.

È NATA UNA NUOVA FIORENTINA. SI FONDA SU PLAY E CENTRAVANTI: OLTRE CHE SU DUE ANNI DI ITALIANO…IL TEMPO CI DIRÀ TUTTA LA VERITÀ. A VIENNA IL PRIMO ESAME STAGIONALE. OBIETTIVO MERCATO: TROVARE UN CENTRALE

di Mario Tenerani

Da sabato sera alle 23 la frase più ricorrente tra coloro che amano la Fiorentina è: “Stiamo calmi”. Perché in passato le sofferenze sono state molteplici da spingere gli storici ottimisti tifosi viola ad una forma di prudenza. D’accordo, calma e gesso, perché è il 19 agosto, tutto è bello e pazzo e perché il cammino è talmente frastagliato di insidie da non consentire nessun volo di fantasia. Ma è altrettanto innegabile che la Fiorentina di Marassi sia stata geometrica, tonica, aggressiva, piena di personalità e finalmente assai concreta. Vi pare poco? 

Non vi ricordate l’ultima stagione quando la mole di gioco partoriva il famoso topolino? Vogliamo parlare della finale di Coppa Italia quando la forte difesa dell’Inter aveva concesso comunque quattro-occasioni-quattro poi malamente sprecate dagli attaccanti viola? 

A Genova, pronti via, un tiro un gol, un altro tiro un altro gol, infine ancora un tiro e ancora gol. Primo tempo speso ad ottimizzare il cento per cento di un lavoro sontuoso, dominio totale. Dovuto, sicuramente, ad un Genoa spaesato e più debole, ma anche ad una Fiorentina che non ha coltivato pietà per il suo ex bomber Gilardino. 

Nessuno ha intenzione di fare pronostici sul campionato, mancano 37 gare alla fine con 111 punti in palio ed il mercato è aperto fino al 1 settembre, ma i segnali che ci portiamo in dote dal Luigi Ferraris sono forti. La sensazione è che questa sia una nuova Fiorentina, capiremo più avanti se più forte di un anno fa e semmai quanto, ma senza dubbio diversa. Per chi scrive anche più convincente. 

C’è un timbro che la connota: l’asse regista-centravanti. Sarà un caso però quella manovra così geometrica, fluida e veloce, si è poggiata su Arthur che ci ha spiegato come debba essere interpretato il ruolo e Nzola. Il brasiliano ha giocato ad un tocco-due uscendo dal traffico col satellitare. 

La partita dell’ex Spezia è stata di grande sostanza e poco importa che non abbia segnato. Ce ne fossero prestazioni così. Quante volte avevamo scritto e detto che lassù serviva un riferimento che facesse a sportellate, difendesse la palla, la proponesse bene come nel caso del primo gol di Biraghi e consentisse agli altri reparti di salire con i tempi opportuni. A noi Nzola è piaciuto tanto, al netto di una condizione ancora precaria. Basta guardare i movimenti per comprendere la differenza con altri giocatori. 

Play e numero nove hanno cambiato la Fiorentina e consentito anche agli altri giocatori di esprimersi bene. Serviranno altre prove, certo, a partire da giovedì prossimo quando la Fiorentina a Vienna si giocherà una porzione di presente e futuro in Conference. Sarà il primo vero esame stagionale, ma nell’aria si sente profumo di buono. Respiriamo sensazioni gradevoli. 

In rapida carrellata i singoli: Italiano ci aveva pensato già l’anno scorso, ma un ragazzo del 2004 gli sembrava un eccesso. Ora invece non ha avuto esitazioni e dentro Kayode, l’uomo dell’Europeo azzurro Under 19. Una prova sontuosa: sciolto, sicuro e forte nella sua arrogante fisicità, tranquillo nel prendersi licenze per alcune giocate proprie solo di un veterano. Sintomo di grande personalità. Calma e gesso, d’accordo, ma siamo davanti a un calciatore dalle enormi potenzialità. Non conta essere giovani, ma essere bravi. 

I centrali: Milenkovic un muro, Ranieri sorprendente nella sua crescita costante. Biraghi ha segnato di destro dopo un doppio un doppio dribbling senza scegliere l’opzione cross. Pure Cristiano si sta evolvendo, crediamo che la concorrenza di Parisi faccia bene anche ad un giocatore esperto e capace come lui. Una volta i calciatori come Mandragora li definivano oscuri, in senso positivo: Rolando non si vede tanto, ma si sento molto. Un equilibratore efficace. Bello il suo gol servito da quel drago di Bonaventura. La classe non è acqua, vero Jack?

Brekalo è apparso più tosto anche se deve fare di più, mentre Gonzalez è stato determinante col suo talento ed è quello che gli chiede sempre Italiano. Nel finale abbiamo visto Beltran: pochissimi minuti per giudicarlo però lo abbiamo studiato nei movimenti e ci sono piaciuti. L’ex River mostra qualità. Così come il più giovane Infantino: pochissima gara anche per lui, ma qualche tocco ce lo ha regalato. 

Nel cambiamento della Fiorentina ci sta dentro anche un particolare che in tanti dimenticano o fingono di farlo: i viola possono contare su due anni di lavoro con Italiano, questo appena cominciato è il terzo. Parliamo di un allenatore da campo, con linee e concetti di gioco duri da masticare e per i quali occorre tempo, ma quando sono assimilati ecco arrivare i frutti. La Fiorentina ora parte con un bagaglio di conoscenze che prima non aveva, tutto è introiettato. Badate, vale come un acquisto sul mercato. 

E a proposito di obiettivi da centrare e squadra da rifinire dopo molte operazioni interessanti - Genova ne è la prima riprova -, non è un mistero che a Italiano serva un difensore centrale. Un giocatore esperto e affidabile. Il sogno Sutalo è definitivamente svanito, chi resta? C’è sicuramente qualcuno che i dirigenti viola hanno abilmente nascosto fino ad oggi: si è parlato molto di Murillo e anche di Senesi, ma la preda pare essere altrove. In mezzo al campo, invece, arriverà qualcuno solo quando partirà Amrabat e la percezione è che alla fine il marocchino andrà in Inghilterra. Così come è facile che se ne vada Jovic se davvero resterà Kouame. La ciliegina, per noi, rimane Baldanzi ben consapevoli che si tratti di affare complicato. 

Che agosto: tra il poker di Marassi, l’impegno europeo e un mercato che non finisce mai. Fa caldo, sì, ma con questa Fiorentina anche l’afa sembra più dolce.