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E’ PRAET IL PRIMO OBIETTIVO DI PRADE’. FLORENZI IN STAND-BY. NEL MIRINO GIOVANI ITALIANI E QUATTRO BABY TALENTI. LA SQUADRA AVVISATA, MAI PIU’ ALTRI CAGLIARI. SENZA CENTROCAMPO, ATTENTI AL VERONA. ALLARME RIBERY. OFFERTO L’ASCOLI AI DV

di Enzo Bucchioni

Daniele Pradè sta lavorando da tempo sugli obiettivi per il mercato di gennaio e l’attenzione si sta ora concentrando su 2-3 giocatori abbordabili, in grado di poter dare da subito soluzioni ed alternative a Montella. E’ evidente come il centrocampo sia in sofferenza e abbia bisogno di almeno un rinforzo, da tempo vi stiamo dicendo che l’identikit porta a un giocatore di gamba, potente, ma anche tecnico. Ora Pradè ha deciso, farà di tutto per riportare in Italia un suo vecchio pallino, il belga Dennis Praet.

Il centrocampista, 25 anni, non trova spazio nel sorprendente Leicester secondo in classifica nella Premier. E’ stato utilizzato soltanto in otto partite e con minutaggio bassissimo, appena il 27 per cento del totale dei minuti disponibili e, ovviamente, non è felice in vista degli Europei e di un posto con la sua nazionale. Ma c’è di più. Pradè è lo scopritore di Praet e suo grande estimatore. Nel 2016 lo stava per portare alla Fiorentina, la trattativa attorno agli otto milioni di euro si sarebbe chiusa nei primi giorni del mercato, ma Pradè fu silurato a sorpresa e la trattativa morì lì perché a Corvino il giocatore non piaceva e per riferire cose dirette, a me disse: "Sai quanti Praet trovo a certe cifre? E’ leggero per il campionato italiano".

Morale, Pradè l’ha portato alla Sampdoria dove ha giocato tre stagioni ad alto livello tant’è che l’estate scorsa è stato venduto agli inglesi per 21 milioni. Sono molti, ovvio, ma il giocatore ha talento e margini di miglioramento in rapporto all’età e conosce già il campionato italiano, la trattativa è partita. Come è partita quella per Verre del Verona, anche lui 25 anni, e anche lui pallino di Pradè che lo conosce dalle giovanili della Roma e lo comprò per la Samp a quattro milioni. Al Verona è in prestito e il cerchio si potrebbe chiudere mandando in veneto Benassi, ammesso e non concesso che il giocatore viola accetti di rimettersi in gioco. Ricordiamo che del Verona piace a Pradè anche Amrabat, centrocampista dalla grande e corsa e carica agonistica, ma è difficile che gli scaligeri a gennaio abbiano voglia di smontare una squadra che funziona bene, prossimo avversario dei viola e dopo ne parleremo. 

Sempre in piedi anche il discorso Florenzi che, sinceramente, vedo complicato per l’ingaggio (tre milioni) e l’importanza del giocatore. La proposta, ovvio, c’è stata. A chi non piacerebbe? Montella, fra l’altro, lo vedrebbe centrocampista come alle origini. Ma se la Roma decidesse di venderlo, in pole position c’è l’Inter e non solo.

Il centrocampista è la priorità assoluta, ma come sappiamo ci sono ben dieci esuberi da piazzare (Cristoforo, Dabo, Eysseric, Thereau, Gilberto, Terzic, Maxi Olivera, Rasmussen e Montiel) per sfoltire la rosa e fare operazioni in entrata.

Comunque la strategia è chiara. Da una parte giocatori pronti, dall’altra investimenti pesanti sui giovani italiani emergenti e sui giovanissimi talenti internazionali. Fra gli italiani piacciono Zanellato del Crotone, 21 anni, scuola Milan, Scamacca attaccante del Sassuolo, 20 anni, in prestito all’Ascoli, ma sempre del Sassuolo anche quel Manuel Locatelli, 21 anni, scartato dal Milan, centrocampista di grandi prospettive. Sul taccuino internazionale ci sono invece quattro 2002, Aouchiche e Larkeche del Psg, Busio e Brian Rodriguez talenti della MLS. Vedremo quali e quanti di questi ragazzi arriveranno a Firenze, ma le idee ci sono e il doppio binario è partito. Attenzione massima al presente, ma occhio al futuro con grandi operazioni di scouting.

Il futuro immediato invece porta a Verona. Ho il difetto di guardare tutte le partite e vi dico attenti al Verona. Se in due settimane di sosta la squadra di Juric non s’è sgonfiata (non credo), ha sempre mostrato idee chiare, tanta aggressività, marcature feroci anche a uomo, pressing su tutto il campo, difesa bassa e compatta, ma anche ripartenze veloci. La gara è complicata perché arriva dopo Cagliari e per di più mancano due giocatori fondamentali come Castrovilli e Pulgar, entrambi a centrocampo e senza controfigure.

Barone e Pradè sono stati chiari con la squadra, una volta può accadere, ma non saranno più tollerate partite come quella di Cagliari. E’ stata chiesta concentrazione massima, un diverso approccio alle partite e l’immediato riscatto.

Cosa fare? Montella ha poche soluzioni. Se vuole continuare con il 3-5-2 non può che giocare con l’arrugginito Benassi (soltanto una volta da titolare, ha giocato appena il 16 per cento dei minuti totali a disposizione) e il quasi debuttante Zurkowski che dei minuti a disposizione ha giocato appena l’uno per cento. Un rischio evidente, proprio per la rabbia agonistica dei veronesi. Ci sarebbe da adattarsi un po’ alla situazione e un 3-4-3 molto compatto, capace di diventare 3-6-1 in fase di non possesso potrebbe essere una alternativa con la difesa classica, Lirola, Benassi, Badelj e Dalbert in mediana, Chiesa e Ribery sugli esterni, Boateng in mezzo.

Naturalmente Chiesa e Boateng con l’obbligo di lavorare per la squadra. Io andrei con il 4-4-1-1, ma non faccio l’allenatore. Venuti, Milenkovic, Pezzella e Caceres in difesa; Sottil, Benassi, Badelj e Dalbert in mezzo con Chiesa e Ribery davanti potrebbe essere un’idea. L’alternativa potrebbe essere Chiesa e non Sottil nei quattro e davanti Boateng-Ribery. Come mai non metto Vlahovic? Ho sentito sproloqui per i due gol a Cagliari. Spero che servano al ragazzo per aumentare l’autostima, per dargli consapevolezza, ma per onestà devo dire che fino a quel momento era stato negativo e sul 5-0 il Cagliari ha smesso di giocare. Se riguardate i gol, Vlahovic era solo, l’hanno lasciato giocare. Poi è vero che i gol vanno fatti, ma l’ha detto lui stesso ieri: deve crescere ancora tanto. E senza due centrocampisti di riferimento dall’inizio metterei davanti giocatori più scafati.

E’ anche vero che la Fiorentina anche senza due pedine importanti non può aver paura del Verona, ma nel nostro campionato le attenzioni tattiche sono fondamentali contro tutti.

A proposito di Ribery ieri è scattato l’allarme influenza. Il francese di sicuro domenica sarà in campo, con tre giornate di squalifica la Fiorentina ha già dato, c’è la speranza che la febbre non lo debiliti e per questo lo staff medico è al lavoro. 

Ma la vera notizia del giorno è un’altra: Della Valle potrebbe tornare nel calcio. Non ci credete? Eppure è così: stanno lavorando per fargli prendere l’Ascoli. Tante le considerazioni messe sul piatto per convincerlo, dal rilancio della squadra della sua città, all’ambizione di un ritorno in serie A, la rivincita dopo l’esperienza fiorentina, un impegno più modesto vista la dimensione della società. Una risposta negativa a prescindere non è ancora arrivata. Ci pensa? In fondo Diego nel calcio s’è anche divertito. Forse gli manca. E la molla della rivincita è forte. In più c’è il figlio Filippo innamorato del pallone, che stava per entrare nella Fiorentina se non fosse stata venduta. Vi immaginate Cognigni presidente dell’Ascoli e Corvino direttore sportivo? Perché no, così magari si riprendono Thereau, Maxi Olivera, Rasmussen e compagnia…