DUE ACQUISTI A CENTROCAMPO
Natali, Pasqual e Boruc sono arrivati a San Siro sul dorso di un cammello, seguendo la cometa, e hanno portato in dono all’Inter oro, incenso, mirra e un paio di gol. I macroscopici strafalcioni difensivi hanno segnato la prestazione milanese, è vero, ma sono episodici, amnesie individuali. Nel reparto serve un innesto di qualità, personalità ed esperienza. Non lo si scopre ora. Ma le lacune dimostrate dal centrocampo sono ancora più preoccupanti, perche meno episodiche, più strutturali. Senza Montolivo e Jovetic, il reparto non è stato in grado di imbastire un’azione, di avanzare in modo organico, di tenere palla per abbassare il ritmo o imporlo. La Fiorentina dava sempre l’impressione che, dopo due o tre passaggi, stesse per restituire palla per l’incapacità tecnica di gestirlo. Il buon Behrami, specie nel primo tempo, ha combattuto quasi da solo. Le difficoltà viola sono ancora più inquietanti perché di fronte non aveva la mediana energetica della Juve, ricca di uomini e di forze, ma il vecchio senato di Cambiasso e Thiago Motta, che in questa stagione è stato travolto più volte: Novara, Palermo, Napoli…
Neppure le assenze sono un alibi rassicurante, perché Jovetic, consacrato seconda punta, mancherà comunque alla fonte della manovra e perché Montolivo potrebbe partire presto. Il calcio moderno imposto dal Barcellona ha reso imprescindibile un centrocampo di movimento, qualità e palleggio. Prandelli ha imboccato felicemente la strada, svuotando il centro del campo dai mediani e imponendo un gioco corro e di qualità a palla bassa. Il Milan lo fa da sempre, la Juve si è allineata con Pirlo, Marchisio e Vidal, l’Udinese non è solo corsa e Di Natale, arriva in porta toccando di fino con i suoi interni-incursori. Oggi non si vince più senza passare dal centro, senza il coraggio e la qualità per imporre il proprio gioco. Se la Fiorentina non punta più sulle idee in fascia di Cerci e Vargas, non può accontentarsi dei Munari a centrocampo. Dalla prossima finestra di gennaio deve fare entrare per forza almeno un paio di centrocampisti di talento, per aiutare la palla a salire con facilità, come oggi non succede; e per cercare di battere il record di tre-quattro passaggi consecutivi di San Siro.
Delio Rossi scriva una letterina a “Gesù” Corvino: “Caro direttore, sono stato buono, portami un sacco pieno di centrocampisti buoni. Oltre al trenino per Kharja”.
Luigi Garlando
prima firma de la Gazzetta dello Sport