E’ MANCATO L’ACUTO FINALE E KOKORIN E’ UN RISCHIO, MA CON VLAHOVIC, NICO, TORREIRA E IL GIOCO DI ITALIANO, LA FIORENTINA PUO’ ESSERE LA SCHEGGIA IMPAZZITA DELLA SERIE A
Peccato. L’ultimo grande colpo, sognato e inseguito, non è arrivato. Poteva essere la famosa ciliegina, il valore aggiunto per alzare l’asticella una volta per tutte. Berardi, un campione d’Europa col gol e il dribbling nel sangue, aveva voglia di cambiare aria, sarebbe stato l’uomo giusto al posto giusto, soprattutto in una squadra votata all’attacco e costruita per divertire. La Fiorentina però, dopo aver sondato il terreno, non ha continuato l’inseguimento.
Troppi, evidentemente, i 30 milioni e passa richiesti dal Sassuolo. Il fatto di non aver voluto chiudere né con Orsolini né con Messias e di aver lasciato che la Samp prendesse Caputo (non più giovane ma comunque molto utile alla causa di Italiano), lascia capire che quella del club è stata una scelta precisa. Rischiosa, ma comunque precisa. Sarà Callejon dunque il titolare della fascia destra e sarà l’oggetto misterioso Kokorin la punta di riserva viola, fin qui mai visto, ma per forza di cose fondamentale nelle logiche rotazioni che richiede un campionato lungo come quello di serie A.
La lacuna dell’esterno richiesto dall’allenatore e mai arrivato, non deve però far dimenticare quanto di buono fatto in quest’estate. Manca ancora la firma sul rinnovo (e non è certo un dettaglio), ma nell’anno del Covid, mentre quasi tutte le altre hanno pensato a vendere, aver tenuto Vlahovic e rinunciato a una caterva di milioni, è un colpo da novanta, di quelli che fanno pensare che il vento possa cambiare per davvero.
Dusan ha iniziato il campionato come aveva finito lo scorso, con la carica del leader e il talento del predestinato. Ha voglia di spaccare il mondo e ha scelto la Fiorentina per crescere ancora: può essere il crack del campionato, anche perché accanto ha Nico Gonzalez, l’acquisto più caro della storia viola e il vero valore aggiunto della Fiorentina. L’argentino ha gambe e colpi, con il suo moto perpetuo riempie il campo e diventa con naturalezza l’uomo in più di Italiano in ogni fase di gioco.
Con loro due insomma, è lecito pensare a un campionato molto diverso rispetto a quelli passati, anche perché adesso la Fiorentina è una squadra, che pensa a giocare e imporre il suo ritmo, anche a costo di prestare il fianco e concedere qualcosa. La reazione di Roma e il dominio contro il Toro dicono che una delle sorprese dell’anno può essere proprio la squadra di Italiano, anche perché dopo la sosta ci sarà Torreira, l’acquisto più inseguito degli ultimi anni, a dare energia e idee al centrocampo.
Barone e Pradè scommettono forte anche su Sottil, ripreso dal Cagliari a suon di milioni e di fatto, adesso, primissima alternativa ai titolari là davanti. Da verificare semmai c’è la difesa, visto che Odriozola arriva da anni di panchina e Nastasic da un fallimento con lo Schalke. E’ rimasto Milenkovic comunque, e anche se il contratto resta precario, la sua conferma è certamente molto importante.
A centrocampo invece c’è la fila per prendersi una maglia. Di Torreira abbiamo detto, Bonaventura non si discute, mentre Castrovilli è atteso da una stagione di rilancio. Il resto sono rincalzi di qualità, ma se lo spirito è quello del Duncan di sabato scorso, si può stare tranquilli. Alla fine è rimasto anche Amrabat, che fino alla fine sembrava sul punto di salutare.
Il marocchino è un trattore, sulle sue qualità fisiche non si discute, è un giocatore da battaglia e se prende la panchina con lo spirito giusto potrà fare molto comodo. La collocazione tattica non è semplicissima, ma per la sbilanciata Fiorentina di quest’anno, soprattutto nei secondi tempi, quando Jack e Castro iniziano a calare e il risultato inizia a contare sul serio, avere un’alternativa di questo livello, potrebbe non essere banale.
Tra pregi e difetti, la prima cosa da fare è fidarsi di Italiano. Visto l’impatto che ha avuto, visto come lo segue la squadra e l’ottimismo con cui gioca una squadra fino a pochi mesi fa ridotta a una specie di larva, è lui il vero valore aggiunto. La Fiorentina è imperfetta, le sette là davanti sono tutte più forti, ma questo può diventare un anno divertente. Con una scheggia impazzita colorata di viola, che si aggira sul campionato.