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E ORA? DA DOVE SI RIPARTE? CE LO DICANO LOR SIGNORI, E PER FAVORE…

di Stefano Prizio

Essere arrivati così vicini a vincere senza cogliere la soddisfazione finale, produce tossine pericolose sia nella squadra che in tutto l’ambiente. Il ciclo della Fiorentina è stato questo: due anni piuttosto negativi i primi di Commisso a Firenze, uno buono, quello del settimo posto in classifica, l’altro, quest’ultimo, potenzialmente meraviglioso, ma infine deludente sia per le due finali perdute che per la classifica peggiorata in campionato.

Ed ora? Quale è il progetto tecnico della Fiorentina per i prossimi tre? Da dove si riparte? Al club viola, a Commisso, la parola, naturalmente nessuno pretende che il club gigliato sveli le sue strategie di mercato, ma sarebbe d’uopo sapere grosso modo la direzione che intende prendere la Fiorentina, nord, sud, est  ovest?

Dopo due trofei sfiorati l’obiettivo prossimo venturo non può più essere ‘ far meglio dell’anno prima’ o ‘ non far peggio’, ma non potrebbe che essere puntare alle prime sette posizioni in classifica o meglio ancora alle prime quattro, oppure ridimensionare il tutto come da vecchia tradizione marchigiana.

Ci dicano lor signori, noi fremiamo pronti ad ascoltare.

Ma per favore non tirate fuori il Viola Park che è cosa buona e giusta, anzi bellissima, straordinaria, orgogliosamente unica nel panorama italiano, si sa che il più bel centro sportivo ce lo abbiamo noi, ma non è in nome di quello che mezza Firenze attraversa l’Europa, è solo in nome di un sogno sportivo che lo si può fare e lo si è fatto andando a Praga.

Certo, fa male pensare che il lanciatore di accendino, l’imbecille, lo stolto che ha ferito Biraghi o i mentecatti che hanno gettato in campo i bicchieri e persino una sigaretta elettronica, abbiano esultato e gioito a fine gara, mentre per il popolo viola c’erano solo lacrime.

Talvolta sono gli idioti a godere, è ingiusto, ma è la vita ad essere ingiusta, la vita è una lunga perdita di tutto ciò che si ama, diceva quel buontempone di Victor Hugo ( lo scrittore non l’ex difensore viola). Per il brutto episodio di cui è stato vittima Biraghi, che forse andava gestito con più astuzia se lo si voleva poi sfruttare ai fini di un ricorso ( magari facendo uscire il giocatore in barella e non schierandolo di nuovo nella ripresa). Per l’episodio appunto, c’è chi adesso paventa comunque possibili ricorsi della Fiorentina al fine di ottenere la vittoria a tavolino, ma nel caso, davvero vorreste vincere così?

E quanto valore avrebbe una coppa vinta in tal maniera? La finale è perduta sul campo, adesso è necessario ripartire. E come farlo? Ripartendo da quale tecnico? Eppure non è solo la questione allenatore ad essere cogente, infatti quali sono i programmi per i pezzi da novanta come Niko e Amrabat? O Bonaventura che anche la finale ha mostrato essere un giocatore di primissimo livello ( forse l’unico vero sopra ogni dubbio), ma che è anziano e andrebbe sostituito poiché con 377 gare in A a 34 anni inizia ad essere logoro sul piano fisico. Tutto ciò senza contare che per obiettivi ambiziosi è necessario alzare il tasso qualitativo medio dell’intera squadra.

E ancora, c’è l’annosa questione attaccante, mai davvero risolta dopo la vendita di Vlahovic. Ma su tutti svetta il nodo dirigenza, a chi affidare le leve del comando, la responsabilità e i soldi per questa supposta ripartenza? La storiella di Commisso che non licenzia nessuno è ormai divenuta stucchevole, nei club calcistici, come in ogni azienda, occorre sapersi rinnovare periodicamente, aprire le finestre, far entrare aria nuova e nuove energie, ogni stagnazione è malsana.

E per favore non tirate fuori il Viola Park.