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È L'ORA DI BELTRAN. A COMO CON DODO TITOLARE. KAYODE NON PUÒ PARTIRE A GENNAIO. PALLADINO RICORDA IL PRIMO ANCELOTTI, SA ASCOLTARE I GIOCATORI E NON È PRIGIONIERO DI UN'IDEA DI CALCIO

di Luca Calamai

Pronti a ripartire. Como è una trasferta trappola. La squadra di Fabregas non accende negli avversari motivazioni automatiche ma ha in rosa tanti mestieranti che sanno come gestire partite complicate e avversari forti. Come la Fiorentina, appunto. I viola ormai non possono più nascondersi. Se hai ambizioni da Champions queste sono gare da vincere. Sono curioso di vedere se Kean e compagni hanno acquisito questa nuova mentalità da squadra forte. A Como penso ci sarà da battagliare, penso che Kean sarà oggetto di una marcatura raddoppiata se non triplicata. Quindi penso che potrebbe essere stavolta un altro attaccante viola a fare la differenza. Il nome? Beltran ha bruciato le tappe nell’ultimo mese. Se Moise si porterà via tanti avversari troverà praterie preziose. E’ l’ora del Vichingo. L’argentino ha la qualità e i colpi per vincere questo tipo di sfide. 

Como non sarà una passeggiata, ecco perché penso che Palladino non rinuncerà in partenza a Dodò. E’ vero che il brasiliano è tornato da un viaggio lungo e non avrà tanto tempo per recuperare. Ma avrà addosso l’eccitazione della convocazione della Selecao. Adrenalina allo stato puro. Dodò porta qualità, corsa, assist. I suoi movimenti esaltano Colpani, compagno di fascia destra. Anche un Dodò al 60-70% oggi è indispensabile. Poi, in Conference e magari anche in Coppa Italia arriverà il momento di Kayode. Il talento viola vive un passaggio complicato della sua fresca carriera. Se lo supera, e ha i numeri per farlo, diventerà una stella. Kayode scaldi i motori. Ritrovi l’entusiasmo e anche la sfacciataggine dei suoi esordi. Ho letto che potrebbe essere ceduto a gennaio. Difficile, direi impossibile. Primo perché la Fiorentina che sogna la Champions ha bisogno di un’alternativa vera a Dodò. Secondo perché dopo questo avvio di stagione balbettante è difficile trovare un club, anche inglese, pronto a mettere sul piatto un’offerta indecente. Quindi cedere nel mercato invernale Kayode non funzionerebbe né da un punto di vista tecnico, né economico.

Chiudo con una riflessione su Palladino. In pochi mesi il tecnico napoletano si è tolto di dosso l’etichetta di allenatore pilotato da Galliani. Non era un passaggio semplice. No, lui sa andare benissimo con le sue gambe. Di Palladino mi piace la capacità di dialogare con i giocatori. Importanti e giovani. In questo mi ricorda il primo Ancelotti che sapeva conquistarsi la fiducia del gruppo. E come Carletto il tecnico viola ha la capacità di trovare l’idea di calcio migliore per la rosa che ha a disposizione, senza essere schiavo di dogmi intoccabili. In un calcio fatto di concetti estremi la normalità e il buonsenso sono merce rara. Quindi, da tenere ben stretta.


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