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DOPO IL MONDIALE, IL MERCATO ALLE PORTE: LA PARABOLA DI AMRABAT E UNA DUPLICE SPERANZA PER L'ANNO NUOVO

di Tommaso Loreto

Gli inglesi non hanno la minima intenzione di perdere tempo, e già per il tradizionale boxing day del 26 dicembre sono in prima fila. A queste latitudini è soprattutto il Natale a prendersi la ribalta nei prossimi giorni, o piuttosto i menù di cene e pranzi, eppure già il giorno dopo la chiusura del mondiale in Qatar è come se la normalità fosse nuovamente dietro l'angolo. Ciò che ha stravolto il calendario dei principali campionati europei oggi restituisce speranze e aspettative per protagonisti e non della kermesse qatariota, e se in Italia in tanti attendono il rientro degli argentini più esaltati, o dei francesi più rabbiosi, in casa viola è soprattutto il 2023 di Sofyan Amrabat a rubare la scena. 

Alla consueta ridda di voci dettate dall'exploit mondiale sono seguite le rassicurazioni societarie su idee e strategie per il futuro, a cominciare da un rinnovo automatico che dal punto di vista contrattuale pone la scadenza al 2025, ma è chiaro che la gestione del marocchino diventerà discriminante per l'immediato futuro della squadra. Se sul piano fisico Amrabat probabilmente pagherà un minimo dazio, in un periodo in cui sia Nico Gonzalez che Sottil saranno ancora da recuperare, è più nell'ottica degli indirizzi futuri che il destino del centrocampista potrà raccontare progetti e ambizioni della Fiorentina. 

Di certo in questo momento pare esser la pretattica a farla da padrone, o comunque la convinzione di avere già in casa una squadra in grado per migliorare il risultato della passata stagione. Un gruppo al quale si chiederà di far meglio del settimo posto in un tour de force dove la Coppa Italia rappresenterà la terza fatica contemporanea, e nel quale -stante quanto riferito- i principali innesti saranno i recuperi degli infortunati a cominciare da Castrovilli

Scelta che già fa discutere i più preoccupati per il rendimento dell'attacco, tanto più al cospetto di un Cabral in difficoltà anche nelle recenti amichevoli, ma sulla quale al momento non resta altro che affidarsi a una duplice quanto contrastante speranza: o che sia pura pretattica tipica dei periodi d'avvicinamento al mercato, o che alla lunga la doppia scommessa Jovic-Cabral si riveli azzeccata, almeno quanto aver atteso  l'esplosione definitiva di un Amrabat soltanto un anno fa lontano parente di quello attuale. 


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