È UNA PICCOLA FIORENTINA, DEVE CRESCERE TANTO. GLI ERRORI SINGOLI FANNO PIU’ MALE. MEDIANA: DUE FORSE SONO POCHI, PIOLI CI PENSERÀ DURANTE LA SOSTA. IL PERICOLO SI CHIAMA MEDIOCRITÀ
La sfida di ieri nasceva su un fondamentale equilibrio. Non tanto per la crescita esponenziale del Chievo, quanto per l’impoverimento tecnico dei viola. Però, con franchezza, speravamo tutti in qualcosa di più. Invece il Bentegodi ci ha messi davanti alla nuda realtà: questa Fiorentina è ancora molto piccola, oltre che ingenua. Il “vecchio” Chievo prima ha subìto il colpo, poi ha pareggiato i conti ed infine ha incartato la partita alla Fiorentina. Banalmente potremmo semplificare il confronto così: esperienza batte gioventù 2-1. Ma non è stato solo questo… I viola hanno mostrato fragilità sul piano individuale, ma pure sul terreno tattico.
Partiamo dal primo punto: a parte Simeone, un gol e un’altra occasione bella, e Pezzella - bravo l’argentino quando ha bloccato l’assalto di Birsa in area viola - si è visto ben poco. Senza voler puntare l’indice su nessuno in particolare, non si può per altro soprassedere di fronte ai gravi errori di Biraghi in marcatura su Castro; alle amnesie difensive di Gaspar; alla latitanza di Benassi; alla mediana viola schiacciata dagli avversari e diventata zona di caccia per Birsa e all’evanescenza di Gil Dias. Ripensando che nel suo ruolo si sono avvicendati Cuadrado, Joaquin, Salah e pure Tello, lui non esattamente un fenomeno, capiamo meglio cosa passi oggi il convento viola… E’ possibile, quantomeno auspicabile, che gli assenti di adesso saranno i protagonisti del domani. Ma siamo anche consapevoli che sia impresa titanica, quando si fanno le rivoluzioni di mercato, indovinare tutti gli acquisti. Alcuni sono certamente interessanti, altri dovranno dimostrarlo, altri non lo saranno mai… Funziona così, da sempre. Più o meno da quando rotola un pallone.
Gli sbagli dei singoli fanno più male per questo. Perché insinuano la sensazione che non tutti siano all’altezza di loro compito. Il campionato italiano non è sicuramente ricco di contenuti tecnici come un po’ di tempo fa, ma in quanto ad applicazione tattica resta il più difficile al mondo. Chi arriva qui dall’estero e non è preparato al salto, rischia di farsi venire una feroce cefalea… Il banco di prova è difficile.
Passiamo al secondo punto: Pioli in sala stampa a Verona lo ha fatto capire senza tanti giri di parole. Durante la sosta studierà anche la possibilità di cambiare qualcosa. Il tecnico viola, a cui non difetta il buon senso, si sta rendendo conto che il 4-2-3-1 è un modulo delicato. La Fiorentina nel mezzo spesso balla: del resto se ha perso 4 partire su 7 e ha una media da punti salvezza, qualcosa vorrà dire… Il tentativo di Pioli ha avuto una propria logica: con una squadra imbottita di esterni e trequartisti, il 4-2-3-1 si mostrava come lo sbocco naturale di un telaio dalla vocazione offensiva. Ma anche il Chievo, dopo Inter, Samp e Juve, ha mandato in sofferenza la cerniera di metà campo. E comunque, anche con Bologna e Atalanta (vittoria e pareggio), le sofferenze nella zona centrale non erano mancate. E c’è di più: questi giorni di riflessione dovranno aiutare Pioli a sciogliere definitivamente il ruolo di Benassi. L’ex Toro è un calciatore di valore che fino ad ora, però, non ha reso in ragione del suo indiscusso valore. Può darsi che la causa sia anche riconducibile alla posizione in campo? Domanda legittima, meritevole di risposta chiara. Immaginare per lui un utilizzo nella linea tre insieme a Badelj e Veretout non ci pare un’eresia. Provare anche questa soluzione non sarebbe un peccato.
Di lavoro, dunque, ce n’è tanto da fare. Non sarà uno scherzo. Restiamo convinti che la stagione sarà dura perché questa Fiorentina vale la metà della classifica. Al momento è addirittura più in basso, in quella fascia che ha il profilo della mediocrità. Ecco, quello che i tifosi viola non meritano è la mediocrità. Su questo dovrebbe riflettere a lungo la proprietà. Firenze e la mediocrità non sono mai andate d’accordo.