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E ORA OBIETTIVO SALVEZZA

di Mario Tenerani
Mario Tenerani

Il calcio non è una scienza esatta, vive nell'imprevisto, è più variabile del meteo, ma non scappa di fronte ai numeri perché quelli non raccontano bugie: la Fiorentina nelle ultime 9 gare ha vinto una sola volta (col Genoa al Franchi), ha pareggiato in 4 occasioni, in altrettante ha perso. Non va in gol da 319 minuti. In trasferta ha incassato solo due punti (pareggiando a Napoli e Cesena) e non vince lontano da Firenze dal 23 aprile scorso (a Cagliari, 1-2). In campionato in 12 gare (ha già sostituito il precedente allenatore Mihajlovic con Delio Rossi) ha messo insieme solo 13 punti, per una media da rabbrividire che vale 1,08 punti a partita. La proiezione su 38 incontri totali, porta a quota 41, cioè alla salvezza (di solito è così, ma non sempre questa cifra è stata sufficiente). Catastrofismo? No, sano realismo, dopo l'ennesima caduta della Fiorentina: Palermo ha messo a nudo le forti criticità dei viola. Errori gravi nella fase difensiva, un centrocampo asfittico, attacco impalpabile: non è un caso che le due occasioni della Fiorentina siano arrivate su calci piazzati, grazie alle intuizioni di un difensore centrale, Natali.  

E allora per affrontare con concretezza una congiuntura difficile, società, allenatore e giocatori farebbero bene a concentrarsi su un obiettivo di sostanza: raccogliere nel più breve tempo possibile 40 punti, quelli che nella maggior parte dei casi servono per salvarsi, e dopo, recuperati i calciatori di spessore, pensare a qualcosa di meglio. Il ragionamento nasce sul buon senso: certe annate iniziano male e finiscono peggio. Quindi è giusto affrontare di petto i problemi, non nascondendosi, piuttosto che procrastinarli, col rischio di ritrovarsi a maggio di fronte a tristi consuntivi. 

Oggi l'Europa League, traguardo stabilito ad inizio stagione dalla proprietà viola, sembra un miraggio. La Fiorentina virtuale, quella pensata in estate - qualcuno sostiene sopravvalutata, forse potrebbe avere ragione - era una cosa, quella attuale è un'altra. La realtà è ben visibile a tutti. Gilardino, Vargas, Jovetic, Cassani e Montolivo, per motivi diversi, non sono protagonisti. Lazzari, Munari, Silva e Kharja, gli acquisti estivi, non stanno rendendo. Cerci è nemico della continuità. Questi sono i fatti, si fa fatica a contestarli. In campo non vanno le figurine. 

La Fiorentina ha il terzo peggior attacco del campionato (dopo Cesena e Lecce) e insieme ad Atalanta e Cesena è la squadra che ha portato meno giocatori in rete. Con una differenza sostanziale rispetto ai nerazzurri: loro almeno hanno Denis capocannoniere, mentre i romagnoli contano su Mutu che ha lanciato bagliori di risveglio dal lungo letargo. Il Novara ha segnato 4 gol più dei viola e se ci soffermiamo sulla qualità della rosa dei piemontesi rispetto alla Fiorentina...

Delio Rossi ha capito tutto: prima spiegando di non essere Padre Pio e dopo la sconfitta di Palermo quando ha detto "pensavo ci fossero problemi, ma non così...".  L'allenatore deve ripartire della sua saggezza, dalla capacità di lanciare giovani - magari Salifu offre più garanzie della controfigura di Vargas - e da quel tentativo messo in mostra al Barbera di giocare nella metà campo avversaria, anche se non ha portato frutti. E poi tanta umiltà: perché i prossimi impegni della Fiorentina, prima della sosta di Natale, saranno al Franchi con la Roma, a San Siro con l'Inter, di nuovo a Firenze con l'Atalanta e infine a Siena per il recupero della prima giornata. Fare punti con questi avversari non sarà un pic-nic...   

Mario Tenerani

giornalista de Il giornale della Toscana


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