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È IL GIORNO DELLA PRIMAVERA, C’È UNO SCUDETTO IN PALIO. MERCATO: GIRANO NOMI IMPORTANTI. ALLORA QUALCUNO PARTE…

di Mario Tenerani

Si discute spesso del settore giovanile viola, talvolta anche a sproposito. Ma i fatti raccontano altro: sono tanti i ragazzi usciti dalla cantera di Firenze che adesso sono in giro per l’Italia tra A e B. E sono tante anche le finali: quella di oggi a Reggio Emilia per la Primavera sarà la terza in 12 mesi, per inciso sempre con l’Inter.

Per il tricolore un anno fa e per il Viareggio il 28 marzo ai viola è andata male. Ci riproveranno tra poche ore, ma al di là di tutto essere arrivati ancora all’ultimo atto significa molto. C’è poco di casuale in tutto questo e molto lavoro. Investimenti - ma l’Inter spende il triplo per il suo vivaio -, sudore, fatica, costanza e idee chiare. La Fiorentina dopo tanto tempo è tornata ad essere un modello italiano per il settore giovanile: non sarà il migliore, ma sta tra i migliori. Nonostante che ragazzi, tecnici e dirigenti vaghino raminghi per la città, da un campo all’altro, con pulmini e auto, come nella miglior tradizione del calcio dilettantistico…

Ma la Fiorentina ha sempre avuto questa lacuna: un tempo era un male di tutti, oggi di pochi. Sono molti i club ormai che hanno centri sportivi di altissimo livello dedicati ai loro giovani, i viola purtroppo no. E allora arrivare in finale così spesso vale doppio, nella speranza che i Della Valle realizzino in fretta la nuova casa del vivaio viola, eliminando appunto un gap storico. In quel complesso dovrà allenarsi, però, anche la prima squadra perché chi cresce deve avere l’esempio del campione adulto sempre accanto. Il risultato di oggi conta, per carità -  lo scudetto manca dall’82/’83, allenatore Guerini, quei giocatori oggi hanno più di 50 anni… -, ma non sarà la cosa più importante. Decisivo, invece, che alcuni dei calciatori di Bigica possano aiutare presto Pioli. E determinante poi che la società continui a lavorare così sui giovani. 

Sono i giorni del mercato, il tema più ricorrente resta il budget di Corvino, notoriamente non sostanzioso. Ai 10 milioni a disposizione si sono aggiunti i 5 di Bruno Gaspar, ma insomma non c’è da esaltarsi. Eppure i nomi che girano non sono di secondo piano: Meret, Pjaca, El Shaarawy, altri ancora, gente che costa e nemmeno poco. Come è possibile allora? La scelta di Corvino di puntare a obiettivi più sostanziosi spinge a immaginare partenze eccellenti. Per finanziare trattative così, ammesso poi che alla fine davvero arrivino profili di questo genere, serve una cifra economica che non può arrivare solo dal budget e da qualche cessione minore. Il pensiero ripetuto dalla società è quello di non far partire Chiesa e l’entourage di Federico ripete che a Firenze si resta volentieri. Ma l’assedio intorno al campione viola si fa sempre più pressante, il corteggiamento raggiunge quote incredibili, anche di 70 milioni. Se questo è il campo di battaglia su cui misurarsi, possiamo aspettarci di tutto… Può darsi che qualcuno faccia già i conti… La partita è appena iniziata.