 0-0 e dopo il 2-0 e su questi meccanismi lavorerà Rossi. Lo ha detto, ridetto e lo ripeterà tutte le volte che riterrà opportuno. L’allenatore ha ricordato della pochezza assoluta degli attaccanti chiamando in causa un centrocampo che non sempre si ricorda di fare la doppia fase: di sostegno alla difesa e di proposizione all’attacco. Tra le pieghe delle sue esternazioni leggiamo la voglia di novità. Ha bisogno di giocatori fidati che si buttino nella mischia senza chiedersi se sono all’altezza della situazione o se gli convenga. Dunque giocatori bravi e a lui noti. Per superare questo passaggio difficile dimentichiamo il passato. I nostalgici sono come brace sotto la cenere; e non sfracelliamoci il cervello chiedendoci se con Nastasic o Salifù avremmo avuto un risultato diverso…. La vera consistenza di questa Fiorentina si vedrà soltanto alla ripresa del campionato (a gennaio). Ora c’è da lavorare e sentenziare il meno possibile.

   Per questo motivo avevo chiesto all’editore di chiudermi il computer.

Franco Ligas

giornalista Mediaset